Sono solo tre i generi cinematografici che incassano in Italia. E’ un problema di scarsa fantasia dei produttori o dei distributori? Se n’è parlato a Cinè
Il dato positivo, comunicato durante Cinè, è stato decisamente ridimensionato durante la stessa manifestazione a Riccione, da un macrodato esposto nel convegno organizzato da Box Office sui generi e i gusti del pubblico: in 5 anni, dal 2010 al 2014, si sono perduti 169 milioni d’incasso, passando da 733 a 564 milioni circa.
Ma anche tra i grossi numeri ( peccato che le cifre si riferissero agli incassi e non alle presenze) si trovano informazioni interessanti.
La prima suona come una conferma: il mercato internazionale, con i principali generi ( animazione,drammatico, fantascienza e fantasy in testa, e poi commedia, avventura, action ) mostrano, negli anni considerati, un andamento costante.
La sorpresa viene non tanto dai pochi generi del cinema italiano (limitati a tre: comico, commedia,drammatico, cioè “d’autore”), che “esistono” in termini d’incasso, quanto dal numero dei film italiani distribuiti per stagione in rapporto ai rispettivi incassi: si scopre, per esempio, che a fronte d’incassi da prefisso telefonico, i film italiani che escono d’estate non sono pochissimi. Su 172 film distribuiti nel 2014, per esempio, 26 ( un rispettabile 15%) sono stati distribuiti tra giugno e luglio.
Una spiegazione al limitato numero di generi ( con la misura degli incassi) ha provato a darla il presidente dei distributori dell’ANICA Andrea Occhipinti: “c’è poca fantasia, e questo meriterebbe una riflessione da parte dei produttori italiani”.
Che esista un mercato a due velocità è una realtà con cui tutti devono misurarsi.
Non si è tirato indietro Nicola Maccanico, direttore generale di Warner Bros in apertura della convention della major americana, che ha esortato la grossa distribuzione a impegnarsi di più a “lavorare sulla promozione del cinema in generale”. Musica per le orecchie di Giovanni Costantino, presidente di Distribuzione Indipendente, che invita la grossa distribuzione a “non forzare sul piccolo esercizio”, perché “avere più sale e più prodotto giova a tutti”. Costantino nega che in Italia ci sia un problema di fantasia da parte dei produttori e degli autori ( la povertà dei generi): il collo di bottiglia è nella distribuzione. E cita l’esempio di “Fantasticherie di un passeggiatore solitario”, il film d’animazione del 34enne Paolo Gaudio, che nonostante i numerosi riconoscimenti internazionali non ha trovato, ad oggi, distribuzione in sala. Aggiunge, Costantino, che un cinema di genere esiste anche in Italia. La conferma è nel listino di Distribuzione Indipendente, dove c’è anche “The Elevator”, il thriller di Massimo Coglitore presentato in anteprima a Cinè.