
“L’empowerment del pubblico e la customer experience diventano value driver per il mondo cinematografico, da attuare in primis attraverso investimenti per una riqualificazione immobiliare e tecnologica delle sale”.
Giriamo questa raccomandazione agli esercenti, sicuri che ne trarranno vantaggio .
Per il resto, la seconda tappa dello scorso 17 giugno da Roma per The Italian Way (una roadmap virtuale organizzata da UniCredit) è stata l’occasione per rassicurare il mondo dell’imprenditoria cinematografica (“presenti” tra gli altri Francesco Rutelli, Francesca Cima, Benedetto Habib, Giampaolo Letta, Luigi Lonigro, Giuseppe Tornatore, oltre a Andrea Casini, Lucio Izzi, Salvatore Pisconti di Unicredit), che in questa fase di ripartenza Unicredit è pronta.
Come recita il comunicato dell’Istituto bancario, infatti, “con il Decreto Liquidità abbiamo previsto nuove soluzioni, non solo per i finanziamenti fino a 30 mila euro, ma anche per quelli fino a 800 mila e 5 milioni di euro garantiti dal Fondo Centrale di Garanzia e da SACE e abbiamo già erogato più di 1,3 miliardi di euro a circa 60 mila aziende italiane che hanno presentato le richieste per un finanziamento fino a 30 mila. Siamo consapevoli che è necessario un cambiamento importante e come UniCredit, quale partner dell’Italia e delle imprese italiane, vogliamo esserne parte”.
Quanto poi all’analisi della situazione, lo studio presentato da Laura Torchio, Industry Expert UniCredit, sugli effetti del Covid 19 sull’industria cinematografica e sulle nuove opportunità da cogliere, ha confermato valutazioni precedentemente espresse:
“1. Il primo, immediato effetto è stato il crollo delle entrate al box office. Si stima che nel primo semestre del 2020 il settore delle sale possa avere perso circa il 40% del proprio fatturato annuo.
2. Il secondo effetto è stato l’interruzione della catena di fornitura dei contenuti. I set cinematografici, in corso e in programmazione, si sono fermati (20 produzioni interrotte in Italia) e ci si aspetta un rallentamento delle nuove produzioni.
3. Il terzo è il crollo degli investimenti pubblicitari televisivi, che riduce i ricavi dei broadcaster con ripercussioni negative sulla produzione di nuovi contenuti audiovisivi
4. Il quarto effetto è il boom dei servizi di streaming, che hanno registrato un’impennata di nuovi abbonati nel periodo di lockdown”.
Dunque:
“Uno dei pilastri su cui lavorare in questa fase di ripartenza è investire nell’innovazione: innovazione nelle strategie di distribuzione sfruttando le piattaforme e innovazione nelle tecniche di produzione, facendo leva sulle nuove tecnologie, quali ad esempio la realtà aumentata, virtuale, interattiva che possono ridare speranza anche alle sale e aiutare ad abbattere tempi e costi di produzione. Le sale si confermano il comparto più vulnerabile della filiera, che sta subendo i contraccolpi maggiori dalla crisi. Per poter sopravvivere e prosperare nel post COVID sarà fondamentale che gli esercenti attuino un cambio di strategia, passando da un modello di business incentrato sul prodotto (il film) ad uno orientato allo spettatore”.