Negli ultimi anni abbiamo sviluppato un rapporto privilegiato con le Istituzioni dei paesi con cui la nostra regione, così periferica per l’Italia ma così centrale nella nuova Europa, confina: la Slovenia innanzitutto, ma anche la Croazia e le regioni meridionali dell’Austria (Tirolo e Carinzia). Sono nate coproduzioni, collaborazioni tra i fondi (non solo con il nostro Film Fund, anche e specialmente con il Fondo Audiovisivo FVG, più radicato territorialmente), programmi formativi, iniziative comuni.
Ecco, forse la nuova frontiera per le FC italiane è da ricercarsi in una maggior condivisione dei programmi e delle best practices; la concorrenza tra noi, pur innegabile, non deve compromettere ciò che di virtuoso può nascere dall’unione delle forze e delle intelligenze.
Lo abbiamo provato in prima persona: la nascita di 2 fondi nostri “vicini di casa” come quelli di Trentino e Alto Adige, così autorevoli, anche dal punto di vista quantitativo, non ha affatto nuociuto al nostro Film Fund primogenito, tutt’altro.
Detto in soldoni: meglio avere 30 film da dividersi in tre, che averne 5 da tenere gelosamente per sé: è quello che è successo a nord-est, è quello che succede in tanti angoli d’Europa, e l’auspicio è che possa accadere anche nei rapporti tra le altre regioni italiane”.