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direttore Paolo Di Maira

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FRIULI VENEZIA GIULIA/Flussi Creativi

Se Film Commission e Film Fund hanno aggiunto valore al territo- rio, essenziale è stata l’azione complementare del Fondo Audiovisivo FVG per costruire quel tessuto di creatività, imprenditorialità e competenze, che in campo audiovisivo ha contribuito a rendere la regione una delle più interessanti d’Italia.

“10 anni fa – racconta a Cinema & Video International Alberto Fasulo, regista e produttore friulano -sono emigrato a Roma per fare que- sto mestiere. Ad un certo punto mi sono reso conto che per farlo veramente dovevo tornare a casa: il sistema produttivo creato dalla Film Commission e dal Fondo per l’Audiovisivo ha permesso a me e a molti altri di tornare”.
Per spiegare la differenza che hanno fatto negli anni queste istituzioni – Fasulo, autore del pluripremiato documentario “Rumore Bianco”
(2009) e ora al lavoro sul lungometraggio “TIR”- attinge alla sua personale esperienza: “Rumore Bianco” costava 200 mila euro, dice, e il territorio ne ha messi 180; “TIR” costa 350 mila euro e “il territorio ne ha messi 80”.

Il finanziamento interno è diminuito proporzionalmente alla crescita del progetto. Ciò vuol dire che c’è stato uno start up che ha permesso “di crescere come produttori e di interfacciarci con l’Europa e con il mercato internazionale”. Internazionale è infatti “TIR”, storia al confine fra documentario e finzione, su un lavoratore dell’Est, croato, che lascia il suo lavoro di insegnante per fare il camionista all’Ovest con la prospettiva di guadagnare quattro o cinque volte quanto guadagnava prima. Trascorre 25 giorni al mese su un camion percorrendo il “corridoio 5”.

Il corridoio 5 è uno degli assi portanti dell’Europa, che nei piani dell’Unione Europea unirà Lisbona con Kiev; è il nastro dove scorre “il flusso della materia”(per usare l’espressione usata dall’autore con Cinema & Video International) dove la materia è la merce dentro cui ci sono le persone e la loro umanità. Nel corridoio s’incrociano due flussi: la manodopera che da est va a ovest e i capitali che da ovest migrano a est.

“Ho fatto 3 anni e mezzo di ricerca viaggiando sui camion con i camionisti, per capire le ragioni di una scelta di vita così estrema”, rac- conta Fasulo, attratto da questa “ nuova forma di migrazione senza un territorio”.

Gran parte del film è girata dentro la cabina di un camion: un non luogo la cui messa in scena ha comportato il supporto di diverse realtà territoriali. Coproduzione fra Italia (Nadia Trevisan e Alberto Fasulo per Nefertiti), Croazia (Irena Markovic per Focus Media), Slovenia (Igor Pedicek per Casablanca), il film ha coinvolto 4 film commission italiane: della Val d’Aosta, del Piemonte, dell’Alto Adige e del Friuli Venezia Giulia. “Scoperto” da Cecilia Valmarana in fase progettuale, “Tir” è stato pre-acquistato da Rai Cinema.

Il filo rosso dell’internazionalità, che lega le storie che Cinema & Video International ha trovato in Friuli Venezia Giulia, si spinge fino all’Ucraina, che segna la prima co-produzione con l’Italia. Il film è “Easy”, road movie del triestino Andrea Magnani, il cui protagonista, Isi- doro (Easy), quarantenne fallito e sovrappeso, ha una missione: condurre nel suo paese di ori- gine il carro funebre con un muratore ucraino morto in Italia.
Il budget di “Easy” è di circa 1 milione e 600 mila euro, le riprese inizieranno nella primavera del 2014 e si girerà nei dintorni di Grado, e in Ucraina, sui Carpazi.

