“Arriverà molto presto il momento in cui l’Europa costituirà davvero l’altro polo rispetto agli Stati Uniti e le esportazioni cambieranno direzione. La tecnologia, il tax credit, la scrittura, i talenti: ci sono tutti gli elementi in campo perché si producano serie che costano la metà di quelle d’oltre oceano, e esprimano il 90% della loro qualità”.
Ne è sicuro Brendan Fitzgerald, SVP International Co-Productions di Sony Pictures Television (Spagna). Concorda Elisabeth D’Arvieu, CEO della francese Mediawan, intervenuta con Fitzgerald all’interno del panel del MIA dedicato ai Nuovi Modelli degli Studios.
Altro punto di convergenza, e ormai tendenza del mercato, è il decrescente numero di progetti commissionati dagli streamers: “Abbiamo riscoperto il valore dei broadcasters locali”, dice Françoise Guyonnet, Executive Managing Director TV Series della francese StudioCanal.
“Le commissioni riguardano sempre di più importanti proprietà intellettuali, per ridurre i rischi. C’è inoltre una maggiore pressione sui costi, che ha portato alla ribalta nuovi generi, come i documentari e i programmi unscripted” ” Osserva D’Arvieu, citando ad esempio Nouvelle Ecole, “un enorme successo in Francia”. E aggiunge: “ gli streamers stanno diventando più flessibili, sia in termini di cessione dei diritti, che nel trovare forme di collaborazione intelligenti con i broadcasters tradizionali.” Due esempi: la serie The English, firmata da BBC Uk, Amazon e Canal Plus, e Call my Agent: “una serie dall’appeal internazionale che inizialmente era di France Tv, poi è stata venduta a Netflix, ed ha attraversato il mondo sia come ready made che come remake: in Italia sono in corso adesso le riprese della seconda stagione.”
Altri prodotti ambiti sono le cosiddette returning series, quelle cioè che hanno potenzialità di avere seguiti di stagione.
E proprio oggi sono state annunciate le riprese della serie targata Mediawan e basata su una IP molto forte: Il Conte di Montecristo, prodotta da Palomar in collaborazione con la francese Demd Productions e in associazione con Rai Fiction, France Televisions e Entourage Ventures.
Si svolgeranno fino a metà dicembre fra l’Italia, la Francia e Malta: a dirigerle sarà il regista danese Bille August (Pelle the Conqueror, Palma d’Oro al Festival di Cannes e Oscar per il Miglior Film, The Best Intentions, altra Palma d’Oro, The House of the Spirits, Les Misérables, 55 Steps).
Edmond Dantes sarà interpretato dall’attore britannico Sam Claflin (Pirates of the Caribbean: On Stranger Tides, Hunger Games, Peaky Blinders, Daisy Jones and the Six), a capo di un cast internazionale che include Ana Girardot, Mikkel Boe Følsgaard, Blake Ritson, Karla-Simone Spence, Michele Riondino, Lino Guanciale, Gabriella Pession e Nicolas Maupas.
Sarà un omaggio a Dumas, con una prospettiva moderna e sensibile che porterà lo spettatore nelle profondità della psiche dei personaggi, e darà un punto di vista nuovo sui personaggi femminili, una per tutte, la giovane Haydée, darà una nuova svolta al racconto: non più una schiava spaventata, ma una donna coraggiosa ed emancipata.
E a proposito del revival di documentari, Mediawan ha inoltre annunciato di aver acquisito i diritti di distribuzione della serie The young Berlusconi, che esplora gli albori della carriera del controverso uomo d’affari e politico. Si tratta di una co-produzione fra la tedesca Leonine (Gebrueder Beetz) (Leonine), e l’italiana B&B Film per Netflix in Italia, Arte in Francia e ZDF in Germania. Mediawan la distribuirà nei restanti territori ed inizierà le vendite al Mipcom il prossimo 16 ottobre.
StudioCanal ha le idee molto chiare sulla propria linea editoriale: “Siamo particolarmente interessati ai progetti che ci arrivano dai talenti, come la prima serie tv di Xavier Dolan, La nuit où Laurier Gaudreault s’est réveillé (The Night that Logan woke up), quella di Thomas Vinterberg, Families like ours, attualmente in post-produzione, o D’Argent et de Sand) di Xavier Giannoli (e Frédéric Planchon, n.d.r.), recentemente presentata a Venezia.” Dice Guyonnet.
Molto chiara anche la visione di Sony: “cerchiamo serie drama contemporanee da un’ora, di origine europea, con un budget fra 1 e 3 milioni di euro, con una preferenza per le storie di detection e di mistero.” Nella contrazione dei costi che “ci obbliga a produrre con molto meno di prima”, e nel ribadire la predilezione, anche di Sony per le returning series, Fitzgerald vede anche un potenziale nelle trilogie di tv movies.