di Paolo Di Maira
Il DICoD, la struttura dedicata all’informazione e alla comunicazione del Ministero della Difesa francese, esiste dal 1998 ed è lo sportello cui possono far riferimento le produzioni cinematografiche e televisive.
Ma è da poco più di un anno che si è creato un dipartimento specializzato ed estremamente dinamico: lo guida Andrè Etancelin, responsabile dell’ufficio per la politica audiovisiva, tenente colonnello dell’areonautica, ma con alle spalle una lunga carriera “civile” nel mondo del marketing.
Il ministero della difesa francese possiede un patrimonio immobiliare di una grande varietà ,esteso su 260 mila ettari ( lo 0,5% del territorio nazionale): zone costiere, di montagna, cittadelle, fortezze, palazzi e monumenti storici.
“Abbiamo circa 3500 siti.
Perché, ci siamo chiesti, non metterli a disposizione dell’audiovisivo, sempre alla ricerca di luoghi mai utilizzati, di nuovi decor dove ambientare le proprie storie; tutte le storie, non solo quelle di argomento militare ?
Abbiamo iniziato a censire questi luoghi, catalogandone un migliaio, per costruire un data base con foto e scheda tecnica.
Lo stiamo facendo con l’aiuto di Film France”.
La messa a disposizione dei luoghi non è gratuita:
“abbiamo stabilito tariffe in linea con i prezzi di mercato: i costi variano a seconda del pregio dei siti, divisi per quattro categorie, e del tipo di produzione: lungometraggio, fiction tv, documentario, cortometraggio”.
Possono naturalmente essere messi a disposizione aerei, navi carri armati, ” ma non ciò che viene offerto dal mercato, perché sarebbe una forma di concorrenza che non ci è consentita.
Ugualmente, le leggi francesi ci vietano di fornire personale militare per comparsate”.
La politica del dipartimento audiovisivo del DICoD va oltre:
“Non vogliamo essere semplici “locatori” di spazi, vogliamo offrire un servizio in più”, aggiunge Andrè Etancelin.
La struttura offre anche una consulenza alle produzioni.
Prima (sulla sceneggiatura, soprattutto quando si trattano argomenti militari), durante ( nel coordinamento dei rapporti tra il personale dei luoghi militari e la troupe del film), e dopo (accompagnando il film nella promozione).
Ma, chiediamo a Etancelin, se venisse da voi una produzione con una storia antimilitarista, collaborereste lo stesso?
“Certamente”, è la pragmatica risposta, ” primo perché il film si farebbe comunque, secondo perché porta pur sempre denaro, terzo perché la nostra “apertura” potrebbe ammorbidirne la carica polemica”.
Da uomo di marketing, il creativo ufficiale dell’aeronautica sa che un film o una fiction televisiva possono essere formidabili trailer per le forze armate.
Anche un documentario.
Come “R 91”, nome in codice della portaerei Charles De Gaulle girato per Canal Plus alla fine del 2006.
Racconta l’ufficiale: “Nei primi mesi del 2007 l’ ufficio stampa di Canal Plus mi propose di organizzare l’anteprima per i giornalisti.
Per prodotti di questo genere, normalmente, se vengono 4-5 giornalisti, è un successo.
Io propongo di fare l’anteprima sulla portaerei, ormeggiata a Tolone. Buona idea, mi dicono.
Facciamo un giro di telefonate, consapevoli di chiedere non più le solite due ore di tempo, ma l’intera giornata.
Nonostante questo, trovo 14 giornalisti disponibili.
Propongo allora, per il trasferimento da Parigi sulla portaerei, di utilizzare un aereo dell’aviazione militare.
Un vero e proprio volo militare, in partenza da Parigi alle 5 del mattino… Per farla breve, alla fine vennero all’anteprima 27 giornalisti.
Il direttore marketing del canale televisivo mi confessò che non aveva mai visto nulla del genere.
Ne hanno parlato su tutte le tv, tutti i telegiornali: una ricaduta d’immagine enorme, per un piccolo documentario di 52 minuti.
Per la Marina francese ha avuto lo stesso effetto di una costosa campagna pubblicitaria”.
Questa nuova politica dell’accoglienza è partita ufficialmente nel gennaio 2007, è stata adeguatamente promossa (anche al Festival del Cinema di Cannes) e da allora il dipartimento ha ricevuto 220 domande di progetti.
” Ci auguriamo di sviluppare quest’attività anche con altri ministeri”, anticipa André Etancelin, rivelando di aver avuto contatti anche con le Forze Armate italiane, che vogliono capire meglio quello che stanno facendo i colleghi d’ oltralpe.