Il meglio del cinema dell’Europa centro orientale torna con la 32esima edizione del Trieste Film Festival, che sarà online (su Mymovies) dal 21 al 30 gennaio, che si aprirà con “Underground” di Emir Kusturica e si chiuderà con “Lo sguardo di Ulisse” di Theo Angelopolus.
Due film simbolici, soprattutto in considerazione della decisione di posticipare il focus dedicato al trentennale delle guerre Balcaniche, dovuta al fatto, che “molti dei film che avremmo voluto proporre esistono soltanto le copie in 35mm, impossibili da “proiettare” in un festival online. L’appuntamento è dunque rimandato, speriamo già in primavera)”, spiegano i direttori artistici Nicoletta Romeo e Fabrizio Grosoli.
50 i titoli suddivisi fra i tre concorsi internazionali dedicati a lungometraggi (13 titoli) cortometraggi e documentari.
Fra i lungometraggi in concorso, il polacco “Sweat” di Magnus von Horn, selezionato a Cannes, tre giorni nella vita di una “fitness-influencer” che da star di instagram diventa vittima di uno stalker, il georgiano “Beginning” di Dea Kulumbegashvili, selezionato a Cannes e vincitore a San Sebastian, storia di una donna, Yana, moglie del leader di una comunità di Testimoni di Geova attaccata da un gruppo estremista. E’ passato da Cannes e da San Sebastian anche “In the Dusk” di Šarūnas Bartas, il romanzo di formazione di un diciannovenne sullo sfondo della Resistenza lituana contro l’occupazione sovietica dopo la fine della Seconda guerra mondiale. Dalla Berlinale, dove ha vinto il Premio del pubblico nella sezione Panorama arriva invece “Father”, in cui Srdan Golubović si scontra con la corruzione dei servizi sociali nella Serbia di oggi, e da Sundance “Exil” di Visar Morina, riflessione sull’arroganza dell’Occidente di un ingegnere farmaceutico discriminato per ragioni etniche.
Evento speciale fuori concorso, dall’Azerbaigian, “In Between Dying” di Hilal Baydarov, viaggio nella consapevolezza interiore che guarda al cinema di Bresson. Baydarov è anche presente anche nel concorso documentari con “Nails in My Brain”), viaggio tra le rovine di una casa d’infanzia, dove ogni porta pericolante si apre sul passato, in una riflessione sulla memoria – e sul cinema.
Premiato al Sundance è invece “Acasă, My Home” di Radu Ciorniciuc, la storia di una famiglia che per decenni ha vissuto nell’area disabitata e incolta del Delta di Bucarest, un bacino idrico abbandonato alla periferia della metropoli, finché la trasformazione della zona in parco nazionale pubblico non la costringe a trasferirsi in città.
L’Italia è presente con due film fra i sedici del Concorso Cortometraggi: di “Illusione” di Lorenzo Quagliozzi e “La tecnica” di Clemente De Muro e Davide Mardegan (CRIC).
Due le nuove sezioni: Fuori dagli sche(r)mi, che apre alle nuove forme cinematografiche, sia nella durata che nella struttura narrativa, e Wild Roses: Registe in Europa, dedicato alle registe dell’Europa Centro Orientale, che presenterà ogni anno un focus su un paese, cominciando dalla Polonia.
Confermata anche quest’anno la formula del Premio Corso Salani 2021 , incentivo (di 2 mila euro) alla diffusione nelle sale del film vincitore fra i cinque in gara: “Divinazioni” di Leandro Picarella, “Libro di Giona” di Zlatolin Donchev, “Samp” di Flavia Mastrella e Antonio Rezza, “I Tuffatori” di Daniele Babbo, “Ultimina” di Jacopo Quadri e “Vera de verdad” di Beniamino Catena.
Nel corso del Trieste Film Festival si svolgerà, dal 25 al 28 gennaio, lXI edizione del Forum di Coproduzione When East Meets West, organizzato dal Fondo Audiovisivo del Friuli Venezia Giulia (LEGGI QUI )