L’Alfieri comparve a Firenze nel 1979, grazie a Claudio Zanchi, importante figura del cinema italiano, co- autore della Legge sul cinema del 1965 e creatore della Federazione Italiana Cinema d’Essai e del circuito Atelier di cui l’Alfieri era parte. L’Alfieri subito si affermò come luogo di culto del cinema d’essai, e lo è stato per la gran parte dei suoi primi vent’anni di vita.
Ora – in uno spazio polivalente – il cinema si alternerà, o meglio, dialogherà (come è nell’ambizione dei suoi animatori) con altre forme d’arte e d’intrattenimento. Sono dunque giustificate le diverse professionalità coinvolte: l’attore, mimo e illusionista Sergio Bini (in arte Bustric) ha il coordinamento artistico del teatro, mentre la programmazione cinematografica è a cura del critico Claudio Carabba in collaborazione con “Quelli della Compagnia” di Fondazione Sistema Toscana; Italo dall’Orto cura il settore scuola e lo studio Marangoni dà il suo contributo per la fotografia.
Nello “Spazio Alfieri” (è questo il nuovo nome) faranno tappa anche alcuni Festival cittadini, dallo storico Festival dei Popoli al Clorofilla Film Fest di Legambiente. Alla libreria BRAC sono affidati Bar e Bistrot.
Ad inaugurarlo, a fine settembre, nella settimana in cui il capoluogo toscano ha ospitato i mondiali di ciclismo, è stata l’anteprima di “The Armstrong Lie”, il documentario sul leggendario e controverso campione di ciclismo presentato a Venezia 70, seguita dallo spettacolo che Bustric insieme a Cesare Malfatti, fondatore dei La Crus, ha messo in scena ispirandosi alle immagini dei film di Melies.
Tornando al cinema, Claudio Carabba ha anticipato di volersi muovere sul doppio binario di titoli nuovi e di proposte tematiche: un equilibrio che per lui e per “Quelli della Compagnia” non sarà facile mantenere, dovendo programmare una sala che fa cinema solo tre giorni alla settimana, e per giunta in una situazione distributiva anomala, come quella fiorentina, governata da un unico attore. Questo tuttavia potrebbe essere – lo è nelle intenzioni programmatiche – uno stimolo a “fare rete”, più che farsi concorrenza, con altre realtà culturali cittadine.
La riapertura dell’Alfieri cade infatti in un momento vivace per la Firenze del cinema di qualità: in attesa della maratona festivaliera della 50 giorni di cinema che a partire dal 25 ottobre e fino al 15 dicembre proporrà un calendario fitto di 9 manifestazioni, dal Festival dei Popoli a France Odeon,a Lo Schermo dell’Arte ,al Premio N.I.C.E., la città è attrezzata per garantire continuità di offerta anche allo spettatore più sofisticato: provvedono lo Spazio Uno, lo Stensen, e il cartellone di Stefano Stefani, organizzatore di cultura, che al Teatro Verdi offre film preziosi e penalizzati dal mercato. Senza dimenticare l’offerta di Firenze al Cinema, circuito di 8 sale cittadine che da un paio d’anni assicura agli associati buon cinema a un prezzo scontato.
In assenza di contributi pubblici e con modesti apporti da parte di Coop e una banca locale, lo Spazio Alfieri con i suoi 172 posti (tanti ne sono rimasti, dovendo far spazio al palco e al bistrot) ha lanciato una sfida coraggiosa e temeraria al mercato. E’ la scommessa di Luca Bertini, Lorenzo Luzzetti e Chiara Solari, soci nel Consorzio cui il Comune di Firenze ha dato l’Alfieri in gestione e per cui percepirà un canone di 15 mila euro l’anno. Ci vorrà la magia di Bustric?