Sono le coproduzioni ad assicurare la presenza del cinema italiano alla 75a edizione della Berlinale: una presenza diffusa in molte sezioni, anche se a volte italiane sono soltanto le locations, come racccontiamo nelle pagine del fascicolo 201, in distribuzione all’European Film Market.
Un’edizione, questa, che non ci vede protagonisti… ma credo che su tutti la scena se la prenderanno le elezioni politiche in Germania proprio il giorno di chiusura del Festival. E infatti: “Speriamo che la nostra programmazione costituisca un esercizio di democrazia!”, si è augurata la neo direttrice della Berlinale Tricia Tuttle in occasione della presentazione del programma.
La frase conferma la vocazione di un Festival che si è sempre distinto – fin dai tempi della “guerra fredda” – per la sua attenzione speciale ai temi sociali e politici, segnando Berlino, fino al 1989, la linea di demarcazione tra est e ovest.
Per associazione, il pensiero va ad un fenomeno attuale, al “ritorno” dei muri, fisici e simbolici, eretti un po’ in tutto il mondo, non risparmiando nemmeno le democrazie occidentali.
Per questa ragione credo meriti particolare rilievo l’evento “Go 2025! Nova Gorica/ Gorizia Capitale Europea della Cultura 2025”, che, in apparente controtendenza, celebra l’abbattimento, avvenuto nel 2004, di un muro : quello eretto nel 1947 nella Piazza Transalpina di Gorizia per dividerla in due, creando due città appartenenti a due stati.
Ne scriviamo diffusamente nel fascicolo 201 perché il cinema partecipa all’evento con il progetto “ Corti senza confini”, ideato dalla Direzione Centrale Cultura e Sport della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia e realizzato da Friuli Venezia Gia Film Commission- Promoturismo FVG, che ha reso possibile la produzione di 8 cortometraggi a tema.
Una goccia nell’oceano, si dirà, ma non per questo meno lodevole, in un momento in cui si ha l’impressione che gran parte del mondo intellettuale e artistico preferisca aspettare “che passi la nottata”.