direttore Paolo Di Maira

FESTIVAL DI ROMA/Doppio sguardo al passato

Il Festival Internazionale del Film di Roma si aprirà, il 16 ottobre all’Auditorium Parco della Musica, con “Soap Opera” di Alessandro Genovesi e si chiuderà, il 25, con “Andiamo a quel paese” di Ficarra e Picone.

Due commedie italiane a fare da parentesi a una programma “a cinque linee, e pieno di spinte diverse al suo interno”, commenta Marco Müller, direttore del Festival, che giustifica questa scelta inconsueta con un doppio sguardo al passato. Sia a quello lontano alla storia gloriosa della commedia all’italiana (“perché non rivendicare una delle pagine che hanno fatto grande e internazionale il nostro cinema?”), sia a quello più recente, delle origini del festival di Roma, che nacque proprio come festa della e per la città.
La decisione di “abbandonare l’idea del festival e tornare a cavalcare quella, più dinamica, della festa” è il tratto distintivo di questa nona edizione, che ambisce a essere più popolare, e a diffondersi e fondersi sempre di più col territorio e con il mercato. Iniziando con l’abolizione della classica giuria, che “sarà sostituita da una ben più imprevedibile e passionale giuria di spettatori. Un azzardo e un’ apertura al protagonismo diffuso che la rete incoraggia” dichiara Lidia Ravera, assessore alla cultura della Regione Lazio.
Ci sarà solo una giuria professionale, guidata da Johnatan Nossiter, che assegnerà il premio Taodue alla miglior opera prima. I riconoscimenti più importanti (due dei quali in denaro, messo a disposizione da BNL) saranno dunque assegnati in base alle preferenze espresse dal pubblico all’uscita della sala, attraverso una card di voto.

“Quest’anno botteghino e festival andranno a coincidere” continua Ravera. L’idea, specifica Müller, è quella di “creare una celebrazione del cinema attorno ad un’ipotesi forte del mercato del cinema (The Business Street) e dell’Officina dei Progetti del Festival (New Cinema Network) in modo da fornire un banco di prova a chi il cinema lo fa e lo fa circolare.”
Puntare sul mercato è l’altra linea guida di quest’anno: “Abbiamo un’indicazione strategica da parte dei soci fondatori del Festival, del Mibact e del Ministero dello Sviluppo Economico, di sviluppare il mercato, che quest’anno ha una crescita naturale (abbiamo un aumento del 25%  dei professionisti internazionali a iscrizioni ancora aperte) e un miglior rapporto fra compratori e venditori, di 3 a 1, tre com- pratori per ogni venditore.”

Alla proiezione di “Soap Opera”, il 16, farà seguito, in un programma che Müller, definisce “composto in modo opportunamente schizofrenico”, la prima mondiale del film tedesco “Wir sind jung, wir sind stark” di Burhan Qurbani, sui primi moti xenofobi nella parte Est della Germania riunificata, e, ancora, proprio nel giorno dell’anniversario della deportazione degli ebrei romani dal ghetto, il regista israeliano che lavora negli USA Oren Jakobi, presenterà il suo “My Italian Secret/The forgotten Heros”, sugli sconosciuti eroi italiani che salvarono molti appartenenti alla comunità ebraica del nostro paese.

Un programma che, assicura Müller, garantirà un tappeto rosso affollato e vivace: con Clive Owen, protagonista di “The Knick”, il ‘cineromanzo’ di Steven Soderberg prodotta da HBO, (prova della volontà del festival di “abbattere gli steccati fra cinema e tv”), Rooney Mara e i divi brasiliani protagonisti di “Trash” di Stephen Daldry, il regista giapponese Mike Takashi, che porterà a Roma in prima mondiale il suo “Kamisama no Iutoori” e riceverà anche il Maverick Director Award.
E poi, ancora, Richard Gere, “che fa rinascere un’idea di cinema neorealista in “Time out of mind” di Oren Moverman”, i protagonisti di “Gone Girl” di David Fincher, gli Spandau Ballet (protagonisti di “Soul Boys of the Western World” di Gorge Hencken), Guilleme Canet interprete del poliziesco “La prochaine fois je viserai le coeur”di Cédric Anger, e Walter Salles, Marc’Aurelio alla carriera, che presenterà in Eventi, in anteprima mondiale, il suo “Jia Zhangke, un gars de fenyang” sulla vita e l’opera del cineasta cinese Jia Zhangke, Leone d’Oro a Venezia, e sarà protagonista di una masterclass assieme a Zhangke stesso.

