direttore Paolo Di Maira

FIRENZE / Middle East Now: 42 film per ritrovare la prospettiva

42 film in anteprima italiana, premiati nei migliori festival internazionali: la dodicesima edizione di Middle Est Now arriverà a Firenze, al Cinema La Compagnia e al Cinema Stensen, dal 28 settembre al 3 ottobre.

Il tema di quest’anno è Re-Aligning Perspectives: “volevamo che il cinema fosse un’occasione di reset, e una fonte di rassicurazione, in fondo le immagini servono a avvicinarci a storie di vita di paesi che ci sembrano lontani ma non lo sono poi così tanto. Alcuni di essi, fra l’altro, ultimamente sono così presenti nelle cronache, come il Libano Afghanistan, a cui sono dedicati i due focusdi quest’anno”, dichiara Lisa Chiari, che dirige il festival assieme a Roberto Ruta.

Film in Catastrophe, il focus sul Libano, è realizzato in collaborazione con Alfamuna, piattaforma di promozione del cinema arabo indipendente nata a Beirut: “in programma una serie di corti che raccontano comela  creatività araba ha cercato di rispondere alle situazioni di catastrofe avvenute negli ultimi anni” spiega Ruta, e prosegue: 

 “In Challanges Perspectives troviamo invece classici del cinema afghano e lavori di giovani registi che negli ultimi due o tre anni hanno raccontato la quotidianità e i sogni del loro popolo.”

Fra questi, anche alcuni registi espatriati che saranno a Firenze e che hanno partecipato attivamente al gruppo di aiuto e all’appello Solidarity for Afghanistan, lanciato quest’estate per includere registi e personalità legate alla cultura fra coloro che venivano fatti evacuare dall’Afghanistan.

L’Afghanistan sarà anche oggetto di uno dei dibattiti del Middle East Now Talks, che si svolgeranno ogni giorno alle 19.30, assieme alla Siria, all’Iran e al Medio Oriente tutto.

Dall’Iran arriva il film d’apertura, Radiogaph of a Familydella regista Firouzeh Khosrovani e l’anteprima di Hit the Road, di Panah Panahi (il figlio del celebre Jafar), presentato con successo alla Quinzaine des realisateurs di Cannes quest’anno; mentre il film di chiusura è l’egiziano Zip-it di Anicee Gohar, e ha come protagonista il giovanissimo stilista Mohanad Kojak, che sarà a Firenze dove si è appena trasferito per seguire un master al Polimoda.

Dalla Palestina arriva il premio del Pubblico della Mostra del Cinema di Venezia dell’anno passato, 200 Metres, distribuito nel mondo da True Colours

La nascita della scena undergound saudita è raccontata in Cue: Saudi Arabia’s Electronic Music Undergound, da Ramadan Alharatani e Talal Albahiti, i due registi fondatori del festival MDL Beast, il più grande evento di arte e musica che si è mai svolto in Arabia Saudita

Tantissime le donne presenti al festival, non solo registe: i disegni dell’artista kuwaitiana Zahara Marwan, autrice della deliziosa locandina, sono protagonisti di una delle due mostre di quest’anno, WaterMelon after lunch, a La Compagnia e alla Galleria Cartavetra. L’altra mostra è ospitata dal MAD (Murate Art District), ed è Marrakesh in times of Stillness progetto del giovane fotografo marocchino Roï Saade che racconta la sua città nel tempo sospeso di quest’ultimo anno e mezzo.

Nel sottolineare “il valore politico di un festival che costituisce un ponte con le culture del Medioriente che troppo poco si conoscono”, l’assessore alla cultura del Comune di FirenzeTommaso Sacchi, ha espresso anche la sua preoccupazione circa il contingentamento nelle sale, auspicando che il governo si esprima subito per il reintegro della piena capienza.

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