di Cristiana Paternò
Abbas Kiarostami innamorato della Toscana.
Il regista iraniano più famoso nel mondo, l’autore che vinse la Palma d’oro con “Il sapore della ciliegia”, giurato a Cannes e Venezia, osannato dalla critica e amato dai cinefili, ha scoperto la Maremma durante una manciata di giorni alla fine di giugno in cui è stato presidente della giuria della 14/a edizione del Festival di Capalbio, una delle più importanti manifestazioni italiane dedicate al cortometraggio. In quei giorni, tra una proiezione e una riunione di giuria, ha gironzolato per la zona, tra la costa e l’interno, alla ricerca di suggestioni e location per il suo nuovo lavoro che sarà intitolato “Copia conforme” e che sarà coprodotto con capitali italiani.
“I miei film nascono sempre da circostanze personali, da esperienze di vita anche casuali, mai a tavolino, mai da romanzi”.
Kiarostami, chiamato a valutare i 27 cortometraggi in competizione, ha trascorso alcune giornate molto intense ma anche rilassanti, facendo puntate a Massa Marittima e Sorano, in attesa di rimettersi al lavoro per il suo secondo progetto italiano, dopo l’esperienza di “Tickets”, l’opera collettiva realizzata con Ermanno Olmi e Ken Loach e portata alla Berlinale.
Lì aveva scelto di raccontare le schermaglie, quasi checoviane, tra la bizzosa vedova di un militare di carriera e il giovane in servizio civile che la accompagnava, in treno, a visitare la tomba del marito.
Ancora in viaggio, ma stavolta in macchina, tra Firenze e San Gimignano, nella Toscana più classica e amata dagli stranieri, e poi a Sud, verso Grosseto, negli scenari selvaggi e assolati un tempo malsani, oggi meta di un turismo raffinato e un po’ snob.
In tutti i film del maestro iraniano ricorrono questi lunghi camera car , tanto da fargli dichiarare: “L’auto è la mia migliore amica, il mio ufficio, la mia casa, il mio set.
E’ un luogo molto intimo perché quando sei in macchina con qualcuno hai una sensazione di vicinanza, non uno di fronte all’altro, ma fianco a fianco.
Ci si guarda solo se si vuole veramente altrimenti si guarda intorno o davanti a sé, come in uno schermo sempre mutevole, senza sembrare maleducati.
Anche il silenzio non risulta pesante, si è liberi di stare in silenzio”. Succederà lo stesso ai due protagonisti di “Copia conforme”, tanto da far pronunciare agli attori un paio di battute autoironiche “Questo sembra proprio un film di Kiarostami”, dice lei. E lui risponde: “Chi è Kiarostami?”.
Le riprese partiranno solo a marzo 2008 perché il regista sta faticando a trovare l’attore protagonista “” vorrebbe un americano di un certo nome – da affiancare a Juliette Binoche nel ruolo di uno scrittore che incontra una sconosciuta durante una breve trasferta di lavoro: la sceneggiatura prende spunto da un episodio accaduto a Firenze dieci anni fa, mentre Abbas faceva parte della giuria di un festival.
Ma in fondo tutto parte dalla scelta di Juliette Binoche come protagonista, un’attrice intensa e matura, molto aperta a esperienze non convenzionali, che ha appena girato con il maestro orientale Hou Hsiao Hsien “Il viaggio del palloncino rosso”.
“E’ la prima volta che lavoro con una star “” racconta ancora Kiarostami “” e anch’io mi sono posto molte domande su questa collaborazione.
Ma dopo aver parlato con Juliette so che anche per lei questo è un esperimento.
Vuole uscire dal suo ruolo di diva e vivere questo personaggio come persona e non come attrice”.
Cinema&Video International n. 8-9 Agosto/Settembre 2007