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direttore Paolo Di Maira

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La Compagnia con DocXchange al Doc Day

La celebrazione del Doc Day al Festival di Cannes, oggi, 13 luglio, è stata l’occasione per fare il punto della situazione delle attività di DocXchange, il collettivo di sale internazionali dedite prevalentemente alla programmazione di documentari di cui fa parte anche il Cinema La Compagnia di Firenze, assieme a Hot Docs Ted Rogers Cinema di Toronto, Berta DocHouse di Londra, il Maysles Documentary Center di New York e il Documentary Film Center di Mosca.  Creata nel 2017 dalla comune volontà di rendere meno fragile l’ecosistema del cinema documentario, condividendo titoli, buone pratiche e idee su come attrarre e fidelizzare l’audience, questa rete ha come principale motore la passione dei suoi fondatori, che, durante la pandemia hanno intensificato ulteriormente i contatti, mentre sperimentavano con successo ognuno la propria piattaforma online. 

Tutti concordano sul fatto che il futuro sarà ibrido, pur nella ferma convinzione, che il “documentario sia una forma d’arte che necessità di una visione condivisa di fronte ad un grande schermo, magari seguita da una discussione al bar del cinema”, come ha sottolineato Elizabeth Wood di Bertha Doc House. Ma ci sono molti aspetti che hanno tratto beneficio dal digitale, come “la piattaforma dei festival, o quella dedicata al progetto di educazione all’immagine che sosteniamo, come Regione Toscana, con il programma Lanterne Magichenelle scuole del territorio, – ha osservato Camilla Toschi, programmatrice del cinema La Compagnia”. 

Il lavoro sui più giovani, audience del futuro,  è fondamentale e trasversale a tutte le sale della rete, che adesso ambisce a rafforzarsi anche all’esterno, aumentando il numero delle sale partecipanti, e agendo su iniziative di promozione comune,  magari con il supporto di un’agenzia internazionale, come Unifrance, suggerisce ancora Toschi, “la cosa più preziosa oggi, è condividere un contesto, sarebbe molto utile avere indicazioni e sostegno da parte di un’organizzazione di promozione”.

Rispetto a queste ultime, le sale si trovano a gestire ognuna un pubblico locale e dunque specifico, anche se in questi primi anni di networking sono emerse delle costanti, sia sui trend (vanno molto forte la moda e l’arte) sia su alcuni titoli, come Butterfly ad esempio, documentario italiano (di autori toscani, fra l’altro, Alessandro Cassigoli e Casey Kaufmann, prodotto da Indyca), che dopo esser passato da Hot Docs, è stato programmato da tutte le sale Doc Exchange su indicazioni di Chris McDonald, presidente del prestigioso festival del documentario canadese e direttore dell’omonima sala.

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