L’amicizia fra un professore dell’università di Bari e un brillante killer che, per sdebitarsi di un favore, si offre di uccidere qualcuno ‘di ‘scomodo’ per lui, un nemico che però sembra non esistere: “Un nemico che ti vuole bene” è una black commedy diretta dal regista italo-svizzero Denis Rabaglia, una co-produzione fra l’italiana Falkor Production e la Turnus Film di Zurigo, sostenuta da Apulia Film Commission, che uscirà al cinema in autunno con Medusa.
Tra gli ingredienti, un cast capitanato da Diego Abatantuono, nel ruolo del professore (Abatantuono è anche autore della sceneggiatura assieme al regista, Heidrun Schleef, Luca de Benedittis e David McWater), il killer Antonio Folletto, “un attore fantastico”, dice Rabaglia, Sandra Milo, l’attrice pugliese Annabella Calabrese, Massimo Ghini, Antonio Catania, Roberto Ciufoli e Mirko Trovato.
E naturalmente le location pugliesi: l’ambiente borghese dell’università di Bari, Trani, dove vive il protagonista con la famiglia, e la casa al mare in un luogo che, precisa Rabaglia, “potrebbe sembrare il Gargano, anche se invece abbiamo girato fra Lecce e Tricase”. 5 settimane di riprese in Puglia, da fine gennaio a marzo, che hanno toccato anche Cavallino, Monteroni, Ruffano e Copertino; e una in Svizzera, a Gstaad, “perché questo è un racconto che ha bisogno di una polarità nord-sud, e c’era la necessità che si concludesse in una location lontana, da jet-set”.
A distanza di 19 anni da “Azzurro”, interpretato da Paolo Villaggio e girato nel 199 fra Porto Badisco, Maglie e Lecce, Rabaglia torna in Puglia con due progetti diversi e indipendenti fra loro.
Prima di iniziare il set, nello scorso gennaio, il regista aveva infatti condotto a Lecce Production Value, il workshop organizzato da Focal resource di Amsterdam, di cui è Head of Studies da 12 anni.
Una masterclass di formazione volta a rafforzare la relazione, fondamentale, fra giovani aiuto registi e produttori esecutivi europei: “ne scelgo dodici, sei e sei, fra coloro che hanno già all’attivo almeno un film di budget medio europeo (tipo di 2 milioni di euro) e, in coppia, li faccio lavorare su progetti di film molto complicati, che si svolgono in paesi diversi dai loro, e con costi molto elevati (il più alto quest’anno è stato 32 milioni di euro), di cui devono realizzare il piano di lavorazione e il budget, coadiuvati da colleghi esperti, che hanno alle spalle una carriera importante, scelti tra i ‘top level’ del settore, come gli italiani Marco Valerio Pugini, Alberto Mangiante o Stuart Renfrew, l’aiuto regista di Stephen Frears.
Si tratta di un workshop itinerante, che ogni anno viene ospitato da un diverso fondo regionale, ed è sostenuto dalla Svizzera (Focal Switzerland), da Europa Creativa, Norwegian Film Institute, Swedish Film Institute, Finnish Film Foundation.
“Nel frattempo, – continua Rabaglia,- i produttori esecutivi di “Un nemico che ti vuole bene” mi hanno proposto di girare il film in Puglia. Non ci ho messo molto ad accettare: per le locations, così numerose e varie, data la vastità di questa regione, il supporto finanziario (il film ha avuto 350 mila euro del fondo di supporto alla produzione, n.d.r.), le infrastrutture.”
Infatti, a parte il piacere di aver ritrovato alcuni professionisti (“un macchinista e un attrezzista avevano già lavorato con me vent’anni fa: erano al loro primo film”), e di luoghi (“abbiamo girato in un appartamento del Palazzo Cezzi di Lecce, già usato per “Azzurro”, una location molto frequentata dal cinema, scelta anche da Ozpetek”), la situazione che Rabaglia si è trovato davanti è molto cambiata: “In quegli anni non c’era nessuna struttura, le maestranze erano pressoché aiuto-maestranze, adesso in tutti i reparti trovi professionisti e in alcuni casi anche capi-reparto, a cui mi auguro che le produzioni romane daranno sempre più spazio decisionale e potere artistico. Nel film, ad esempio, il capo reparto del suono era pugliese, e, in generale, in una troupe di circa 65 persone, più della metà erano professionisti locali.”
“Un Nemico che ti vuole bene” ha visto anche il debutto di una nuova società, la Falkor Production, creata intorno al progetto, con cui Mauro e Andrea Preti iniziano la loro avventura produttiva. Ad affiancare loro e Rabaglia, un produttore creativo che è anche il montatore del film, Claudio Di Mauro, “mio partner artistico, uno dei grandi montatori del cinema italiano, che ha lavorato con tutti, da Antonioni a Muccino, Genovesi, Ficarra e Picone…” Addirittura, la Tramp Limited di Ficarra e Picone è fra i co-produttori italiani, assieme alla società milanese Viva Productions. La parte svizzera, minoritaria, vede, oltre alla Turnus Film, l’Ufficio Federale Cultura (l’analogo svizzero del MIBACT) e la RSI – radiotelevisione svizzera italiana.