Un festival può essere anche un luogo di inganni, il palcoscenico di una deresponsabilizzazione, l’occasione di un richiamo di mondanità .
Ma per come è strutturato il Bif&st è antimondano, è stato concepito per costruire un legame tra cinema e giovani generazioni, ha un carattere marcatamente segnato da una pedagogia civile.
Attraversa molti territori: tutte le arti e i mestieri di questa macchina dell’incantamento che è il cinema vengono in qualche maniera squadernati in attività specifiche”.
Così Nichi Vendola, governatore della Regione Puglia, ha presentato la prima edizione del “Bif&st”, Bari International Film&Tv Festival, che si svolgerà nel capoluogo pugliese dal 23 al 30 gennaio.
Il festival è ideato e diretto da Felice Laudadio, coadiuvato dai due vicedirettori Marco Spagnoli e Enrico Magrelli, e organizzato dall’Apulia Film Commission.
Saranno otto giorni dedicati al cinema e alla tv, con proiezioni, lezioni di cinema, laboratori, seminari e incontri.
Sono distribuiti tra il rinato Teatro Petruzzelli, luogo simbolo della tradizione culturale barese, i sei schermi della Multisala Galleria, il Teatro Kursaal Santa Lucia, i cinema ABC e Piccolo, il Cineporto, l’Università e altri luoghi della città .
Non saranno proprio otto giorni, ma 8 e ½, in quanto l’inaugurazione ufficiale, con “Amabili resti” di Peter Jackson, al Petruzzelli, sarà preceduta dalla serata preinaugurale, il 22 gennaio, con la proiezione, in contemporanea all’uscita nelle sale italiane, di “Nine”, il film del premio Oscar Bob Marshall , interpretato da Daniel Day””Lewis, Penelope Cruz, Nicole Kidman e dalla nostra Sophia Loren.
“Nine”, infatti, più che un remake è un omaggio a “8½” di Federico Fellini.
Laudadio ha voluto marcare il Festival nel nome e nel ricordo di Fellini, in prossimità del 90° anniversario della sua nascita.
Felliniana è anche la denominazione dei riconoscimenti alla carriera.
I “Premi Fellini 8½ per l’eccellenza artistica” vanno a Gianni Amelio, Marco Bellocchio, Valerio De Paolis, Francesco Maselli, Giuliano Montaldo, Francesco Rosi, Armando Trovajoli e Margarethe von Trotta. (A loro, e forse anche a Carlo Verdone, è stato affidato inoltre il compito di tenere le lezioni di cinema in forma di dialogo con il pubblico).
Il cinema italiano è al centro della manifestazione, con una sezione competitiva di 15 film tra quelli usciti nel 2009, selezionati da un comitato composto da undici critici cinematografici.
Saranno giudicati da una giuria internazionale presieduta dalla regista Margarethe von Trotta e da una giuria del pubblico, composta da 50 spettatori, presieduta dalla produttrice e attrice Zeudi Araya.
Sezioni competitive anche per i cortometraggi e i documentari, mentre non competitivo è lo spazio dedicato alla tv, con la presentazione di tv movie, pilots, documentari e lunghe serie provenienti dalle televisioni di tutto il mondo, fra le quali l’anteprima assoluta di “C’era una volta la città dei matti” di Marco Turco dedicato alla figura del grande psichiatra Franco Basaglia interpretato da Fabrizio Gifuni con accanto Vittoria Puccini, fiction di punta di RAI Uno prodotta da Claudia Mori.
Di grande richiamo le anteprime internazionali di film , tutte al Petruzzelli: oltre il citato “Amabili resti” , sono annunciati eventi del calibro di “Away we go” di Sam Mendes, “Cendres et Sang”, debutto alla regia di Fanny Ardant, ” American Faust: from Condi to neo-Condi” film documentario di Sebastian Doggart su Condoleezza Rice (verrà proiettato in anteprima europea), “An Education” di Lone Scherfig, “Un prophéte” di Jacques Audiard e, per l’italia, l’opera seconda di Giampaolo Cugno, “La bella società ” con Maria Grazia Cucinotta, Raoul Bova, Giancarlo Giannini e Enrico Loverso.
Da segnalare infine che la dimensione internazionale non ha sacrificato la valorizzazione del territorio e dei suoi talenti.
Non solo nel concorso ( “L’uomo nero” di Sergio Rubini), ma anche nella sezione documentari ( “Puglia e cinema”), nei tributi ( “Winspeare Day”) e negli incontri (“Apulia Film Commision promotion”, spazio aperto agli autori pugliesi).
Inoltre, per cineasti e giornalisti italiani e soprattutto stranieri, l’Apulia Film Commission organizza, nei giorni della manifestazione, una serie di tour in alcune località , potenziali locations, della regione.
                                                                                     (CM)
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FELICE LAUDADIO/Affetti Speciali
Il Bif&st, sottolinea Laudadio, “vuol essere la grande vetrina di sintesi della straordinaria attività dell’amministrazione regionale nel cinema, presentando il meglio della produzione italiana dell’anno, il meglio della produzione sostenuta dall’Apulia Film Commission e, trattandosi di un festival internazionale, il meglio delle anticipazioni internazionali”.
Felice Laudadio “” che ha potuto dare respiro internazionale al Festival dopo una prima, positiva verifica del “numero zero” della manifestazione realizzato a Bari nel gennaio 2009 “” ha sempre posto una particolare attenzione al cinema italiano.
Già nel 1988, ricorda, aveva portato a Bari un Festival internazionale “” era la quinta edizione di Europa Cinema “” che ospitò l’anteprima mondiale di “Nuovo Cinema Paradiso” e lanciò una (allora) sconosciuta Francesca Archibugi con “Mignon è partita”.
“Ebbe un successo pazzesco, più di ottantamila persone”.
Ma l’esperienza barese non ebbe seguito per “incomprensioni” con l’amministrazione regionale dell’epoca.
Lo scenario attuale restituisce un’identità di vedute con l’amministrazione regionale di oggi, ma ben altri numeri con cui misurarsi.
E i 20 mila spettatori dell’edizione zero del 2009 rappresentano uno straordinario risultato.
“Allora come oggi il pubblico era fatto per il 70% da giovani tra i 18 e i 28 anni” precisa Laudadio, convinto del ruolo cruciale dei Festival – complementare all’attività dei circuiti commerciali – nel processo di alfabetizzazione al cinema. E Laudadio di festival se ne intende: in oltre trent’anni di lavoro (“debuttò” nel 1979 con il MystFest a Cattolica) ha inventato tutte le manifestazioni che ha diretto (ne abbiamo contate 16), tranne i Festival di Venezia e di Taormina che ha diretto l’uno dopo l’altro dal 1997 al 2006. Tornare a Bari, dove è nato, ha per lui un significato particolare. Protagonista della “generazione del “˜68”, diede vita, assieme ad altri intellettuali, ad uno “straordinario movimento di massa”. Non poteva perciò mancare il suo contributo alla città a coronamento di quella che è stata definita la “primavera pugliese”.                                                            (PDM)