3135 professionisti hanno partecipato al Venice Production Bridge, lo spazio industry della Mostra Internazionale del Cinema di Venezia, che si è concluso lo scorso 3 settembre, registrando un aumento nella partecipazione dell’8% rispetto allo scorso anno.
E sono tutte in crescita le percentuali dei meetings one to one che hanno fatto seguito alle tre sezioni dedicate ai progetti nella fasi finali della produzione (gli incontri del Gap Financing Market hanno registrato un +5%); ai cataloghi delle varie agenzie letterarie e case editrici del Book Adaptation Rights Markets, quest’anno focalizzato sul genere crime/thriller (+ 14.3%), e soprattutto ai progetti in post-produzione provenienti dall’Africa e dai paesi arabi di Final Cut in Venice, che sono quelli che hanno realizzato un incremento clamoroso degli one to one (+ 67%), essendo anche candidati a molteplici riconoscimenti.
Il più importante, La Biennale di Venezia Prize (€ 5.000), assegnato per l’8° anno consecutivo dal La Biennale di Venezia ha premiato Aisha can’t fly Away (Aisha la Tastaea al Tayran) di Morad Mostafa (Egitto, Tunisia, Arabia Saudita, Qatar, Francia), per essere un’opera prima “che già mostra una regia sicura e una voce autoriale distinta. Il realismo del film, la sua attenzione ai dettagli e la narrazione impattante hanno lasciato il segno.” Questa la motivazione della giuria, composta da Wayne Borg (NEOM) Monica Ciarli (Minerva Pictures), e Dennis Ruh, già direttore dell’EFM, adesso consulente di Seriesly Berlin.
Il film sarà anche sostenuto dalla Titra Film di Parigi (fino a € 5.000 per correzione colore; fino a € 3.000 per la produzione di un master DCP o la creazione di files per i-Tunes, Google o Netflix; fino a € 2.000 per i sottotitoli in inglese e francese (traduzione inclusa), e da Rai Cinema che offrirà € 5.000 per l’acquisizione dei diritti di sfruttamento sulla TV lineare sul territorio italiano, in cambio dell’obbligo di menzionare nei crediti “in collaborazione con Rai Cinema S.p.a.”
E ancora, ha vinto il Premio “Coup de cœur de la Cinémathèque Afrique”, conferito dalla Cinémathèque Afrique dell’Institut Français per l’acquisizione dei diritti di broadcasting non esclusivi e non commerciali per 7 anni, per un valore che va dai 4 ai 6 mila euro.
Infine, sarà supportato anche dal Festival International de Films de Fribourg che offre un contributo per la produzione dei costi del DCP (€ 2.500).
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