Sviluppare la creatività vuol dire anche “portare la propria creatura al massacro”, quando il tuo progetto viene “sezionato impietosamente” ma con competenza e sincerità. E’ questo lo spirito di Final Touch #1 Intense Feedback from Experts, iniziativa messa in piedi da Bolzano Film Festival Bozen con IDM Film Fund & Commission per supportare i filmmaker che vogliono perfezionare il proprio film o documentario in fase finale di sviluppo.
Durante il festival gli autori /produttori dei tre progetti selezionati – Nunzio Gringero con “38°//Nord”, Mike Ramsauer con “Quellmalz”, e Laura Cini con “Punisment Island” – si sono confrontati con cinque esperti: Nikolaj Nikitin (esperto di festival), Evi Romen (montaggio), Catia Rossi (distribuzione), Josef Reidinger (postproduzione) e Gabriele Röthemeyer (finanziamento alle produzioni).
“Di ciascun progetto abbiamo visionato il rough cut prima ancora di parlare con i filmmakers – commenta la giurata e distributrice internazionale Catia Rossi (True Colours) – e ognuno di noi per la propria competenza ha dato il suo feedback , molto franco, anche duro, ma sicuramente utile”.
I progetti erano in post-produzione, allo stadio in cui ancora possibile intervenire.
Un problema comune (i progetti sono tutti e tre documentari) era la durata, tra i 55 e i 60 minuti, troppo corta per il cinema, troppo lunga per la televisione:
“devi sapere se vuoi andare in sala o vuoi intercettare i broadcaster, devi deciderti, perché sono due tipi di drammaturgia diversi”, racconta Nikolaj Nikitin, delegato della Berlinale.
“Abbiamo parlato circa due ore con ciascun filmmaker, una discussione molto intensa, abbiamo detto di lavorarci ancora un paio di mesi, dando la nostra disponibilità a incontrarci nuovamente con la seconda versione”.
Diversi i tre progetti, ma tutti con “punti molto forti”: il tema , l’aspetto visivo, o il legame tra il tema e il territorio.
E’, quest’ultimo, il caso di “Quellmalz” , dal nome del musicologo Alfred Quellmalz che tra il 1940 e il 1942, su incarico del regime nazista, raccolse e catalogò i canti popolari degli abitanti del Tirolo alla vigilia della grande emigrazione verso la Germania verificatasi in seguito alle “opzioni”.
Tema attuale, evocando la stessa linea di confine, il Brennero, opposta oggi a chi fugge dal sud del mondo.
Il documentario di Mike Ramsauer utilizza materiale d’archivio e “ritrova” alcuni dei personaggi ancora vivi, cui vengono fatte riascoltare le canzoni che loro stessi avevano registrato oltre settant’anni prima.