E’ questa la prima notizia del convegno “ FVG Film Commission 2.0 – Rilancio delle politiche audiovisive in Friuli Venezia Giulia” tenutosi lo scorso 26 marzo all’Hotel Savoia Excelsior Palace di Trieste. Scopo dell’incontro: mettere a confronto le ragio- ni dell’industria audiovisiva e del territorio con i programmi di governo dei candidati alle elezioni amministrative regionali del 21 e 22 aprile.
“E’ stato un impazzimento trasversale, bisogna avere il coraggio di chiedere scusa e ritornare sui propri passi: questo farà il centrodestra nell’interesse del territorio”. Lo ha detto Sergio Dressi, vice-coordinatore regionale del PDL, il più idoneo alla scomoda missione avendo, da assessore alle attività produttive, fatto nascere nel 2000 la Film Commission guidata da Federico Poillucci.
Il riconoscimento politico si è unito all’endorsement del mondo nazionale dell’audiovisivo rap- presentato a Trieste in tutta la sua autorevolezza.
C’era Maria Giuseppina Troccoli in rappresentanza del MiBAC, e c’era il presidente ANICA Riccardo Tozzi.
Friuli Venezia Giulia Film Commission “è un patrimonio di cui il cinema ha bisogno”, ha detto Tozzi che è stato anche parte in causa nell’affaire, essendo produttore del film di Bellocchio, che rappresentò il casus belli (è noto che la soppressione della Film Commission fu una ritorsione seguita all’ammissione al contributo del Film Fund di “Bella addormentata”, film inviso alla componente cattolica del centrodestra). Ha mirato dritto al bersaglio Guido Cerasuolo, presidente dei Produttori esecutivi (APE), che nella giornata triestina ha reso note le cifre spese da cinque tv movie (quelli il cui protagonista è il Commissario Laurenti) girati in regione, prodotti dalla tedesca ARD e di cui la sua società Mestiere Cinema ha curato la produzione esecutiva: 6 milioni di euro spesi a fronte di 320 mila euro di contributi ricevuti. “Quale altro settore – ha chiesto, rivolgendosi agli esponenti politici presenti – genera un indotto moltiplicato per 20?”.
Un’altra notizia “uscita” da Trieste è che Rai Cinema – lo ha anticipato durante l’incontro Cecilia Valmarana – sta progettando di girare in Friuli Venezia Giulia il nuovo film di Gabriele Salvatores, di cui è coproduttrice con Indigo Film. L’attenzione dell’emittente pubblica alla creatività di questa terra è stata sottolineata da Valmarana nel ricor- dare la partecipazione produttiva data da Rai Ci- nema a “Tir corridoio 5”, film del friulano Alberto Fasulo attualmente in preproduzione.
Un convinto sostegno a FVGFC è arrivato anche da Martha Capello, presidente dell’AGPCI, l’as- sociazione dei giovani produttori indipendenti, che ha riconosciuto al “sistema Film Commission – Fondi” il merito di aver dato impulso alle giovani imprese audiovisive della regione e alle coproduzioni europee. Negli ultimi cinque anni il settore è cresciuto del 17%, ha confermato il responsabile regionale dell’associazione Andrea Magnani (autore della prima coproduzione italo-ucraina “Easy”), e il 10% degli associati all’AGPCI è friulano.
Di fronte alla minaccia dello smantellamento della Film Commission e dei Fondi regionali, il comparto dell’audiovisivo si è unito in associazione, l’ALA (Associazione La- voratori dell’Audiovisivo FVG) che dallo scorso novembre rappresenta le competenze e i diritti delle professionalità della regione: 50 tra autori e registi, 500 attori professionisti, 50 produttori, 250 tra maestranze e capi reparti, 3000 compar-se che ogni anno vengono impiegate nei film.
Lo ha reso noto la presidente Antonella Perrucci, interpretando la preoccupazione di molti lavoratori per un futuro che vedono strettamente legato alla Film Commission e ai Fondi.
E se la candidata del centro sinistra al governo della regione, Deborah Serracchiani, ha assicurato che la questione della Film Commission non sarà materia di emergenza, ma sarà affrontata nei primi atti della legislatura, e che “per rafforzare la Film Commission lo sche- ma più adatto è la Fondazione” in grado anche di facilitare l’accesso ai finanziamenti europei, Paolo Vidali, direttore del Fondo Regionale Audiovisivo FVG, ha opposto il caso della struttura da lui guidata, che nell’ultimo anno è stata finanziata per il 60% da istituzioni non regionali: 170 mila euro dal Programma MEDIA contro i 150 mila euro della Regione.
Oltre al Film Fund, gestito dalla Film Commission, esiste infatti questo Fondo, istituito dalla Regione nel 2006, mirato allo sviluppo delle imprese e delle professionalità locali, e che a buon diritto si sente “europeo”: una vocazione espressa nell’organizzazione di un evento come When East Meets West, l’incontro di coproduzione la cui terza edizione si è tenuta a Trieste lo scorso gennaio, e nella partecipazione a progetti come “Zoran il mio nipote scemo” di Matteo Oleotto, coprodotto con la Slovenia, di cui è stato proiettato un tea- ser a conclusione del convegno (del film Cinema & Video International ha ampiamente parlato nei numeri scorsi).
Con “Zoran” e la full immersion nella creatività della regione, si è conclusa una giornata iniziata con l’ABC dei rapporti tra Film Commission Fondi e territorio, nel “tavolo” moderato da Cinema & Video International, composto dal padrone di casa Federico Poillucci, Andrea Rocco, membro del direttivo dell’EUFCN e direttore di Genova Liguria Film Commission, e Silvio Maselli, presidente di Italian Film Commissions e direttore di Apulia Film Commission.
I tre film commissioners hanno documentato i benefici derivanti dall’azione complementare di Film Commissions e Fondi.
Le questioni poste: figura giuridica delle Film Commission e omogeneizzazione degli standard qualitativi dei servizi da loro offerti. Nell’attesa – un auspicio più che una previsione – di una legge nazionale di riordino dell’audiovisivo che riconosca e valorizzi il ruolo di queste agenzie territoriali