Gli ucraini coprono il 70% del budget, e per la quota italiana c’è il sostegno del MiBAC (opera prima), i Fondi regionali (quello di Audiovisivo FVG e quello della Film Commission) e il Tax Credit interno ed (in piccola parte) esterno. C’è anche un interessamento da parte di Rai Cinema.
Magnani, che assieme a Bartelby di “Easy” è anche produttore, con il marchio Pilgrim Film costituito nel 2008, commenta: “Siamo arrivati a co-produrre “Easy” anche grazie al Fondo Audiovisivo FVG, perché questa sceneggiatura, che ho scritto io, è stata sviluppata all’interno di un workshop europeo in Grecia, l’MFI Script 2 Film, a cui io ho potuto partecipare grazie a una borsa di studio elargita dal Fondo nel 2010. E’ stato là che ho conosciuto quello che poi è diventato il nostro coproduttore, l’ucraino Oleg Scherbina (Fresh Production)”.

Magnani con Pilgrim sta lavorando anche adun altro progetto, “di cui siamo produttori maggioritari, assieme alla Film Berg di Bolzano”. “Il film – anticipa Magnani – è totalmente ambientato in Alto Adige e ha usufruito del finanziamento allo sviluppo da parte della BLS e del Fondo Audiovisivo FVG”. Si intitola “Kaloghero, un’altra vita”: commedia degli equivoci diretta da Davide del Degan e dallo stesso Magnani, che ha per protagonista un te- stimone di giustizia spedito con un programma di protezione in una valle sperduta dell’ Alto Adige, dove vivrà nel terrore di essere inseguito da un killer. “Siamo ancora in fase di pre- produzione, e stiamo chiudendo gli accordi di coproduzione con una società tedesca”.

Si torna al cinema del reale con Videomante, casa di produzione fondata nel 2004 a Cividale del Friuli dalla sociologa Erica Barbiani e da Elena Vera Tomasin, antropologa.Barbiani sottolinea l’utilità della strategia del Fondo Audiovisivo FVG, che unisce i finanziamenti per lo sviluppo a quelli per la formazione. Cosa che le ha consentito di partecipare al workshop di formazione europeo Eurodoc, segnando il suo ingresso nel mondo della pro-duzione documentaria europea. Racconta: “In quell’occasione ho conosciuto la commissioning editor di Arté e il nostro documentario “La Rosa di Valentino” (prodotto nel 2012 con un contributo di 40 mila euro del Fondo) è andato in onda in Francia, in Germania, in Giap- pone. Lì mi hanno spiegato come anche una storia così piccola potesse avere un potenziale europeo e accedere ad altri finanziamenti.”
La storia è quella di Valentino, pensionato che regala alla moglie Elonora trenta piante di rose per il loro trentesimo anniversario di nozze: è la base per la nascita di un giardino che oggi è uno dei più grandi del mondo.

Nello scorso agosto il marchio Videomante ha accompagnato “The Special Need” al Festival di Locarno 2013 nella sezione Cineasti del Presente. E’ la storia di Enea, un ragazzo autistico di 29 anni che, assieme ai suoi due migliori amici, attraversa l’Europa alla ricerca del rapporto sessuale che non ha ancora mai provato.
Il regista è Carlo Zoratti, originario di Udine ma residente a Berlino “Per questo – commenta Erica Barbiani – è un documentario molto friulano, ma anche molto internazionale”.
Videomante è produttore di minoranza, coproduce con il tedesco Henning Kamm di Detail Film, con ZDF e RAI3.
Il contributo del Fondo dell’Audiovisivo FVG, di circa 70 mila euro, è stato essenziale perché Videomante fosse dentro il progetto, “essere un produttore vero e non ‘fantasma’”, commenta Barbiani, che anticipa un interessamento del distributore parigino Wide House, per l’uscita in sala.

