Opere prime, low budget, indipendenti, di qualità : queste le parole che definiscono la nuova vitalità di quel cinema italiano che riesce sempre più spesso a conquistare spazi distributivi grazie all’intuito di pochi e alla costanza e all’impegno di molti.
E così la sonnacchiosa Venezia, pur generosa di riconoscimenti verso i titoli più affermati, ha trovato “˜piacevoli risvegli’ nelle sezioni collaterali: nella Settimana della Critica con “Pranzo di ferragosto” ( Premio “˜Francesco Pasinetti’ per il miglior film italiano) di Gianni di Gregorio, il cui sorprendente riscontro al box office sembra confermare la scommessa di Matteo Garrone e di Fandango, e nelle Giornate degli Autori, con “Un altro pianeta” di Stefano Tummolini.
In questo caso la scommessa è ancora più audace, perché il particolare iter produttivo e l’incredile budget del film (980 euro) creano un caso, di cui abbiamo parlato con Angelo Draicchio, alla guida di Ripley’s Film che ha deciso di firmare produzione e distribuzione del progetto: “Questo film è un’ossessione che Tummolini inseguiva da circa dieci anni, nasce come opera collettiva fra cast, troupe e regista.
Tutti gli attori, che provengono dal teatro, hanno lavorato a titolo gratuito, ed è stato girato in HDV, il supporto più economico per l’alta definizione, in sette giorni.
Il nostro ruolo è stato quello di produttori atipici, che accompagnano un progetto girato con mezzi molto poveri ma con grande attenzione, freschezza e spontaneità : per non alterarne la natura di fondo abbiamo scelto di non intervenire più di tanto, anche in sede di post-produzione. L’abbiamo comunque “˜portato’ a 35 mm, con una risoluzione audio notevole.”
La selezione all’interno delle Giornate degli Autori è stata una sorpresa, spiega Draicchio:
“Il merito è soprattutto di Fabio Ferzetti, che se ne è innamorato.
Noi non eravamo certi che avrebbe interessato un festival, perché c’è moltissima produzione di opere prime in Italia in questo momento, anche se il 60% di queste non vedrà mai le sale.
Questa particolare modalità produttiva non è poi così nuova: anche il primo film di Nanni Moretti (“Io sono un autarchico”) fu girato in 8 mm con la partecipazione amichevole di molta gente, anche se forse non in maniera così estrema come in questo caso.”
E non sarà sul tasto del low “”no budget, continua Driacchio, che batterà l’attività promozionale:
” Il film uscirà in sala l’11 novembre, sarà promosso perché è bello, perché emoziona e commuove anche nelle sue piccole ingenuità , e conquisterà il pubblico.
Faremo un’uscita prudente per testare la reazione degli spettatori, non ci aspettiamo ovviamente incassi milionari, però a Venezia abbiamo visto la sala da 1300 posti piena, con la gente che è rimasta fuori, e anche nelle proiezioni organizzate a Roma e Milano c’è stato un lungo applauso e forte commozione nel pubblico.”
Prosegue dunque all’insegna della qualità l’attività distribuitva che la Ripley’s aveva ripreso all’inzio del 2008 (essendo l’editoria homevideo di qualità il suo core business), portando al cinema”Joe Strummer, the future is unwritten”, biodoc di Julien Temple su Joe Strummer:
“Il nostro obiettivo non è quello di porre il cappello di “˜cinema nobile’ ai nostri prodotti, a guidarci nella scelta è un’idea di spettatore che si vuole sentir raccontare una bella storia, dove si può ridere e commuoversi.”
A questa filosofia rispondono anche le acquisizioni Ripley’s di altri due film passati dalla passerella veneziana: il thriller sloveno “Lanscape no. 2” di Vinko Mà¶derndorfer (presentato anch’ esso all’interno delle Giornate degli Autori) e la coproduzione Etiopia-Germania-Francia “Teza” di Haile Gerima, vincitrice del Premio speciale della giuria e dell’Osella per la migliore sceneggiatura.
Del listino Ripley’s fanno parte, inoltre, “Tony Manero” di Pablo Lorrain, presentato nella scorsa edizione del Festival di Cannes (Quinzaine des Realisateurs) e che probabilmente rivedremo al Torino Film Festival, e il bellissimo “Love & Other Crimes” del serbo Stefan Arsenijevic, presentato al Panorama Special dell’ultima Berlinale, e che uscirà a febbraio 2009.
“Siamo ancora ai “˜blocchi di partenza’ con l’attività distributiva,- conclude Driacchio,- stiamo lavorando al nostro posizionamento con una comunicazione mirata per l’esercizio.
Gli esercenti, comunque, sono meno ignari di quanto si possa pensare: spesso sono loro che vedono i film nei festival internazionali e decidono di dargli forza solo grazie alla propria convinzione.
Naturalmente tutto ciò si inserisce in un mercato molto complesso, caratterizzato da uscite fiume: uno dei punti critici di questo sistema sta proprio nel distribuire 400, 500 copie di alcuni film italiani senza essere sicuri dei risultati.
Questo ovviamente va a togliere spazio ai film più piccoli.”