E il cinema italiano?
“In concorso ci sono tre film (nella sezione Cinema D’Oggi): il ritorno ai film di genere e d’autore con “I milionari” di Alessandro Piva, “Foresta di ghiaccio” di Claudio Noce, un progetto di frontiera, fra diverse esperienze di cinema e fra due culture, quella italiana e quella dei Balcani, e “Biagio” di Pasquale Scimeca, grande film rosselliniano, popolare ma molto originale. – Continua Müller- Accanto a questi, tantissime altre esperienze: ancora commedia con “Buoni a nulla” di Gianni di Gregorio, “Tre tocchi” di Marco Risi, una bella dimostrazione della tribù di nuovi attori italiani, il bel film sul Liceo Giulio Cesare di Antonello Sarno, “Giulio Cesare-Compagni di scuola”.
E ancora, “Ne ho fatte di tutti i colori”, il film su Enrico Lucherini firmato da Marco Spagnoli.
Fra gli 8 film di Prospettiva Italia Müller cita “Last summer”, opera prima di Leonardo Seragnoli, prodotto da Elda Ferri e Luigi Musini, parlato in inglese e giapponese e scritto da Banana Yoshimoto e interpretato dalla star nippo-hollywoodiana Rinko Kikuchi, come un esempio di quei film italiani che si sanno aprire all’internazionale. Anche questo, secondo Müller, potrebbe essere considerato parte de “Le Grandi Bellezze”, quella sezione di New Cinema Network dedicata ai progetti che promuovono l’Italia come partner ideale nella realizzazione di film provenienti da tutto il mondo, “come quello dei Manetti Bros, trionfatori al botteghino con “Song’e Napulè” che ora andranno in Cina a girare il film d’azione“The Bizzarre Journey of the Soul Traveler”.”
Gli altri film di Prospettiva Italia sono “Fino a qui tutto bene” di Roan Johnson, “Index Zero” di Lorenzo Sportiello, e i documentari “Due volte Delta” di Elisabetta Sgarbi, “Largo Baracche” di Gaetano Di Vaio, “Looking for Kadija” di Francesco G. Raganato, “Menomale è Lunedì” di Filippo Vendemmiati, “Roma Termini” di Bartolomeo Pampaloni.

Due le retrospettive, anzi, per usare le parole di Müller, ci sarà una “retrospettiva bicefala”, con una parte, “Danze Macabre”, dedicata al cinema gotico italiano, a cui si accompagnerà un parallelo omaggio al cinema di Mario Bava, nel centenario della nascita.

A proposito della sezione parallela Alice nelle città, dice Müller: “il partneriato con loro ci ha consentito anche di trovare la dimensione giusta per presentare film che meritavano un posizionamento centrale, dall’opera prima di Brando Quilici, “Il mio amico Nanuk”, al film di animazione prodotto da Selma Hayek “Kahlil Gibran’s The Profet”, a “Black and White” che riporterà a Roma Kevin Costner”

Un insieme di film dunque, “popolari ma originali” per stringere sul mercato, sul pubblico e sul territorio: “abbiamo aumentato le convenzioni del 20% in modo da rafforzare il radicamento sul territorio e la scontistica sui prezzi”, dichiara Lamberto Mancini,direttore generale della Fondazione Cinema per Roma.
Inoltre, aggiunge Müller, “stiamo cercando di coordinare una circuitazione del programma in città, e siamo certi che il festival potrà viaggiare dopo il 26 anche a Civitavecchia, a Viterbo e forse a Frosinone.”
E si augura, per il futuro, che il festival possa espandersi molto oltre le 7 sale attuali, in modo da fornire al mercato dati sempre più precisi sugli umori del pubblico. “Sarebbe molto più facile – commenta Müller – dopo un passaggio al cinema Tibur, sapere come vota un pubblico studentesco, o dopo un passaggio nelle sale della cintura, sapere come vota un pubblico autenticamente popolare.”

A ricordarci – infine – che siamo nel semestre della Presidenza Italiana del Consiglio dell’Unione Europea, il Festival ospiterà la Conferenza Internazionale sull’Audiovisivo (“Audiovisual Market and Regulation: an Industry at Crossroads”, il 23 e il 24 ottobre alla Sala Teatro Studio Gianni Borgna dell’Auditorium Parco della Musica. Vi parteciperanno i principali stakeholders internazionali del mercato e delle istituzioni e i delegati degli Stati membri dell’UE, con l’obiettivo di confrontare le diverse posizioni sui temi caldi del settore audiovisivo, in un’ottica di aggiornamento del quadro regolatorio comunitario.

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