di Lucia Baldini
Incontrare Carlo Mazzacurati è stato un immergersi delicato e sensibile in una narrazione poetica e intima continua.
Il suo osservare e raccontare nei suoi film la provincia, i vizi, i mali e i pregi andando a individuare le storture e dando comunque spesso la possibilità di trovare del positivo nei luoghi meno consueti, l’amore per un territorio estraneante e magico dal punto di vista paesaggistico, quale è il Delta del Po, che è allo stesso tempo un luogo di inadeguatezze e di inquietudini dal punto di visto umano, sono stati senz’altro elementi appassionanti in cui immergersi e lasciarsi coinvolgere.
Il lavoro di fotografa sul set del film “La giusta distanza”di Carlo Mazzacurati mi ha dato una nuova occasione per ascoltare la voce narrante principale, questa volta fatta da un regista cinematografico, in un modo diverso ma comunque parallelo alle altre mie esperienze di fotografa di teatro e di danza.
E’ stato l’ascoltare e l’assorbire le modalità e il narrare di Mazzacurati che mi ha permesso di creare immagini a volte strettamente legate al lavoro di ripresa cinematografica, altre volte autonome, seppur alimentate dalle stesse suggestioni, dai paesaggi, e dai dettagli che attraversavano la costruzione della storia cinematografica de “la Giusta Distanza”, che si stava compiendo.
Da questo percorso è nata una mia nuova mostra fotografica dal titolo “Intorno a La giusta distanza di Carlo Mazzacurati”, presentata lo scorso novembre in anteprima nella rassegna Fenice di Poggibonsi (SI) che, attraverso l’interazione di oltre cento scatti di dimensioni ogni volta diversa, compongono l’istallazione di trenta micro mosaici rendendo le atmosfere della storia, dei luoghi, del lavoro degli attori e della troupe, e la capacità di Mazzacurati di cucire assieme elementi ogni volta nuovi e in movimento e trasmettendo ad attori e troupe l’essenza e la complicità del suo creare e operare.