“Il concetto attorno” a cui lavoriamo maggiormente è quello dell’identità “.
Oscar Iarussi, presidente di Apulia Film Commission, indica l’elemento fondante della giovane struttura.
Parla di una identità che supera “una logica tutta regionale”, per lavorare su concetti più larghi, come quello di identità meridionale e mediterranea: ne sono testimonianza molte delle tematiche dei film che vengono girati in Puglia, “certamente non storie ambientate all’ombra di un campanile”.
La Puglia è una porzione di sud la cui specificità è “la capacità di accogliere – non senza traumi, ma in maniera dialettica e non fobica – culture altre”.
Il trauma c’è stato, nel 1991, “quando è arrivata quella nave carica di albanesi che è poi diventata uno dei simboli del’900”.
L’irrompere dell’immigrazione “ha scompaginato l’identità di quella che era la porta d’Oriente, trasformandola in porta d’Occidente”, osserva acutamente Iarussi.
Questo “ribaltamento identitario” ha innestato nuove potenzialità creative.
Un film come “Lamerica”, di Gianni Amelio, ha creato in Puglia una cesura anche nel cinema.
“Nel corso del decennio successivo “” continua Iarussi – c’è stata una relativa integrazione e molte delle storie che hanno scardinato questa regione, sonnolenta dal punto di vista narrativo (molto centrata sul saggismo e sull’economia), fanno focus su questa vicenda della migrazione. Ovviamente il crossover per sua definizione è cangiante, non può considerarsi solo come qualcosa che è accaduto”.
Ma l’identità pugliese, aggiunge il presidente di Apulia Film Commission, è anche “la capacità di cogliere il cambiamento continuo, le suggestioni, la pluralità : qualcosa che ha una luce molto favorevole e dei paesaggi che ospitano dei movimenti; una dialettica della realtà che sa di vita, di storie che accadono. Credo che sia questa la calamita che attrae qui le produzioni”.