di Michela Greco
Italianità sì o no?
E’ questa la domanda che ha imperversato nell’affollata conferenza stampa della terza edizione della Festa del Cinema, che in questa prima edizione del “nuovo corso” si trasforma in Festival Internazionale del Film di Roma.
Da una parte un programma con 6 titoli nazionali in concorso su 21 (e 20 tra tutte le sezioni della manifestazione), e la coordinatrice della direzione artistica Piera Detassis che sottolinea con orgoglio l’apertura affidata a “L’uomo che ama” di Maria Sole Tognazzi, “con cui abbiamo effettuato una trasgressione, la rottura del luogo comune che vuole che non si possa inaugurare con un film nazionale”.
Dall’altra il presidente Gianluigi Rondi, che afferma: “La mia personale missione, da sempre, è il cinema italiano, ma non c’è mai stata un’idea di italianità alla base di questa manifestazione, che è un festival internazionale.
I vari direttori hanno avuto la massima autonomia di scelta, tant’è che io non ho visto nemmeno un film”.
I direttori confermano, specificando che questo cartellone “rispetta il Dna delle edizioni precedenti e anche la presenza nazionale dell’anno scorso, che si attestava più o meno sugli stessi numeri”, dice Giorgio Gosetti.
Gli fa eco la Detassis: “Siamo stati attenti alla presenza del cinema italiano, ma seguendo sempre un criterio strettamente qualitativo, quest’anno c’era più scelta”.
La rappresentanza tricolore è affidata, oltre che al film inaugurale con Monica Bellucci, Pier Francesco Favino e Ksenia Rappoport, al pugliese Edoardo Winspeare, che porta nella competizione ufficiale il suo “Galantuomini”, un film che, tra melò e cinema d’inchiesta, ritrae una donna capoclan della Sacra Corona Unita.
Una delle “donne dominatrici, che vincono sull’uomo” che caratterizzano il programma della kermesse secondo Piera Detassis.
Esemplari di questa specie, non a caso, sono presenti anche in “Un gioco da ragazze”, esordio del giovanissimo Matteo Rovere, in cui quattro adolescenti belle e crudeli prendono di mira un malcapitato professore (Filippo Nigro), mentre a dominare la scena in “Il passato è una terra straniera” di Gianrico Carofiglio sono due uomini, interpretati da Elio Germano e Michele Riondino; uno è uno studente modello, l’altro un affascinante baro.
Tra gli italiani “inaspettati” (la stragrande maggioranza dei titoli era già stata svelata nelle settimane precedenti l’annuncio ufficiale) ci sono poi il musical “Parlami di me”, esordio di Brando De Sica, che ha trasformato in immagini l’omonimo spettacolo teatrale del padre, e la co-produzione italo-franco-polacca diretta da Giacomo Battiato “Resolution 819”, che affronta la risoluzione Onu che ha portato all’incriminazione di Karadzic e Mladic.
Tra le venti pellicole che il festival presenta in competizione e le sei fuori concorso, suddivise tra Anteprima e Cinema 2008, c’è poi un’altra sorpresa: ben quattro commedie, “un genere normalmente non ritenuto da festival”.
Si ride, ad esempio, con “Easy Virtue” dell’inglese Stephan Elliott “” stesso regista di “Priscilla, la regina del deserto” “” che grazie a Jessica Biel, Colin Firth e Kristin Scott Thomas porta sullo schermo un testo teatrale di Noel Coward, un apologo sulla lotta di classe e le differenze tra Stati Uniti e Inghilterra, e con il francese “Parlez-moi de la pluie” di Agnès Jaoui, in cui la regista recita di nuovo al fianco di Jean-Pierre Bacri raccontando di una femminista da poco entrata in politica alle prese con gli affari della madre morta un anno prima.
Portano il sorriso anche “Si può fare”, il film con cui Giulio Mafredonia trasforma Claudio Bisio nel responsabile di una cooperativa che si occupa di matti, e il lavoro di Krzysztof Zanussi “A Warm Heart”, su un uomo che ha bisogno di un trapianto di cuore e il suo incontro con un giovane aspirante suicida che “potrebbe fare al caso suo”.
In tema di glamour e celebrities “” argomento che è stato al centro di polemiche nella fase di transizione dall’era Bettini all’era Rondi “” quest’anno “il tappeto sarà un po’ meno rosso”, ma sono comunque attesi sulla passerella dell’Auditorium importanti personaggi internazionali come Viggo Mortensen (personaggio di “Good” di Vicente Amorum), che festeggia a Roma il suo 50° compleanno e a cui sarà dedicato un omaggio, Edward Norton e Colin Farrell, interpreti del poliziesco “alla Cimino” “Pride and Glory” di Gavin O’Connor, i tedeschi di “The Baader Meinhof Complex” di Uli Edel “” Martina Gedeck, Moritz Bleibtreu e Alexandra Maria Lara “” e naturalmente Keira Knightley, la “Duchessa” (fuori concorso) del regista Saul Dibb.
Novità di questa edizione 2008, che è percorsa da un filo rosso musicale in tutte le sezioni, sono gli incontri e i break musicali che contaminano il cartellone di Anteprima.
Tra questi due chicche: i due brani che Carmen Consoli canta a precedere la prima ufficiale di “L’uomo che ama” e il debutto della S.N.A.P. Band, un gruppo musicale guidato da Silvio Orlando e composto da 15 attori, al grido di “Dietro ogni attore c’è un musicista fallito”.