Cina, Corea, Crimea e Siria: sono que- sti gli unici paesi dove Netflix non è presente: si stima che il gigante americano del video on demand, che quest’anno investirà circa 6 miliardi in contenuti, raggiungerà i 70 milioni di utenti negli Stati Uniti a fine 2016, e 70 milioni di utenti nel mondo a fine 2017.
Ciononostante Netflix deve misurarsi con una concorrenza sempre più agguerrita: Amazon Originals di Ted Hope, Amazon Prime, Hulu, e il nuovo Mubi, che sta per essere lanciato in Cina.
I nuovi players digitali sono i protagonisti, assieme alle sale, degli esperimenti di day and date che in America “sembrava potessero rappresentare il nuovo modello di business con alcuni risultati eccezionali, come il successo di “The Interview”, distribuito da Sony, che ha totalizzato oltre 40 milioni online”, ha spiegato Linda Beath di Ideal Filmworks Italia, che a When East Meets West ha moderato il panel dedicato al mercato digitale, The Disorderly Digital Marketplace. – A questi si alternano però, insuccessi notevoli, che ci fanno essere più cauti. E’ il caso di “Beasts of no Nation”, che Netflix ha acquistato per il doppio del suo budget (6 milioni di dollari), contando su una nomination agli Oscar che poi non è arrivata: al box office ha realizzato solo 90.777 dollari”.
Ma il disordine e’ soprattutto sul versante europeo, dove le uscite day&date sono ancora esperimenti isolati, osteggiate dagli esercenti.
Dove la visione online di film e contenuti audiovisivi è molto squilibrata, a favore dei paesi del Nord e Atlantici, e dove si fa sempre più urgente, ha sottolineato Beath, che l’industria del cinema indirizzi le proprie competenze e le proprie energie nella ridefinizione dell’iniziativa del mercato unico digitale (digital single market strategy).
L’ opportunità per parlarne potrebbe essere il prossimo European Film Forum che si terrà alla Berlinale il 15 di febbraio.