direttore Paolo Di Maira

ITALY FOR MOVIES/Il Cinema al servizio dei Beni Culturali

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Set di “Napoli velata”, regia di Ferzan Ozpetek. Nella foto Giovanna Mezzogiorno. Foto di Gianni Fiorito

Una delle sequenze più suggestive de “La Grande Bellezza” (2013) di Paolo Sorrentino ci accompagna in un tour notturno tra i più begli edifici di Roma che comprende i Musei Capitolini all’interno di Palazzo Nuovo; ci pora sull’Aventino, fino alla famosa serratura da cui si vede la Cupola di San Pietro, nel giardino della Villa del Priorato dei Cavalieri di Malta; continua a Palazzo Barberini, dove possiamo ammirare la Fornarina di Raffaello illuminata dalla fioca luce di un candelabro; poi nel cortile di Palazzo Spada, dove siamo ingannati dalla “falsa prospettiva” della galleria, lunga 8 metri (ma a noi sembreranno molti di più); per poi concludersi all’alba nel giardino di Villa Medici.

Ferzan Ozpetek in “Napoli Velata” (2017), posa lo sguardo sulla componente più esoterica della città partenopea, tra riti e tradizioni spesso oscure a chi vi approccia da straniero. Sono tante le bellezze che si intravedono dietro le azioni dei protagonisti: tra queste non sfuggono il cosiddetto “gabinetto segreto”, sala del Museo Archeologico di Napoli,caratterizzata dalla presenza di opere a sfondo erotico o la Cappella di San Severo, in cui è custodito il Cristo Velato, capolavoro di realismo settecentesco di Giuseppe Sanmartino.

“Inferno” (2016), film di Ron Howard tratto dal romanzo di Dan Brown, è ambientato a Firenze. Il Professor Robert Langdon si muove a suo agio nei Giardini di Boboli, abitati da statue di divinità romane. Percorre un passaggio segreto che gli dà accesso al Corridoio Vasariano, attraverso la Galleria degli Uffizi, che lo porta nel Salone de’ Cinquecento, a Palazzo Vecchio.
La soluzione dell’enigma che dovrà risolvere è dipinta all’interno della Battaglia di Marciano della Chianadel Vasari.

Ma se Napoli, Roma e Firenze appena descritte si svelano per quello che sono, molto spesso le opere d’arte si celano in luoghi a cui non appartengono, allo scopo di arricchirne il contesto.

Le riprese della seconda stagione della coproduzione Rai “I Medici” hanno coinvolto diversi scorci e palazzi tra Toscana, Lazio e Lombardia.
È tuttavia curioso che per decorare varie stanze siano stati utilizzati dipinti molto lontani dai saloni delle riprese: alle spalle dell’infermo Piero de’ Medici è visibile l’Affresco del Mese di Marzo dipinto da Francesco del Cossa e custodito nelSalone dei Mesi di Palazzo Schifanoia Ferrara; nella camera da letto di Lorenzo il Magnifico si trova l’Affresco dei Sei Savi Antichi capolavoro del Perugino che impreziosisce il Collegio del Cambio a Perugia; il salone del palazzo dei Vespucci, dove Botticelli incontra la sua Venere, è decorato con il pannello centrale del Trittico di San Vincenzo del pittore portoghese Nuño Gonçalves conservato al Museu Nacional de Arte Antiga di Lisbona.
Se dunque le città sono scrigno di opere d’arte ad uso e consumo di cinema e tv, capita spesso che il cinema al servizio dei beni culturali avvicini al grande pubblico opere non sempre alla portata di tutti.

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