A parlare è il produttore della famosa serie girata in Campania, Riccardo Tozzi, che si autodefinisce, con la sua Cattleya, “il maggior produttore campano”, visto che, dai tempi di “Benvenuti al Sud”, ha fatto della Campania la sua seconda casa, complice anche l’egregio lavoro della Film Commission:
“fu un’esperienza bellissima, la film commission fu preziosa, soprattutto nel consigliarci la location principale, “Castellabbate”, che si è rivelata molto azzeccata.”
Squadra che vince non si cambia: dopo il successo strepitoso del film, continua Tozzi, “abbiamo creato un’intesa molto forte con Miniero, Gaudioso, Siani, e abbiamo scoperto tutto un cast di straordinari attori campani magari poco noti a livello nazionale. Qui c’è un evidente talento locale per lo spettacolo, che è il petrolio della Campania, un’enorme risorsa, che poi non riguarda solo il cinema, ma anche il teatro e la musica, si mischia tutto. Basta vedere i film di Siani da cui sono tratti gli spettacoli teatrali , i musical, le canzoni… In “Gomorra” c’è il rap napoletano…
Con Siani poi abbiamo organizzato il Cattleya Lab, il laboratorio creato per produrre film locali con giovani talenti del territorio con cui abbiamo prodotto “Troppo Napoletano”, che è uscito nelle sale incassando 1 milione e mezzo di euro.”
Un talento, insomma, ricco e diversificato che si presta a molteplici forme di valorizzazione, e che, sottolinea Tozzi, “merita l’investimento, anche perché quella dell’audiovisivo è un’industria modernissima, ma al contrario di tutte le industrie di oggi, è ad alta intensità di lavoro”.
Per tutto questo, osserva Tozzi, “spiace molto che non ci sia neanche un soldo di incentivo, è una delle poche regioni italiane a non averlo”.
In ogni tappa del percorso produttivo di Cattleya in Campania si scorge la presenza leggera ed insostituibile della Film Commission. “E’ stata un fondamentale compagno di viaggio – racconta Tozzi – e non ci ha semplicemente accompagnato, perché senza il loro apporto tecnico non ce l’avremmo mai fatta: con “Gomorra” per esempio, specialmente la prima stagione è stata difficilissima. Anche con la seconda c’è stata qualche “scaramuccia”, ma minore, perché nel frattempo, e anche grazie alla struttura guidata da Gemma, abbiamo imparato a muoverci sul territorio e a trattare con le persone. Le difficoltà, comunque, non sono solo di tipo relazionale, perché essendo una serie d’azione, abbiamo dovuto spesso chiudere grandi spazi; lo stesso è accaduto con “Si accettano miracoli” di Siani, quando abbiamo dovuto bloccare la Costiera Amalfitana: tutto un lavoro di relazione con i comuni di cui si è occupata la film commission.”
Mentre su Sky va in onda la seconda stagione di “Gomorra”, la Campania continua ad essere presente nei piani produttivi di Cattleya, che il prossimo autunno tornerà in regione per girare la terza stagione della serie.
E non solo: “Stiamo sviluppando un’altra grande serie, tutta napoletana, – rivela Riccardo Tozzi, – “I guardiani delle Porte” di Maurizio De Giovanni, molto sperimentale, con un lavoro molto raffinato sul linguaggio del genere, perché parte come giallo -commedia, poi diventa thriller, mistery e alla fine quasi cult. Gireremo a Napoli sopra e sotto, in tutti luoghi sotterranei, misteriosi. De Giovanni ha fatto uno studio accuratissimo su 70 luoghi sotterranei strepitosi di Napoli, luoghi che tra l’altro quasi nessuno conosce, alcuni sono chiusi, quindi contengono un forte potenziale promozionale per la città. Ce n’è uno stratificato: uno strato medioevale, uno romano, uno pre-romano, uno poi primitivo, misterico, proprio dei primi riti primitivi, e vi si accede da una botola che sta sotto il letto di un signore che teoricamente ne è il custode…”
Inevitabilmente, “quando andremo a preparare i set, la film commission sarà essenziale!”