di Marco Spagnoli
Dopo il successo dell’anno scorso, The Business Street, il mercato della Festa del Cinema di Roma torna con un calendario più lungo di un giorno: si terrà dal 18 al 21 ottobre.
Saranno presenti circa 500 professionisti per “” complessivamente “” 250 società accreditate.
Si terranno 120 proiezioni in 10 sale della Capitale.
La zona di Via Veneto sarà il cuore dell’evento con due punti nevralgici: l’Hotel Excelsior e l’Hotel Bernini Bristol.
“La scommessa di Business Street.” Dice il Direttore Giorgio Gosetti “è da inserirsi in un più ampio flusso di cambiamento che ha trasformato i grandi Festival cinematografici: realtà di business leggere come la nostra e quella di altri grandi Festival trovano il loro successo nello stile, definibile come amichevole, nel contatto personale tra gli operatori, nell’uso programmatico delle facilitazioni permesse dalla tecnologia.”
A Diamara Parodi Delfino e Syvain Auzou, responsabili di The Business Street chiediamo le novità della prossima edizione.
Cosa significa organizzare la seconda edizione di The Business Street dopo il successo dell’anno scorso?
Una grande responsabilità : oltre al giorno in più, abbiamo una serie importante di offerte in più sotto il profilo logistico, nonché alcuni incontri di livello internazionale estremamente interessanti.
Noi intendiamo coccolare i nostri ospiti, mettendoli non solo a loro agio e facendoli stare bene, ma “” soprattutto “” permettendo loro di svolgere il loro lavoro nel migliore dei modi possibili.
Desideriamo che vengano a Roma per fare veramente del buon business.
Qual è la vostra filosofia?
Il nostro approccio è dettato da una grande umiltà : non ci mettiamo in competizione con l’American Film Market, con Cannes o con Berlino. Puntiamo più alla qualità che alla quantità , consapevoli del fatto che c’è bisogno di un appuntamento europeo durante l’autunno.
Il mercato è quello che “” in genere “” stratifica i Festival: quanto è importante investire nel vostro lavoro dal punto di vista strategico?
Molto: il mercato è importante se è fatto bene e con i tempi giusti.
E’ essenziale anche per avere i film dopo.
Una consapevolezza che hanno i vertici del Festival e le Istituzioni che investono molto nella Business Street.
Le Istituzioni investono a sufficienza?
E’ un investimento giusto per quello che vogliamo realizzare adesso senza essere arroganti.
The Business Street è una porzione “˜solida’ del Festival: il futuro della Festa del Cinema di Roma passa anche per il vostro “˜rafforzamento'”¦
Un Festival e il suo mercato viaggiano in maniera parallela. Spesso se l’uno ha successo, non è detto che anche l’altro abbia la stessa sorte. Noi facciamo il nostro lavoro al meglio: l’importante è che di noi si parli sempre bene.
Non vogliamo visibilità , desideriamo fare in modo che gli altri lavorino al meglio.
Del resto gli operatori per primi desiderano lavorare in luoghi staccati dal Festival in quanto tale, per svolgere il proprio business nella massima tranquillità e riservatezza.
Noi siamo al servizio dei venditori e dei compratori.
I nostri modelli ideali sono i mercati di Toronto e di Rotterdam.
Noi vogliamo puntare non solo alle vendite e agli acquisti, ma anche alle idee con la discussione dei progetti.
E’ bello pensare che si inizi a parlare di nuovo di idee. In futuro ci auguriamo di avere più buyers provenienti dall’America Latina e dall’Estremo Oriente anche se “” quest’anno “” si sono già accreditati undici operatori provenienti dal Giappone.
Azzardiamo qualche ipotesi per il futuro?
Se ci verrà chiesto di ingrandirci dopo i prossimi due anni, dovremo trovare una formula nuova. Per adesso procediamo a piccoli passi lungo un percorso già tracciato.
Cinema&Video International n. 10-11 Ottobre/Novembre 2007