LE OPINIONI DEI PROFESSIONISTI
Il Presidente dell’Anica Riccardo Tozzi è direttamente coinvolto, in quanto presidente di Cattleya, nell’affaire della FVG
Film Commission, avendo prodotto il film di Marco Bellocchio ‘Bella addormentata’.
Analizza con lucidità una situazione che considera emblematica di questo difficile momento
del cinema e della cultura in Italia.
“Il nostro film – spiega- racconta di un grande tema filosofico e morale che viene posto alle coscienze di tutti quanti noi, ovvero il poter definire il confine tra la vita e la morte. Una questione importantissima e molto “alta”, offuscata
da una polemica politica ridotta ad uno scontro tra presunti laici e presunti cattolici.
‘Bella addormentata’ è un approfondimento dei temi generali suscitati dal caso di Eluana Englaro, facendo lo sforzo di sfuggire alla dimensione mediatica del problema, portando la riflessione su un livello più profondo ed umano. Questo dilettantesco scontro di civiltà ha avuto un piccolo e triste esito burocratico, cioè la punizione di una struttura che
si è comportata secondo la legge. Bisogna difendere l’operato della FVG Film Commission non in base a tematiche di carattere filosofico, bensì in virtù del suo modo di operare secondo la legge. Questa struttura, dunque, non può essere punita da chi la legge l’ha fatta.”
Tozzi è molto severo sulle decisioni del Consiglio Regionale “Agendo come si è agito non si è difesa una posizione morale o ideale, ma si è commessa un’azione arbitraria punendo chi ha semplicemente seguito la legge. Adesso l’Associazione delle Film Commission e tutte le forze dell’industria culturale devono lavorare per consentire a questo gruppo di professionisti
molto attivi, efficienti e corretti, di tornare a lavorare bene come hanno semprefatto, senza pregiudizi ideologici. Lo scioglimento di una struttura del genere non ha niente di filosofico, morale e nemmeno di politico. E’ solo una ‘piccola barbarie’ che danneggia soprattutto il Friuli Venezia Giulia, ma anche la stessa Italia. All’estero situazioni del genere danno ancora di più l’impressione che il nostro paese sia più inaffidabile di quanto lo sia normalmente. E’assurdo che per una polemica si possa tornare indietro rispetto a decisioni di legge.” Riccardo Tozzi osserva amaramente come una questione locale possa generare effetti nocivi per tutti “E’ un danno che si riflette su tutta la filiera e su tutto il sistema.
Noi che abbiamo un così brillante Tax Credit per le produzioni internazionali, non siamo ancora riusciti ad attirare un numero importante di film e fiction nel nostro paese, perché permane il pregiudizio secondo cui il quadro del nostro paese è instabile e che quindi, alla fine, non si possa realmente contare su questi incentivi. Una vicenda del genere, legata ad un film di uno dei pochi grandi autori italiani conosciuto e apprezzato molto bene anche all’estero, scredita di fatto il sistema Italia nel suo complesso. Un produttore americano o inglese che legge della soppressione di FVG Film Commission non pensa che si tratti di un caso eccezionale, e – ci auguriamo – irripetibile. Conclude semplicemente che in Italia non si può andare a girare: così tutti quanti noi e il sistema stesso veniamo screditati, e vediamo vanificati gli sforzi che continuamente facciamo per affermare la credibilità dell’Italia nel contesto dell’audiovisivo internazionale.”
La ‘falla’ nel già fragile sistema italiano è quella che più preoccupa Guido Cerasuolo, presidente dell’APE, l’associazione italiana produttori esecutivi, che con la sua società Mestiere Cinema in Friuli Venezia Giulia ha curato la produzione esecutiva dei cinque film TV per la Germania ‘Il commissario Laurenti’ tratti dai romanzi di Veit Heinichen prodotti dalla tedesca ARD.
“I politici friuliani hanno operato una scelta incomprensibile sul piano economico. Non vi è alcun dubbio che la prima vittima di questa decisione sia l’economia stessa della regione, perché venendo a mancare un interlocutore serio e professionale, saremo costretti ad andare altrove. Un Fondo affidato a criteri di trasparenza, automatismo e funzionalità poteva solo fare del bene al territorio. La mancanza di rispetto della politica friuliana non è tanto verso Bellocchio, l’audiovisivo e il cinema, ma nei confronti dei propri interessi. E’ un comportamento irresponsabile che non ha alcuna giustificazione di carattere economico o industriale: perché eliminare una cosa che funziona?”
Cerasuolo, pragmaticamente, conclude: “Noi siamo sempre attenti non solo a chi offre Fondi, ma a chi li distribuisce in maniera efficace: questo è il momento del Sud Tirolo, della Puglia, del Trentino e, forse, anche del Lazio, grazie alla nuova legge. Attenzione, però, il bene di un posto non implica il male di un altro, anzi: una buona funzionalità di una regione non è antitetica, ma contribuisce al sistema paese e quindi anche al bene di tutti.”
“E’ una follia tutta italiana ”, commenta seccamente Nicola Giuliano di Indigo Film, uno dei primi produttori ad avvalersi del Fondo del Friuli Venezia Giulia. “Una realtà portata avanti in maniera efficiente da persone com- petenti e capaci non può fare questa fine per motivi che non hanno nulla a che vedere con il lavoro. L’impressione è che le polemiche nate intorno ai fondi per il sostegno al film di Marco Bellocchio ‘Bella addormentata’ siano state colte in maniera strumentale per disfarsi di uno strumento importante di finanziamento al cinema e alla cultura.”
Giuliano, che ha prodotto insieme alla sua socia Francesca Cima ‘Apnea’ di Roberto Dordit e il pluripremiato ‘La ragazza del lago’ di Andrea Molaioli, ricorda :
“ ‘Apnea’ è stato uno dei primi progetti portati a compimento dalla Film Commission: in quel caso, a fronte di un finanziamento di 20.000 Euro, noi ne abbiamo spesi complessivamente nella regione circa 450.000. Credo che nessuno possa permettersi di mettere in dubbio l’efficacia economica di una struttura come questa Film Commission”.
Sulla stessa lunghezza d’onda anche il produttore del nuovo film di Giuseppe Tornatore ‘La migliore offerta’, Arturo Paglia che con la sua Paco Cinematografica ha lavorato a Trieste e in altre zone della regione in virtù della marcata ambientazione mittleuropea del film diretto dal maestro siciliano.
“L’augurio è che i politici possano tornare sui loro passi e consentire a questo gruppo di professionisti seri e preparati di svolgere il proprio lavoro.” Dice Paglia. “La certezza dei fondi insieme ad una professionalità nel gestirli sono molto importanti per noi produttori che ci impegniamo direttamente e in prima persona nei nostri progetti.”
Si dice ‘disgustato’ da quanto accaduto il regista Luca Lucini che proprio a Trieste ha realizzato il suo “Amore, Bugie e Calcetto”:
“Abbiamo lavorato in un ambiente perfetto da tutti i punti di vista. L’atmosfera di grande serenità fuori dal set, la professionalità di chi ci ha aiutato in questo progetto sono stati determinanti per il buon esito del nostro lavoro.”
Lucini, che oltre alla fortunata carriera cinematografica nel nostro paese è uno dei principali registi pubblicitari italiani e internazionali, non ha dubbi: “Girare a Trieste è stata un’esperienza interessante per scoprire location ancora non utilizzate in pieno dal cinema italiano e mondiale. Quello che è successo è decisamente vergognoso e, soprattutto, dannoso per l’industria cinematografica e il suo indotto”.