 

Un’altra edizione del Festival di Locarno, quella del 2011, ha premiato con il Pardo d’Oro, sempre nella sezione Cineasti del Presente, il do- cumentario “L’estate di Giacomo”, opera prima di Alessandro Comodin.
Nato come film locale – un “apprendistato dei sensi” di due giovani sulle rive del Tagliamento – si è poi sviluppato a livello europeo, in co-produzione con Francia e Belgio.
Anche in questo caso la partenza delilm prodotto da Faber Film con un budget di 300 mila euro, è stata garantita dal Fondo Audiovisivo FVG sia in fase di sviluppo (20 mila euro), che nella distribuzione (45 mila).
Faber Film è stata fondata nel 2007 da Paolo Benzi, Alberto Fasulo e Alessandro Rossetto. La società, che ha prodotto “Rumore Bianco” di Fasulo, si è ora sciolta e i suoi fondatori contInuano separatamente a fare cinema.
Di Fasulo e della sua Nefertiti si è già detto;  Alessandro Rossetto ha esordito al lungometraggio dirigendo “Piccola Patria”, selezionato a Venezia 70. in Orizzonti, mentre Benzi con la sua nuova società, la Okta Film, ha co-prodotto il documentario “Redemption” del portoghese Miguel Gomes, anch’esso presentato, fuori concorso, alla Mostra del Cinema.

Con Faber e le sue ramificazioni termina il breve viaggio in Friuli Venezia Giulia: Tucker, Transmedia, Pilgrim, Nefertiti, Videomante, Slingshot sono le punte di diamante di un flusso creativo che ha trovato nell’audiovisivo forme adeguate. Non sono le sole: si potrebbe continuare, citando, per esempio, KineoFilm di Laura Pellicciari, il cui lungometraggio “Voci nel buio” diretto da Rodolfo Bisatti è partito dalle sale venete e friulane ad inizio anno, e prosegue il suo percorso tra il pubblico in eventi internazionali, da Los Angeles a Shangai (ne abbiamo parlato sulla rivista qualche mese fa); o Galaxia di Antonella Perrucci, che oltre a fare casting, può vantare, come produttrice, la realizzazione di “Habibi”, di Davide del Degan, nastro d’argento per il cortometraggio nel 2011.

Quel che viene fuori è il senso di una comunità la cui vocazione europea ritrova nell’audiovisivo uno strumento identitario.
Infine, non è forse un caso che in Friuli Venezia Giulia sia molto radicata un’associazione come l’AGPCI, quella dei giovani produttori indipendenti (ne fanno parte Princic, Magnani, Pellicciari), proiettata verso un nuovo modo di fare cinema.

 

IL FONDO AUDIOVISIVO FVG

 L’obiettivo del Fondo Audiovisivo FVG è favorire lo sviluppo delle imprese locali del settore audiovisivo e contribuire alla qualificazione delle relative risorse professionali.
Diretto da Paolo Vidali, Il Fondo è stato costituito a Udine nel 2007, su finanziamento dell’assessorato alle attività produttive della Regione Friuli Venezia Giulia. Interviene con contributi sulla formazione, lo sviluppo dei progetti e loro distribuzione.
Un bilancio al 6° anno di attività, registra il sostegno a 181 progetti tra film, cortometraggi, documentari e serie tv, per un totale di contributi erogati di circa 2 milioni 350 mila euro, pari a circa il 25% del budget dei progetti. Oltre 20 progetti sono coproduzioni europee; con Francia, Germania, Belgio, Slovenia, Croazia e Svizzera.
In questi sei anni il fondo ha finanziato 30 imprese e 8 associazioni.
Accanto all’ordinaria attività di sostegno finanziario alle imprese locali, il Fondo organizza una serie di eventi internazionali allo scopo di creare nuove opportunità formative per i professionisti del territorio.
Se When East Meets West, che si svolge annualmente a Trieste dal 2010, è divenuto uno dei principali incontri di co-produzione tra industrie cinematografiche dell’Europa Occidentale e Orientale, all’incontro tra produttori asiatici e europei è dedicato Eave-Ties That Bind che si svolge dal 2009 a Udine.
Particolarmente utile, ai fini della formazione, si è rivelata la collaborazione avviata nel 2009, con Eurodoc, il più importante corso europeo di formazione rivolto ai professionisti del documentario.
Il progetto è stato sviluppato assieme al Fondo Nazionale del Cinema Sloveno e al Fondo Nazionale del Cinema Croato, rafforzando lo scambio dei professionisti dell’area sudorientale dell’Europa. 

 

 

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