direttore Paolo Di Maira

FIRENZE / Estate al cinema per dimenticare l’inverno…ma si salva La Compagnia

Dal 28 giugno all’8 settembre settanta giorni di cinema, incontri, musica, teatro; sessanta film ( di cui un terzo in lingua originale con sottotitoli), 20 ospiti, 200 posti a sedere ( tra cui anche sdraio e lettini da mare): è il programma di Non solo cinema in Manifattura , l’estate della Fondazione Stensen nella Piazza dell’Orologio di Manifattura Tabacchi a Firenze, presentato oggi negli spazi della ex Manifattura Tabacchi.

L’incontro con Michele Crocchiola, direttore della Fondazione Stensen, con Camilla Toschi, responsabile della programmazione del Cinema La Compagnia, con il distributore regionale Matteo Nenciolini di Giglio Film e Carlo Pellegrini, organizzatore di Cinema in Manifattura, è stata l’occasione per commentare l’andamento del cinema nelle sale del capoluogo toscano.

Anche se Matteo Nenciolini ha fatto previsioni ottimistiche sulla “riapertura autunnale” della stagione cinematografica ( il desiderio di tornare al cinema, già manifestatosi con i primi, ottimi risultati di pubblico nelle arene estive), il raffronto con il 2019 (anno, a dire il vero, di straordinaria affluenza del cinema in sala) è impietoso per i cinema fiorentini, che mostra ( in linea con il trend nazionale) la difficoltà di recuperare gli spettatori (più che dimezzati) persi negli anni della pandemia: la stagione 2020/2021 ha segnato una perdita di spettatori pari al 59% rispetto al 2018/2019.

Non segue la tendenza il cinema La Compagnia, che nella stagione 2018/2019 aveva totalizzato circa 68 mila spettatori, e nella stagione 2021/2022 perde “solo” il 30%, con oltre 47 mila biglietti staccati. Risultato eccezionale, considerato il contesto, dovuto ad una programmazione (che include i 14 Festival ospitati , oltre a rassegne e anteprime, ha precisato Camilla Toschi) la cui ricchezza e attrattività è resa possibile da una gestione (Fondazione Sistema Toscana) che gode del sostegno economico della Regione Toscana. Un’indicazione utile: la sopravvivenza del cinema in sala non può essere affidata unicamente al mercato; se rappresenta un presidio culturale e sociale nel tessuto cittadino (cosa su cui tutti convengono), necessita del supporto pubblico. Il quale è un sistema di incentivi complesso, non riducibile al solo aiuto economico.

Un esempio significativo è la comparazione con le sale della città di Bologna, la cui flessione ( nel periodo preso in esame) è 7 punti percentuali in meno di quella del pubblico fiorentino: la differenza – ha fatto notare Michele Crocchiola – può essere riconducibile al fatto che nel capoluogo emiliano le sedi universitarie sono rimaste nel centro storico, mentre a Firenze sono state trasferite in periferia. La differenza l’hanno fatta i giovani.

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