di Corinna Nesi
La grande varietà di locations che assomigliano all’Italia, la straordinaria capacità dei tecnici e degli attori serbi e gli innegabili vantaggi economici.
Molti si rivolgono a Film 87, società di servizi e produzione esecutiva fondata da Piero Amati a metà degli anni ’90, che ha firmato alcuni dei maggiori successi televisivi degli ultimi anni, da “I Banchieri di Dio” a “Paura di Amare”, passando per “Lo Scandalo della Banca romana” (premio Regia Televisiva come miglior Fiction nel 2010), “Il Papa Buono”, “Caravaggio”, “Einstein”. L’ultima produzione (per conto della Albatross) è stata “Il Restauratore”, serie per la Rai in 8 puntate che vedremo prossimamente in tv, diretta da Giorgio Capitani, con Lando Buzzanca e Martina Colombari.
Racconta Amati: “La prima volta che sono stato a Belgrado era il 1983, facevo il direttore di produzione nel remake di “Quo Vadis” diretto da Franco Rossi”.
Altre due produzioni televisive riportarono poi Amati a lavorare in quella
“Durante i miei lunghi soggiorni in Jugoslavia mi ero reso conto che quello che a loro mancava era l’organizzazione, così mi è venuta l’idea di creare una società che unisse le loro indubbie capacità professionali alla mia esperienza ventennale: quando ho cominciato a lavorare, negli anni 70, ho avuto possibilità di accedere al cinema internazionale che si girava in Italia -prevalentemente americano-, e quindi sono “˜cresciuto’ ad una scuola di qualità “.
Idea che, a causa della guerra di Bosnia e della successiva guerra in Kosovo, è rimasta nel cassetto più a lungo del previsto.
Gli italiani vengono qui per girare le scene più dispendiose, difficili o spettacolari.
“Per “˜Il Restauratore’, ad esempio, abbiamo ricostruito la Roma barocca,
Si tratta dei vecchi studi cinematografici costruiti negli anni 50 da Tito, che sorgono su una collina a pochi chilometri da Belgrado, una superficie vastissima, più grande di Cinecittà (anche se con un minor numero di teatri), caduta in disuso a causa delle guerre. “Sono passati da 700 a 70 dipendenti.
Io conoscevo questo spazio, perché lì avevamo ricostruito la Roma antica per “Quo Vadis”: ne ho affittato una parte, che successivamente abbiamo “˜trasformato’ in Ferrara per “E ridendo l’uccise” di Florestano Vancini e poi ancora nella Roma cinquecentesca per “Caravaggio”.
E al di là delle ricostruzioni, l’architettura di Belgrado si presta a “˜ricoprire’ il ruolo di tante altre città : Milano (è il caso de”I Banchieri di Dio”), Vienna, Parigi”¦
“La città , più volte bombardata e ricostruita, ha una grande versatilità : la parte moderna affianca l’architettura austro ungarica e quella umbertina.”
Spiega Amati, che prosegue:
“Anche il Montenegro vanta location magnifiche, che assomigliano molto a quelle dell’Europa occidentale.
Sulla costa, ad esempio, abbiamo girato il film sulle foibe “Il Cuore nel Pozzo” di Alberto Negrin: abbiamo costruito una foiba alta 10 metri in un padiglione sul mare e usato tutte le insenature e gli arroccamenti militari.”
Anche in Serbia è da poco “˜approdato’ il Tax Credit:”Stiamo studiando la legge, che è appena uscita “” conclude Amati – ma penso che essenzialmente ricalcherà la struttura legale di quelle dei paesi confinanti: Cecoslovacchia, Ungheria e Romania.”