direttore Paolo Di Maira

Il Cinema Documentario non è mai stato così Pop

Letta al contrario Otsoga diventa Agosto, ed è di un tempo al contrario che ci parla (anche) Diarios de Otsoga il film di Miguel Gomes e Maureen Fazendeiro, che aprirà del Festival dei Popoli, dal 20 al 28 novembre a Firenze, nei cinema La CompagniaSpazio AlfieriCinema StensenIstituto Francese. Un tempo del Covid sospeso e invertito che serve ai due registi per mettere in scena il making of del proprio film, e non a caso il Festival ha scelto proprio un’immagine di questo film “un’immagine di luce, di prossimità” per raccontare la 62esima edizione che guarda oltre alla pandemia e cerca nuove e stimolanti connessioni con gli altri linguaggi e con il territorio.

Riprendendo le briglie di quello sguardo lungimirante che ebbe il Sindaco Giorgio la Pira quando, oltre sessant’anni fa, decise di dar credito a una volontà di portare al centro dell’attenzione la periferia del mondo, con uno sguardo scomodo e anticipatore dei tempi, spiega il presidente del Festival, Vittorio Iervese. Questa molecola identitaria, specifica Iervese, resta salda del DNA del Festival e della sua evoluzione (“già stiamo lavorando per portare grandi nomi l’anno prossimo” anticipa).

Quest’anno, intanto, il pubblico potrà godersi “il meglio della produzione documentaria nazionale e internazionale, condensato in 80 film” dichiara il direttore del Festival Alessandro Stellino.

La cifra della manifestazione saranno le 18 opere del concorso internazionale, che competeranno per il Premio di Miglior Film nei diversi formati e per il Miglior Film Antropoologico. Fra questi, Stellino tiene a ricordare “quelli di apertura e chiusura, diretti da due donne, che esprimono la nostra esigenza di affrontare temi di genere: As I want, in cui Samaher Alqadi, che racconta la rivoluzione egiziana dall’ottica delle donne che dal 2011 lottano per cambiare il paese, e A night of knowing nothingdi Payal Kapadia, regista indiana che in un certo senso ci racconta la stessa storia, in cui il cinema diventa arma politica per ribellarsi al sistema di caste.”

Stellino cita inoltre Charm Circle, ritratto di una famiglia disfunzionale newyorkese che ricorda Woody Allen, e Big in China il film più politico del regista canadese Dominic Gagnon, che racconta il codificarsi di un nuovo ordine mondiale nell’epoca del digitale. Il film italiano del concorso internazionale è del toscano Giovanni Cioni, un habituè del festival che nel suo Dal pianeta degli umani interseca la storia di Ventimiglia come luogo di frontiera e come residenza del dottor Voronoff, che negli anni ’30 prometteva l’elisir di lunga vita.

7 i film del concorso italiano, “quattro dei quali sono produzioni Rai, che sta dando un segnale molto forte su questa sezione a cui teniamo molto. Voci molto giovani e talentuose, fra cui quella di Enrico Maisto, già passato dal festival, dove tornerà con il suo L’età dell’innocenza”.

Ma oltre a essere vetrina di primizie, il Festival si afferma quest’anno come contenitore e contaminatore di cultura, con Pop Corner: Incontri ai confini della realtà, cinque talk in cui ospiti di eccezione si confronteranno sulle tematiche di attualità proposte dai documentari in programma -dal 22 al 26 novembre alle 19 nel nuovo spazio del 25 Hours Hotel nel centro di Firenze; con una Finestra sul Teatro realizzata in collaborazione con Murmuris e Cantiere Florida, che incrocerà anche parte della retrospettiva dedicata a Nicolas Klotz ed Elisabeth Perceval (Frontiere in Fiamme).

L’attenzione ai giovani e alla formazione prevede diversi appuntamenti: Doc@Work– Future Campus rilancia il ruolo del festival come accompagnatore alla professionalizzazione con una selezione di 12 film provenienti da 10 scuole di cinema di altrettanti paesi europei;  Popoli for Kids & Teens  presenta una selezione di documentari rivolti ai più giovani coinvolti nella giuria del Young Jury Day, composta da ragazzi tra i 14 e i 17 anni che discuteranno online ed eleggeranno il miglior documentario della sezione realizzata in collaborazione con il cinema Stensen e Unicoop Firenze.

Gli adolescenti, che, ricorda Stellino, “saranno i cineasti di domani” sono raccontati anche dentro i film, in Us Kids di Kim A. Snyder, ad esempio, che segue il massacro alla Marjory Stoneman Douglas High School del 2018 attraverso il racconto dei giovani e combattivi sopravvissuti evento speciale. Il film è uno degli eventi speciali assieme a The Scars of Ali Boulala di Max Eriksson sul prodigio svedese dello skateboarding Ali Boulala e il suo tragico incidente e al viaggio alla scoperta della nostra lingua in La fabbrica dell’italiano di Giovanni Ortoleva, dedicato all’Accademia della Crusca.

Anche l’ambiente è in primo piano con 5 titoli in prima italiana della sezione Habitat, realizzata in collaborazione con Publiacqua, sui temi del vivere contemporaneo in relazione all’ecosistema, all’evoluzione tecnologica e alle trasformazioni in atto in ambito geo-politico. Va in questa direzione anche il Premio “Energie Rinnovabili” novità di quest’anno, che sarà consegnato a Michelangelo Frammartino in collaborazione con Enegan e CNA Firenze. Il regista incontrerà il pubblico in una masterclass, mercoledì 24 novembre, al cinema La Compagnia, ore 11:30.

Tra gli appuntamenti del festival, la giornata di studi “Nuovi orizzonti per i patrimoni archivistici audiovisivi”, giovedì 25 novembre presso la Mediateca Regionale Toscana (via San Gallo, 25) all’interno della quale sarà presentato “PH Remix”, il progetto multidisciplinare realizzato dall’Università di Pisa in collaborazione con Fondazione Sistema Toscana e Festival dei Popoli per la valorizzazione dell’archivio. E dall’archivio del Festival arriva anche la sezione Diamonds Are Forever, con l’omaggio ai 30 anni dalla caduta dell’Unione Sovietica.

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