A cosa servono i Festival? La risposta l’ha data sinteticamente il vicepresidente dell’Associazione Festival Italiani Cinema (AFIC) Giorgio Gosetti (“sono la spina dorsale del rapporto spettatore – sala”), nel moderare l’incontro organizzato stamattina dall’Associazione negli spazi dell’Ente dello Spettacolo all’hotel Excelsior del Lido di Venezia, per poi passare, con la partecipazione di Chiara Valenti Omero, Presidente AFIC, Stefania Ippoliti Direttore Toscana Film Commission e Enrico Bufalini Project Manager Creative Europe Desk Italia, al nocciolo della questione: il sostegno pubblico e i criteri di assegnazione dei contributi; trovando in Nicola Borrelli direttore Generale DGCinema e Maria Giuseppina Troccoli dirigente servizio Cinema e Audiovisivo del MiC, collegati da remoto, attenti interlocutori.
Se Enrico Bufalini ha ribadito l’importante ruolo dei Festival nell’azion non solo cambiae di MEDIA, anticipando i che nuovi orientamenti del Programma per il nuovo settennato favoriscono il networking tra i festival, Giorgio Gosetti ha ribadito che l’emergenza Covid impedisce che tutto torni come prima, a maggior ragione per i Festival, che “devono attrezzarsi per una innovazione tecnologica e comunicativa”. In sostanza, il lavoro non solo cambia, ma si moltiplica e questo apre alla necessità di dotarsi di nuove figure professionali. Il problema. secondo Gosetti, non è soltanto ”mettere” più soldi, ma “come li mettiamo e quando sappiamo di poterli mettere”.
Chiara Valenti Omero, ha ricordato che AFIC sta lavorando a nuove forme di attrazione di investimenti , come l’accessibilità all’Art Bonus e al tax credit da parte dei Festival, ribadendo che il rapporto con i territori è fondamentale.
Particolarmente interessante, di conseguenza, è stato l’intervento di Stefania Ippoliti, direttrice di Toscana Film Commission.
“I Festival – ha detto -sono un’eccellente occasione di crescita culturale, ma anche l’occasione per trovare audience ai film. Noi a Firenze gestiamo anche una sala, perché il lavoro delle Film Commission è far fare bei film ma anche porsi il tema che i film siano visti dal pubblico”.
La proposta: “Come Film Commission, insieme alle nostre Regioni, proponiamo di intensificare i confronti costruttivi con AFIC e con la Direzione Generale Cinema perché siamo profondi conoscitori delle realtà festivaliere dei nostri territori e possiamo aiutare il lavoro degli esperti chiamati dal MiC a valutarli. Proponiamo perciò di ripristinare la prassi delle consultazioni una volta esistenti tra Regioni e Direzione Generale, adeguando questi confronti alle modalità previste alla luce della Legge Cinema e dei relativi decreti attuativi”.
La direttrice di Toscana Film Commission ha indicato i vantaggi di un maggior coinvolgimento di questi organismi, come promuovere più collaborazioni tra i festival e favorire sinergie fra i diversi territori, magari anche immaginando di creare una “card festival” che promuova i Festival di Cinema negli itinerari turistici. “Proponiamo una collaborazione più stretta con DG Cinema, che comporti anche, per i Festival, l’essere giudicati con attenzione e con la cura necessaria. Occorre infine che i tempi di uscita dei bandi pubblici siano più tempestivi e altrettanto lo siano i risultati, allo scopo di rendere più sensato il lavoro di chi li organizza e migliore la qualità del festival”.
Gli interventi sono stati seguiti con grande attenzione dalla “controparte”: se Nicola Borrelli, apprezzando i suggerimenti, ha assicurato che sarà migliorata la tempistica dei bandi, Maria Giuseppina Troccoli ha convenuto che è possibile semplificarne i parametri al fine di renderli più chiari.