direttore Paolo Di Maira

ITALIAN FILM COMMISSION/Le Migliori Proposte

Foto Pietro Coccia

Di dieci punti si compone “La migliore offerta”per il cinema italiano, un decalogo che mette insieme tutti i soggetti della filiera dell’audiovisivo. “Dieci spunti di riflessione  e di dibattito su come potenziare il nostro cinema e renderlo internazionalmente più appetibile”: questo è il senso de La Migliore offerta,  l’evento organizzato dall’Associazione delle Film Commission Italiane con la Direzione Generale del Mibact al Festival di Cannes, all’interno dell’Italian Pavillion, e introdotto da Stefania Ippoliti, neo presidente di IFC, e dalle due vicepresidenti, Cristina Priarone e Nevina Satta.

Le Regioni e le Film Commission, antenne dei territori, sono il punto di contatto più utile per la ribalta internazionale, anche grazie alla loro creatività con cui, “negli ultimi dieci anni sono state all’avanguardia nel reperimento delle risorse, che sono andate a scovare anche in nuovi settori, oltre a quelli del turismo e della cultura: dalla formazione, all’ambiente, dallo sviluppo economico…” ha affermato Bruno Zambardino,   Docente di Economia ed Organizzazione del Cinema e della Tv alla Sapienza Università di Roma

Ma come mettere a sistema queste risorse e far sì che non vadano disperse?
Marta Donzelli, produttrice di Vivo Film, lancia alcune indicazioni. Prima di tutto   supportare di più le coproduzioni: “Le politiche degli ultimi anni hanno favorito spesso le produzioni esecutive rispetto alle coproduzioni, fatta eccezione  per le ultime iniziative, come ad esempio il bando di co-sviluppo con la Francia. Credo che lo sviluppo sia una fase da supportare, perché le coproduzioni hanno costi onerosi, soprattutto nelle fasi iniziali di concepimento di un progetto:la traduzione delle sceneggiature, i viaggi per incontrare i partners, la ricerca di locations… “

Donzelli ha poi ripreso il tema, già affrontato da Roberto Olla, direttore di Eurimages, delle coproduzioni minoritarie (nelle modifiche alla Convenzione Europea, che sarà modificata nei prossimi due anni, si prevede un abbassamento delle quote minime di coproduzione, che per ora sono del 10%”, ha detto Olla): “il Fondo del Medienboard della Regione di Berlino ha quest’anno a Cannes 6 progetti che non sono maggioritari tedeschi, quindi penso che la possibilità delle regioni di investire in coproduzioni minoritarie possa essere molto interessante.”

Altra urgenza, manifestata da Donzelli, è la “semplificazione”. Rappresentano infatti un ostacolo  “l’incertezza dei tempi di assegnazione delle risorse e  l’assenza di una continuità delle politiche, che spesso si manifesta a livello regionale e che per un produttore italiano che si voglia porre come player sul mercato internazionale costituisce un deficit”.

Di semplificazione ha parlato anche Guido Cerasuolo, presidente dell’Associazione dei Produttori Esecutivi, in termini di “trasparenza e rispetto di un sistema di regole condiviso che riguardino i nostri beni più importanti”. L’intervento di Cerasuolo si rifaceva a quello di  Stèphane Martinet, Vice Direttore della Commission du Film Ile-de-France sull’utilizzo del patrimonio artistico da parte del settore audiovisivo. Utilizzo decisamente meno complesso in Francia “E’ attraverso le Film Commission che va ricercata la soluzione”, ha esortato Cerasuolo.

Il concetto di semplificazione, in termini di maggiore efficienza e risparmio energetico, investe anche il tema delle produzioni sostenibili. A due anni di distanza dalla presentazione di “Edison Green Movie”,  Andrea Prandi, direttore relazioni esterne, e Francesca Magliulo, corporate responsability manager della società, sono tornati a Cannes per parlare dei 5 film (fra cui “Torneranno i prati” di Ermanno Olmi e “Il Capitale Umano” di Paolo Virzì) con cui lo hanno applicato producendo un’efficienza sia ambientale che economica.

“Ci sono varie Film Commission in Europa, e ora anche in Italia, che attribuiscono punteggi  di merito a chi adotta certe pratiche, –  ha detto Nevina Satta che con Sardegna Film Commission, di cui è direttore, sta lavorando sulla vocazione eco-sostenibile del cinema” (vedi lo speciale di Cinema&Video International).

“Si sta lavorando anche a livello nazionale perché   l’ecosostenibilità diventi un  valore aggiunto per la produzione,  a brevissimo – ha anticipato Satta -. Anche in Italia riusciremo ad avviare un protocollo. Ci sono moltissime azioni che le regioni hanno sviluppato nel settore turistico e produttivo legate non solo al riciclo ma anche al risparmio energetico: cose che non sono più rimandabili, che fanno parte della nostra quotidianità e che il cinema deve usare anche per costruire un immaginario del risparmio energetico e dell’ecosostenibilità. La filiera della green economy, inoltre,  ha molto interesse a investire nei prodotti e nel Made in Italy attraverso il tax credit esterno.”

In chiusura dell’incontro, Maria Giuseppina Troccoli, Dirigente Servizio II, e Iole Giannattasio, Coordinatrice del Centro Studi del Mibact, hanno annunciato la realizzazione, in partnership con IFC, di un portale unico del cinema, “La Bussola del cinema italiano”, che promuova le risorse culturali, artistiche e industriali del cinema italiano e dei suoi territori.

L’annuncio ha  enfatizzato la carica propositiva dell’incontro. Siamo per ora alle “migliori proposte”, ma tutto lascia intendere che nell’appuntamento che gli organizzatori mostrano di voler rinnovare a Cannes 2015 possa essere presentata agli operatori internazionali “la migliore offerta”.

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