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direttore Paolo Di Maira

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I FOCUS DI VENEZIA 78. / L’animazione italiana guarda a Oriente

Oltre al suggestivo lungometraggio nipponico “Inu-Oh” di Masaaki Yuasa, presentato nella sezione Orizzonti, di animazione si è parlato molto a Venezia ’78 anche nel padiglione italiano all’Excelsior nel quadro degli eventi organizzati dall’ANICA con il MIC – Ministero della Cultura e Luce Cinecittà. In particolare, nei focus su India e Russia del 4 e 6 settembre, la delegazione di Cartoon Italia, aderente all’ANICA, ha evidenziato nei suoi interventi l’attenzione sempre più crescente dei produttori italiani d’animazione nei confronti degli studi attivi a Mosca, San Pietroburgo, Mumbai, Bangalore, Jaipur e delle loro maestranze tecnico-artistiche.

Si sa, questo tipo di incontri si risolvono spesso in un diplomatico auspicio di future collaborazioni, ma in questo caso si è trattato di fare il punto su scambi già in atto e che potrebbero essere rafforzati e consolidati a breve-medio termine. In particolare, nel focus sull’India, interamente dedicato all’animazione, Nicola Borelli, Direttore Generale Cinema del MIC, ha opportunamento sottolineato che “le produzioni di animazione sono quasi sempre operazioni di co-produzione internazionale” e che “servirà dunque una operazione di rifinitura e miglioramento degli strumenti messi finora a disposizione dal governo”. Per i produttori Cristian Jezdic,vicepresidente di Cartoon Italia e fondatore e CEO di beQ entertainment, ha condiviso la sua esperienza di lavoro pluriennale con gli studi indiani, sia per l’animazione che per i VFX. Collaborazione che “sempre di più diventa vera e propria co-produzione, dove l’apporto degli studi Indiani non è solo di natura tecnica ma anche creativa e contenutistica”. Valeria Brambilla, produttrice di Studio Campedelli, ha illustrato l’esperienza molto positiva avuta con la lavorazione sulla serie “Atchoo!”, realizzata in coproduzione con lo studio indiano Digitoonz; annunciando che la collaborazione proseguirà con il lancio della serie “GMO Travels”ora in fase di sviluppo. Per parte sua il direttore di RAI Ragazzi Luca Milano, principale partner dell’animazione italiana, ha dichiarato: “Abbiamo regolari coproduzioni con partner europei in Francia, Regno Unito, Spagna e Germania. Ma ritengo che negli ultimi anni la collaborazione tra aziende italiane e indiane sia stata particolarmente positiva e abbia portato alla luce una serie di prodotti che sono stati bene accolti dal nostro pubblico e dai mercati internazionali.”

Nonostante le incertezze delle relazioni commerciali tra Unione Europea e Russia degli ultimi anni, dovute alle sanzioni, anche il focus sulla Russia ha evidenziato come l’animazione sia un asset strategico nell’interscambio in ambito audiovisivo con l’Italia anche, come ha opportunamente rilevato Roberto Stabile, Head of International Department ANICA and ITA Audiovisual Desks Coordinator, nel suo intervento di apertura “per la lunga tradizione di rapporti culturali tra i due Paesi nella letteratura e nelle arti visive”. Ed è proprio su un progetto di questo genere che si è focalizzato l’intervento della presidente di Cartoon Italia Anne-Sophie Vanhollebeke la quale, dopo aver evidenziato la massiccia presenza dell’animazione italiana sui canali televisivi russi e viceversa (basti pensare alla straordinaria popolarità delle “Winx” tra i giovanissimi russi e a quella di “Masha e l’Orso” tra gli italiani), ha illustrato il progetto di lungomentraggio animato ispirato al pittore e diplomatico russo Nikolaj Konstantinovič Roerich il quale, con il motto “la bellezza è la forza che unisce le nazioni”, per tutta la prima metà del Novecento si è dedicato alla salvaguardia del patrimonio artistico in tutti i continenti. A sua volta Yuliana Slashcheva, presidente dell’associazione dei produttori russi di animazione e dello studio Soyuzmultfilm fondato a Mosca nel 1936, ha evidenziato la lunga tradizione storica e artistica dell’arte dell’animazione in Russia, una tradizione che, dopo il dissolvimento dell’Unione Sovietica, ha dovuto reinventarsi in chiave industriale. Un po’ come è accaduto all’animazione italiana intorno alla metà degli anni Novanta. Pur avendo un enorme bacino di pubblico interno, le industrie dell’animazione russa, indiana, e anche quella cinese, sono desiderose di innervarsi di energie e creatività occidentali. E quella italiana, per affinità artistiche e culturali, sembra pronta ad assecondarli.

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