INTERVISTA CON ARIE BOHRER, PRESIDENTE DI EUROPEAN FILM COMMISSION NETWORK

“Siamo rimasti tutti scioccati all’European Film Commission Network, non è spiegabile come sia potuta accadere una cosa del genere”. Non trova giustificazioni Arie Bohrer, presidente dell’associazione che rappresenta tutte le film commission europee, che già durante il festival di Cannes si era mobilitata con una lettera ufficiale di denuncia.

E’ prima di tutto una lezione di democrazia quella che ci viene da Arie Bohrer, che è anche direttore di Film Location Austria: “Una cosa del genere non sarebbe mai successa in Austria, dove la libertà di espressione è garantita: gli unici elementi che potrebbero bloccare il sostegno ad un film sono l’apologia del nazismo- fascismo e la pornografia”.
Ma non ci sono solo questioni di civiltà:
“L’Austria e la Germania – spiega Bohrer – hanno sempre guardato al Friuli, soprattutto all’area fra Trieste e Grado come al luogo dove girare sequenze ambientate al mare. Inoltre l’Austria ha anche profondi legami storici con Trieste, questa è un’altra ragione per cui ci interessavano le locations friulane. C’è sempre stata una grande collaborazione fra Austria e Friuli, per esempio con l’ultimo film di Tornatore: la produzione non è riuscita ad ottenere tutto il finanziamento che si aspettava da Vienna e ha deciso di girare quasi la metà del film a Trieste, lasciando molti soldi in quella zona. Inoltre erano molte le produzioni televisive austriache che sceglievano quella zona, sia per il mare e per i molti siti storici. Non avere una film commission in una zona d’Italia così ricca di storia e che – mi sembra – non sia nemmeno molto industrializzata, sarebbe veramente stupido.”

Bohrer lancia infine un avvertimento: “La decisione di chiudere questa film commission è molto pericolosa per l’industria italiana. La vicina Croazia sta diventando un paese molto competitivo, e sta mettendo a punto anche un sistema di incentivi”