di Chiara Gelato
L’idea, affascinante e ambiziosa, è quella di affidare alla capacità creativa di tanti protagonisti del cinema il compito di creare un nuovo corso del cinema indipendente italiano con la messa a punto di un modello produttivo e distributivo inedito (almeno in Italia, perché all’estero è già diffuso da tempo).
Libero da tv e da major, a basso costo e affidato a un circuito di distribuzione multipiattaforma: dalla sala alla rete.
Per farlo, i creatori di Indicinema, prima federazione cinematografica indipendente in Italia, hanno chiamato a raccolta attori, registi, produttori, circoli di cinema e sindacati.
E il mondo del cinema ha risposto all’appello, a giudicare dalle sigle che hanno aderito all’iniziativa, una serie destinata a crescere.
Dietro a Indicinema ci sono infatti, in veste di promotori, Anac, Artisti 7607, Artisti Indipendenti 2010, Consequenze Network, Fidac, Pmi Cinema “” mentre hanno già aderito Articolo21, Arci/Ucca, Federconsumatori, Sai Sindacato Attori Italiani e Sncci, ponendo sul tavolo una serie di proposte finalizzate a creare un modello partecipativo che coinvolga tutte le figure del cinema.
Un impianto che consentirà un incremento delle produzioni – almeno cinquanta film in più l’anno, affermano i promotori – e una diversificazione dell’offerta, grazie a un approccio meno subordinato alle esigenze dettate dalle tv e soprattutto all’ampliamento dei soggetti produttivi e artistici che potranno servirsi di nuovi canali d’accesso e di distribuzione.
“Il modello produttivo che proponiamo” “” spiega Stefano Pierpaoli di Consequenze Network, tra i creatori, insieme a Emanuele Cerman (Artisti Indipendenti 2010) e Alessandro Rossetti (Anac), del progetto “” “prevede un tetto massimo di costi, che corrisponde a 600mila euro per i film e a 125mila per i documentari.
Il 50% di questa cifra pensiamo debba essere erogato dallo Stato (MiBAC e MiSE) attraverso la costituzione di un Fondo speciale, mentre il rimanente 50% potrà essere finanziato da privati, Regioni ed enti locali.
Principi base per aderire ad Indicinema sono l’assenza di un pre-contratto con le televisioni e la trasparenza nell’uso della risorsa pubblica”.
Quanto al modello distributivo?
“Ci rivolgiamo al nuovo panorama multipiattaforma. Abbiamo siglato un protocollo d’intesa con la Federconsumatori – che vuole recuperare le piccole sale di prossimità , quelle dismesse nei vari comuni italiani – e un accordo con Arci/Ucca (Unione Circoli Cinematografici), che aderisce al progetto Indicinema.
Ma non escludiamo la distribuzione nei multiplex e nelle multisale, perché vogliamo dimostrare che il cinema indipendente può fare mercato, anche all’estero. Quanto alla rete, miriamo a conquistare un canale sul digitale terrestre”.
Per ora Indicinema muove i suoi primi passi nel mondo delle istituzioni, passaggio obbligato per entrare nella discussione di una legge di sistema:
“Chiediamo allo Stato la cancellazione del reference system e l’eliminazione della limitazione alle opere prime e seconde.
Per questo abbiamo invitato il ministro Galan ad un incontro, dopo quello già avvenuto con Nicola Borrelli, direttore generale per il cinema del Mibac.
Nel 2012 contiamo di cominciare ad essere operativi: saremo un riferimento per gli operatori del settore e un marchio di garanzia per il pubblico, vero protagonista del nostro progetto”.
In attesa della presentazione veneziana, a settembre, nella cornice delle Giornate degli Autori, Indicinema ha esordito a Roma, all’Ex mattatoio di Testaccio, con le notti di “Cinema Indipendente al Macro”, l’appuntamento del giovedì sera con la proiezione di corti e lungometraggi prodotti dal cinema indipendente italiano.