direttore Paolo Di Maira

INDUSTRY BOOKS 3/Edizione molto British

Industry Books 2011 concentrerà  sugli autori britannici la selezione dei titoli non italiani da proporre ai produttori internazionali: la scelta è connessa al Focus che il Festival del Film di Roma dedica al Regno Unito.
Questo fatto conferisce particolare appeal all’edizione numero 2: il paese di Harry Potter può vantare un indiscutibile primato nel rapporto tra libri e film.
Per averne conferma basta scorrere l’annuario statistico 2011 sull’industria audiovisiva britannica redatto dal British Film Institute: dei 20 film di maggior successo di tutti i tempi nel mondo, 13 sono stati tratti da libri pubblicati da autori britannici.

 

“Un bel contributo dell’editoria al mondo del cinema”, sottolinea con soddisfazione, nel citare il dato, Valeria Notari, responsabile dei settori editoria e cinema di UK Trade & Investment, l’agenzia governativa che assiste le imprese britanniche sui mercati esteri e le aziende estere che effettuano investimenti nel Regno Unito.
L’industria editoriale del Regno Unito occupa il quinto posto nel mondo: un mercato che sforna 120 mila nuovi titoli all’ anno, il 40% dei quali esportati all’estero (altro primato).
E’ costituito da 2360 editori, di cui solo 90 hanno un fatturato che supera i 5 milioni di sterline, mentre 1910 sono al di sotto del milione. Nel 2009 il settore occupava circa 28 mila persone.
La Publishers Association rappresenta i grandi editori (120 membri), le piccole case editrici si raccolgono nella Independent Publishers Guild (550 associati), ma un ruolo cruciale, nel mercato dei diritti, lo svolgono in Gran Bretagna gli agenti letterari, anche loro riuniti in un’associazione, che conta circa cento membri.

Nel contatto con queste associazioni ha dato un apporto decisivo Valeria Notari, informando sull’iniziativa romana, e conquistando la loro disponibilità  e il loro interesse a partecipare alla selezione.
“Oltre che al Salone del Libro di Torino, gli editori britannici assicurano una grossa partecipazione alla Chidren Book Fair, l’evento bolognese specializzato nell’editoria per bambini. Mancava “” racconta la responsabile “” una presenza britannica ad un evento legato all’audiovisivo, almeno dai tempi del Mifed, quando partecipava con la PACT (l’associazione dei produttori) e a cui la nostra organizzazione, grazie anche alla comune base operativa, Milano, dava un notevole supporto”.
Ora che il Mifed non c’è più, ma The Business Street sta ricostruendo un tessuto commerciale attorno al festival cinematografico di Roma, un evento come Industry Books, un “cameo” nel Mercato romano, prova a riattivare le relazioni tra le industrie dei contenuti dei due paesi.
In quanto parte delle “industrie creative”, editoria e audiovisivo sono comparti “prioritari” nella nuova strategia di UKTI.
E Industry Books è stato individuato come interessante opportunità  per gli editori britannici.

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