direttore Paolo Di Maira

FELICE LAUDADIO/Roma, dove il cinema è di casa

di Paolo Di Maira


La Casa del Cinema è di gran moda. Alcune città  hanno già  creato strutture simili, e altre progettano di farlo. Come mai?


In Italia credo ne siano nate 7 o 8 negli ultimi due anni, sul modello della nostra.
L’ultima è stata annunciata a Rimini. “Casa del Cinema” è un marchio registrato, ma non ci dispiace che venga utilizzato da altri, perché in fondo è per noi una sorta di riconoscimento di primogenitura, dal momento che si dice “..come la Casa del Cinema di Roma”. Però”¦


Però cosa?


Dovrebbe essere chiaro che la Casa del Cinema non è un cineclub.


Vuol dire che una Casa del Cinema non è un cinema?


Voglio dire che dev’essere anche un cinema, ma non solo.
Noi di sale ne abbiamo tre, una delle quali, la Sala Deluxe, equipaggiata con il sistema 2K e per il 3D, mentre a settembre inaugureremo la terza, intitolata a Gian Maria Volonté.
Lo dico con orgoglio, perchè la Deluxe è stata la prima sala romana ad attrezzarsi con questa tecnologia.
Qui la Fox ha recentemente proiettato in anteprima venti minuti del film evento della prossima stagione, “Avatar”, ma già  lo scorso anno Jeffrey Katzenberg venne da noi a presentare, per la DreamWorks/Universal, l’anteprima in 3D di “Mostri contro alieni”.
Tuttavia la Casa del Cinema non può essere semplicemente questo.


Cos’è allora?


E’ la casa di chi fa il cinema e di chi il cinema lo vive come spettatore. Noi praticamente tutti i giorni dell’anno organizziamo iniziative, ospitiamo registi, sceneggiatori, attori, direttori della fotografia che parlano del loro mestiere.
Non è dibattito, è un vivere una vicenda continua attorno al fare cinema.
Diciamo che la Casa del Cinema è anche un po’ un club dove si ritrova la gente di cinema.
Quindi, chi non vuol perdersi le cose importanti deve passare alla Casa del Cinema”¦
In effetti molta gente di cinema viene anche se non è direttamente coinvolta: per vedere che succede, incontrare amici, colleghi.
Un “maledetto toscano” come Monicelli, per esempio, passa da noi almeno un paio di volte al mese.
Anche soltanto per prendere un caffè.
Ci sono anche tanti giovani.
Capita sempre più spesso di vederli seduti al caffè con il computer portatile, che discutono dei loro progetti.
Però un’attività  con un livello e un ritmo simile, ha bisogno soprattutto di ospiti molto importanti e molto disponibili.
E alla Casa del Cinema certo non mancano.


Qual è il segreto?

E’ Roma: un confronto continuo tra il cinema e il suo pubblico può avvenire solo in una città  come Roma, dove il cinema è sempre presente.
Nessuno dei nostri ospiti ha mai pensato di chiedere non dico un compenso, ma nemmeno un rimborso spese, nemmeno per un tassì. Tutte le iniziative sono gratuite.


Come vi regolate per la disponibilità  dei posti ?


Ormai chi frequenta la Casa del Cinema sa regolarsi dalla lunghezza della fila se è il caso di mettersi in coda.
Ma qualche volta i problemi ci sono.
Ricordo quando Mel Brooks tenne da noi una lezione.
Aprimmo tutte e due le sale, ma non bastava, tantissima gente era fuori.
Piazzammo allora gli altoparlanti all’esterno.
Tante proteste, ma anche tante persone rimaste soltanto per ascoltare.
Dovetti penare per calmare gli animi. Ma che soddisfazione”¦

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