All’effervescenza dei players internazionali – sia quelli storici che quelli emergenti – faceva da contrappunto, negli spazi del Palais di Cannes la “calma” degli italiani .
“L’Italia sconta più di altri paesi la crisi – ha diplomaticamente commentato il produttore Carlo degli Esposti incrociato tra gli stand del Mercato – perché esce da un ventennio di compressione. Però ci siamo: con una fatica maggiore perché veniamo da una storia che ci ha sfibrato”.
La soddisfazione per il ritorno, a fianco dell’APT , dell’ICE nella sua nuova veste di Agenzia per la Promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane, si raffredda nel costatare che il padiglione italiano non ha recuperato lo spazio perduto con l’assenza dell’ente pubblico nelle ultime due edizioni. Spazi angusti, dunque per le 26 aziende senza stand che hanno usufruito dell’”ombrello” ICE.
Le compagnie italiane più dinamiche sono state quelle di animazione. Quelle, cioè con maggior vocazione all’internazionalizzazione. Così la Rainbow di Iginio Straffi le cui Winx , arrivate alla 5° serie, viaggiano nel mondo con partner del calibro di Nickelodeon, Kid’s Warner Brothers, Disney e Cartoon Network . Forte della partnership con il colosso americano Viacom ( che ha acquisito nello scorso anno quote di minoranza dell’azienda marchigiana), Rainbow è alla vigilia di una nuova sfida, stavolta in sala, con “ Gladiatori di Roma 3D” , il lungometraggio costato 5 anni di lavoro e 35 milioni di euro in uscita nei cinema italiani il 18 ottobre. Nelle sale statunitensi approderà a Pasqua 2013.
Visibilità al Mipcom anche per Mondo Tv, che di recente si è proiettata verso gli emirati arabi, coproducendo la serie ‘Modesh’ con DEPE di Dubai , ed è reduce da un accordo con Turner Broadcasting per la distribuzione de “I Gormiti”: a Cannes ha lanciato la serie “The Drakers” coprodotta con Ferrari ( e ispirata, per l’appunto, al “mondo Ferrari”), pronta per l’autunno 2013.
Al Mipcom c’era naturalmente Atlantyca, lanciatissima azienda transmediale nota per aver creato il fenomeno editoriale “Geronimo Stilton” ( 75 milioni di libri venduti in 150 paesi e tradotti in 36 lingue) che ha generato anche due serie televisive di successo, distribuite in oltre 50 paesi. L’internazionalità del brand dell’azienda fondata da Pietro Marietti, ha permesso ad Atlantyca di distribuire a Cannes anche una serie di produzione russa, “The Fixies”, per i territori di Europa, Malesia, Singapore e Corea .
Ma in tema di distribuzione la novità forse più interessante è stata il debutto sulla Croisette di Aldebaran Distribution, prima società di distribuzione “pura”: “Il nostro unico scopo – ha detto a Cinema & Video International Anna D’Alessandro, che ha costituito la società assieme alla socia Cristina Angelucci, esperta in licensing – è distribuire nel mondo l’eccellenza italiana espressa nei prodotti d’animazione”.
L’ inizio è promettente: Aldebaran si è presentata a Cannes con un catalogo forte di marchi storici dell’animazione italiana, come The Animation Band ( “Lupo Alberto”, “Stefi”, “Spaghetti Family”) , Enanimation ( Uffa! Che pazienza), Gertie Production ( “Penny X”, “About Love”), e di una giovane società, la napoletana MAD Entertainment ( “La cantata dei pastori”, attualmente in lavorazione).
La novità è stata accolta con favore dagli operatori internazionali “contenti di avere un interlocutore unico che rappresentasse vari produttori”.
Muovendosi sul binario coproduzioni – vendite, Anna D’Alessandro e Cristina Angelucci hanno avuto una fitta agenda di appuntamenti con interlocutori importanti come la francese Moonscoop, la tedesca Kika, la britannica Red Kite e broadcasters come Tv Brasil, la franco-canadese CBC. Hanno riscontrato un grande interesse per i “classici” dell’animazione italiana,che per alcuni buyers stranieri sono stati una vera e propria scoperta ( “abbiamo colmato un vuoto”).
Nel verboso panorama italiano, popolato di convegni dove abbondano solo dichiarazioni d’intenti, l’avventura della Aldebaran, iniziativa dove Anna D’Alessandro ha investito soldi ed energie, cerca di tradurre nei fatti quel “fare sistema”, che altro non è che mettersi assieme per essere più forti.