La presenza al Festival Internazionale di documentario Visioni dal Mondo, di cui torna ad essere partner assegnando un premio speciale a My Game Changer, uno dei progetti presentati nei pitch di Visioni Incontra, è uno degli step che marca il ritorno di Lombardia Film Commission dopo il periodo di stallo che ha fatto seguito alle note vicende giudiziarie e alla mancanza (dal 2017) di un fondo che sostenga il comparto audiovisivo che in Italia, per numero di imprese, è secondo solo al Lazio.
Del nuovo corso della film commission ha parlato il presidente, Marco Allena, all’interno di un panel ospitato proprio a Visioni Incontra, e moderato da Cinzia Masòtina
In particolare Allena ha parlato dei nuovi fondi, risorse europee che passando dall’assessorato alla cultura (“l’origine comunitaria spiega la maggiore lentezza nella loro finalizzazione: li abbiamo annunciati a maggio, e dovrebbero arrivare fra il 22 e il 23, in modo da permetterci di scrivere i bandi e di ripartire davvero, così come ci chiedono gli operatori).
Della necessità di accrescere i soggetti facenti parte della fondazione (che ad oggi è partecipata solo da Regione e Comune): “auspico l’ingresso di privati (penso ad alcune banche o ad altri soggetti presenti sul territorio). Prima però occorre un rilancio di immagine, a causa delle vicende giudiziarie che, ci tengo a sottolineare, toccano singole persone fisiche, e non l’ente, che è invece destinatario di importanti risarcimenti a livello d’immagine. Vorremmo anche allargarci geograficamente, e stiamo raggiungendo un importante accordo con il territorio di Como-Lecco, che vorremmo fosse il primo di tanti altri.”
Sul tema della governance e dei rapporti con il territorio che “ha una resilienza fuori dal comune” ricorda Masòtina, citando i molti piccoli produttori e professionisti che “hanno contribuito a portare la Lombardia nei festival internazionali senza poter contare su sostegni”, Allena ha ricordato che rappresentante del comune in Fondazione è Andrea della Valentina il quale, anche se non formalmente, fa parte di CNA: “il suo è un apporto fondamentale di conoscenza del territorio, che sarebbe difficile avere in figure di altro tipo. Grazie a lui e a Michaela Guenzi (direttrice di Lombardia Film Commission, ndr), abbiamo fatto degli incontri con i documentaristi, con il mondo del gaming, tutte realtà che sono ben presenti alla film commission, e ci saranno bandi dedicati a questo mondo.”
I fondi sosterranno le piccole e medie imprese o le grandi? Quale attenzione verrà data ai giovani? E ancora: quanto conterà nella mission la promozione turistica attraverso l’audiovisivo a scapito di altre leve? Questi le principali preoccupazioni degli operatori presenti all’incontro. Luca Ferrario, direttore di Trentino Film Commission e vice presidente di Italian Film Commission ha una posizione non divisiva: “Non serve creare compartimenti stagni fra turismo, cultura, sviluppo economico: il lavoro intelligente che stanno facendo alcune film commission è proprio considerare di volta in volta quale può essere il valore aggiunto di ogni produzione. Allo stesso modo il fatto di attrarre ‘i big’ non esclude di coltivare i talenti locali”.
L’incontro ha avuto una coda polemica con l’annuncio della composizione del comitato di indirizzo della film commission (composizione peraltro già resa nota a Venezia durante la Mostra del Cinema), costituito – è stato fatto notare dal produttore indipendente Francesco Fei – solo da rappresentanti di grandi gruppi, e in maggioranza non italiani (Banijai, Fremantle, Amazon, oltre che Mediaset e Rai Fiction), sottolinea Stefania Ippoliti, responsabile di Toscana Film Commission, evidenziando come sia “quantomeno curiosa una scelta di campo a favore delle più grandi produzioni, specialmente in un momento in cui molte società di produzioni italiane sono diventate di proprietà di grandi gruppi esteri.
In risposta alla polemica, Allena specifica che “il comitato è aperto, e non si esaurisce con questi membri, stiamo individuando una o più persone che siano espressione del territorio lombardo inteso anche come piccola e media impresa. Inoltre, ci tengo a precisare, che l’organo è del tutto informale, e la sua funzione sia meramente consultiva: non avrà nulla a che vedere con l’assegnazione dei fondi previsti dai bandi.”