E’ La Palisiada, opera prima del regista ucraino Philip Sotnychenko a vincere il Concorso dei lungometraggi internazionali del 41° Torino Film Festival, “film complesso, di grande libertà registica nella costruzione delle scene che, concatenandosi, trovano il loro senso autonomo.- Secondo la giuria che l’ha premiato con il premio principale, del valore di 18 mila euro, composta da Lyda Patitucci (Italia), Clément Rauger (Francia), Martin Rejtman (Argentina), Angel Sala (Spagna), Elisabetta Sgarbi (Italia)- Il regista, alla sua opera prima, dimostra assoluta padronanza dei mezzi”.
Il film è un noir post-sovietico che si muove dall’oggi al 1996, a pochi mesi dall’abolizione della pena di morte in Ucraina, quando due vecchi amici, un detective e uno psichiatra forense, indagano la morte di un uomo della cui vedeva sono stati entrambi innamorati. E’ candidato agli European Film Awards per il Premio Fipresci alla migliore opera prima europea.
Candidato agli EFA anche un altro film vincitore del festival: Linda veut de poulet! co-produzione italo-francese diretta da Sébastien Laudenbach e Chiara Malta, che a Torino è stata premiata come miglior sceneggiatura, mentre agli EFA è candidata nella categoria Miglior Film d’Animazione, assieme, sempre per l’Italia, a Mary e lo spirito di Mezzanotte (leggi qui).
Altro riconoscimento italiano va a Barbara Ronchi, che si aggiudica la Menzione Speciale come interprete femminile del film di Manfredi Lucibello Non Riattaccare, prodotto dai Manetti Bros, Carlo Macchitella e Pier Giorgio Bellocchio (Mompracem, Rai Cinema, Rosebud Entertainment Pictures).
La migliore attrice è invece Hasifa Herzi, per il film francese Le Ravissement (The Rapture) di Iris Kaltenbäck, che vince anche il Premio della Giuria di 7000 euro (“film armonicamente riuscito, dove tutto concorre all’ottimo risultato finale. Iris Kaltenbäck, con la complicità degli interpreti Hafsia Herzi, Alexi Manenti e di tutto il cast, realizza un’opera prima matura e coinvolgente”), nonché il premio della Scuola Holden alla migliore sceneggiatura.
Miglior attore è Martín Shanley per Arturo a los 30 commedia degli errori argentina diretta dallo stesso Shanley.
Francia e Argentina ritornano anche nei premi del Concorso Documentari Internazionali, assegnati dalla giuria composta da Tizza Covi (Italia), Carlo Hintermann (Svizzera/Italia), Jessica Woodworth (Belgio/Stati Uniti). Il Miglior film IWonderfull (6.000 €) è il francese Notre Corps (Our Body) di Claire Simon; mentre il premio speciale della giuria è per Clorindo Testa dell’argentino Mariano Llinás.
Una Menzione Speciale va invece a Silence of Reason della bosniaca Kumjana Novakova (Bosnia).
La giuria del Concorso Documentari Italiani, composta da Valentina Bertani (Italia), Fabio Bibbio (Italia) e Costanza Quatriglio (Italia) ha premiato Giganti Rosse di Riccardo Giacconi prodotto da Botafuego come Miglior Film (6.000 €); Tempo d’Attesa di Claudia Brignone con il Premio Speciale della Giuria, prodotto da Amarena Film e Rai Cinema
Il Miglior Cortometraggio italiano è Un respiro parziale ma intero di Lorenzo Spinelli. La giuria composta da Erica Favaro, Ilaria Feole, e Luisa Porrino ha assegnato un ex aequo per il Premio Speciale della giuria: a Le Fenne di Giulia Di Maggio e Even Tide, co-produzione Italia-Svizzera diretta da Francesco Clerici.
La giuria ha inoltre omaggiato con la Menzione Speciale Osas e le donne di Benin City di
Gabriele Gravagna, per “dare particolare risalto a un cortometraggio che racconta il lavoro straordinario di Donne di Benin City, la prima associazione italiana contro lo sfruttamento della prostituzione, fondata e presieduta a Palermo da Osas Ekbon, da sempre in prima linea nella lotta contro la violenza sulle donne.” Il corto si è aggiudicato anche il Premio Rai Cinema Channel, che consiste nell’acquisizione dei diritti web e free tv per l’Italia.
La giuria composta dai critici cinematografici Roberto Baldassarre (Italia) Joanna Orzechowska-Bonis (Francia), Harri Römpötti (Finlandia) ha assegnato il premio Fipresci (Premio della Federazione Internazionale della Stampa Cinematografica) a Birth di Jiyoung Yoo (Corea del Sud) con la seguente motivazione:
“Birth è un’accurata dissezione femminista del ruolo delle donne che bilanciano maternità, lavoro e creatività nel nostro mondo competitivo, realizzata da una regista che si ispira al cinema di Yasujirō Ozu.”