“La pazza gioia”, il film di Paolo Virzì con Micaela Ramazzotti e Valeria Bruni Tedeschi, calorosamente accolto alla Quinzaine des Réalisateurs, e schizzato in vetta alle classifiche di box office nei primi giorni di tenitura nelle sale italiane, raccoglie i meritati allori anche “in casa” da parte delle istituzioni.
L’assessore alla cultura e vicepresidente della Regione Toscana, Monica Barni, e la sua omologa ( e vicesindaco) del Comune di Viareggio Rossella Martina, gli hanno tributato un generoso omaggio nell’incontro con la stampa oggi a Firenze nella sede della Regione Toscana, sicure che il film sarà “una meravigliosa promozione per la Toscana”.
Il film ( è stato anche sostenuto dal Fondo Incoming di Toscana Film Commission) è stato infatti girato in Toscana, con location in quasi tutta la regione e in particolare a Viareggio.
L’aspetto più interessante de “La pazza gioia”, prodotto da Lotus Productions e Rai Cinema e distribuito in Italia da 01 Distribution, è la sua dimensione internazionale. Prima ancora di passare a Cannes il film era già stato pre- venduto in 15 paesi, e naturalmente la visibilità della Quinzaine ha impresso alle vendite un’ulteriore spinta raddoppiando il numero.
Come Cinema & Video International ha documentato in un servizio (vedi Capitali umani all’estero ), Paolo Virzì, detiene, nel biennio 2014-2015, il record, per un film italiano, di distribuzione internazionale, conquistando sale cinematografiche di ben 36 Paesi.
Riuscirà il regista livornese, con “La pazza gioia”, a superare se stesso? “Direi di sì”, ha risposto senza falsa modestia Virzì a Cinema & Video International.
Preceduto da entusiastiche recensioni della critica cinematografica d’oltralpe, “La pazza gioia” uscirà nelle sale francesi il prossimo 8 giugno.
La Francia ci porta ad un altro aspetto interessante, ma meno confortante per la nostra industria cinematografica: la distribuzione internazionale di ambedue i film citati sono curati da una società francese, Bac Films.
Come documentato da Cinema & Video International ( vedi Made in Italie), grazie anche all’agguerrita compagine dei suoi esportatori di cinema la Francia è la seconda cinematografia al mondo dopo quella statunitense: un risultato che ottiene facendo massa critica con film non francesi (che rappresentano una percentuale del 34% del fatturato complessivo).
Paradossalmente ( peccato che il fenomeno, solo perché si ripete da anni, non faccia più notizia), in questa percentuale è compreso anche il miglior cinema italiano: quello, per intendersi, di Sorrentino, Moretti o Gianfranco Rosi, oltre, naturalmente, a Virzì.
Al 69° Festival di Cannes le società esportatrici dell’esagono distribuiscono nel mondo circa il 60% dei film in concorso, proporzione molto superiore a quella dei film francesi ( sono 4 su 20).
E’ esagerato concludere che la scarsa rilevanza data all’export dalla nostra industria cinematografica è un piccolo tassello che va a comporre la nostra irrilevanza nel mondo?