L’iniziativa “Cinema italiano: dove e quando?” ha così permesso di costruire un imponente database fatto di centinaia di titoli, che può essere interrogato in tanti modi diversi.
I film di maggior successo sul mercato nazionale sono gli stessi che si impongono fuori dai confini? Quanto tempo impiega un lungometraggio italiano a fare il giro del mondo, o almeno dell’Europa? Esiste una rete di distributori e di sale che possono essere considerati i presidi del cinema italiano all’estero?
Stavolta abbiamo provato a ribaltare l’ottica e a mettere al centro della nostra indagine il punto di vista degli esercenti. Abbiamo chiesto ad alcuni di loro quali film ritenessero più adatti a portare nel mondo il volto del cinema contemporaneo del Bel Paese.
Le loro indicazioni comprendono sia film già distribuiti all’estero, sia film che sono stati proiettati in Festival e Mercati, ma non ancora distribuiti oltre confine. Ne abbiamo ricavato una selezione di opere di cui abbiamo analizzato il percorso alla conquista dei mercati internazionali.
Da Vittorio Polin, esercente per tradizione familiare a Montebelluna, vengono due titoli – Smetto quando voglio – Masterclass e Lasciati andare – che ben rappresentano il genere della commedia in formato “export”, apprezzabile ed intelligibile anche da un pubblico straniero, perché non troppo legata a contesti locali. Non è dunque un caso che il sequel di Sibilia abbia già trovato una mezza dozzina di distributori in territori che spaziano dalla Svizzera alla Cina e che lo stesso sia accaduto per Lasciati andare, già visto dal pubblico spagnolo e atteso in una decina di altri mercati tra cui l’Australia.
L’urban comedy di Amato compare anche tra i suggerimenti di Silvia Protti, del Cinemacity di Mantova, e di Francesca Piraccini dell’Eliseo di Cesena.
La prima aggiunge un’ampia gamma di film che considera “esportabili” sia per le tematiche di interesse generale sia per la qualità: vi troviamo dei veri e propri “campioni”, quali La pazza gioia, uscito o acquistato in oltre quaranta paesi, dai Caraibi all’Oceania, oppure La corrispondenza, con una diffusione altrettanto ampia, dall’America Latina al Giappone, passando per Turchia e Tailandia, così come Le confessioni, che tra il 2016 e il 2017 si è aggiudicato una trentina di paesi nei due emisferi, dall’Argentina e Cile al Canada e Stati Uniti. In questo gruppo di film che, usciti in Italia nel 2016, hanno raggiunto il pubblico in un numero significativo di mercati, si collocano anche Fuocoammare, Perfetti sconosciuti e Fai bei sogni. Il documentario di Rosi e l’opera di Genovese, indicati da Mimmo Dinoia, esercente che propone il cinema di qualità a Milano e nella sua area, possono contare, il primo su una cinquantina e il secondo su oltre una ventina di distributori, in Europa e nel resto del mondo.
Al film di Bellocchio, invece, attribuisce un alto potenziale sulla scena internazionale Mario Li Puma, esercente a Petralia Sottana, a cui danno ragione i numeri: oltre trentacinque territori hanno visto o vedranno l’opera tratta dal libro di Gramellini.
Ancora del 2016 sono Indivisibili segnalato da Dinoia e da Riccardo Bizzarri del Cinema Zenith di Perugia, in prossima uscita in poco meno di una decina di paesi, nonché Veloce come il vento e 7 minuti, entrambi indicati da Silvia Protti: il primo, con le recenti uscite in Germania e Danimarca, supera la dozzina di mercati esteri, mentre il secondo sta iniziando da Francia e Svizzera il suo percorso internazionale.
Presenza invece in Oceania per La ragazza del mondo, che piace a Silvia Protti, mentre Biz- zarri suggerisce Mine, in uscita su due mercati, e Il più grande sogno, con distributori in Cina e Oceania. Piraccini, che considera un tratto distintivo della sua programmazione presen- tare le diverse sfaccettature della produzione italiana, propone Piuma. Il film di Johnson, che ha partecipato a festival in diversi paesi, è previsto in distribuzione in Grecia.
Che l’annata 2016 possa riservare ancora delle belle sorprese per gli spettatori stranieri che amano il cinema italiano lo pensano Dinoia e Polin, che propongono La pelle dell’orso, Bizzarri, che suggerisce Wax – We are the X, nonché Li Puma che indica In guerra per amore di Pif e I Siciliani, film che sinora non hanno trovato una distribuzione estera o sono stati visti dal pubblico dei festival.
Tra i film usciti in Italia nel 2017, spicca innanzitutto Fortunata, che, grazie anche al successo ottenuto a Cannes, toccherà oltre venti territori. La Croisette ha portato buono anche a Sicilian Ghost Story e A Ciambra, segnalati da Dinoia: il primo ha già in carniere una decina di territori, mentre il secondo inizierà il suo cammino internazionale dalla Francia ed un paio di altri paesi europei. L’ora legale, che Protti e Li Puma concordano nell’indicare, raggiungerà oltre una decina di territori, mentre La guerra dei cafoni, secondo Bizzarri, dovrebbe godere di una distribuzione non limitata al mercato danese.
Ancora tra la produzione più recente, sempre Bizzarri suggerisce piccoli film indipendenti che meriterebbero di emergere e di far conoscere un panorama ricco, ma purtroppo sotterraneo. Cita una coproduzione come L’accabadora, vista in più festival, East end, passato al Trieste science+Fiction, Falchi, presente al Marché di Cannes fino ad arrivare a Vedete, sono uno di voi di Ermanno Olmi.
Ancora da Polin viene la segnalazione de Il permesso – 48 ore fuori di Claudio Amendola. Per Tutto quello che vuoi, proiettato al festival del cinema italiano di Tokyo, e La tenerezza di Amelio si associano anche Protti e Piraccini, che raccomanda pure Beata ignoranza di Massimiliano Bruno e Piccoli crimini coniugali di Alex Infascelli, presentato al De Rome à Paris festival.
Dinoia suggerisce invece Il padre d’Italia di Fabio Mollo e aggiunge che l’obiettivo comune del cinema italiano deve consistere nel far conoscere una nuova generazione di registi accanto a quelli più affermati, attraverso la proposta di film caratterizzati da grande umanità e da una notevole cura artistica.
Riusciranno questi film, in cerca di distributore, a varcare i confini e a raggiungere il pubblico che in tutto il mondo ama il cinema italiano?
(dati raccolti da Silvia Mancini)