direttore Paolo Di Maira

EUROPA CREATIVA/Film Literacy e Audience Development

L’Audience Development in Europa Creativa: è stato questo il focus del Seminario sull’Audience Connection che si è svolto a Torino, lo scorso 16 luglio, nella sede della Fondazione CRT.

I progetti di cooperazione del sottoprogramma Cultura e quelli di Film Literacy del sottoprogramma Media, mettono al centro il pubblico, soprattutto di quello più giovane, e la possibilità di fornirgli elementi semplici, partendo dalle opportunità offerte dal territorio, come ha sottolineato più volte Alba Garavet dell’Europe Direct di Torino che ha moderato il Seminario.
La ricerca di un solido partner con cui cooperare e l’attività di networking per migliorare il processo strategico e dinamico di allargamento e di diversificazione del pubblico, nonché il potenziamento delle strategie di comunicazione, restano i fondamenti sui quali l’Europa sta puntando per l’Audience Development.
Su questi principi si è basato l’intervento di Silvia Sandrone (CED Media Torino) che ha sottolineato che: “Per avere un impatto culturale reale, ogni progetto deve considerare le tre aspettative del consumatore, ossia l’esperienza generata, la visibilità e l’accesso”.

In ambito Media, le iniziative di Film Literacy e di Audience Development si basano sulla possibilità di estendere e promuovere la conoscenza dei film europei, e di creare un gusto per il cinema europeo,strumento in grado di estendere la cultura europea, facilitare gli scambi culturali e la comprensione tra i diversi Paesi. Da approfondite analisi fatte su un campione di pubblico, proveniente da 10 Paesi europei, risulta che i giovani adulti (16-25 anni) sono quelli più coinvolti nell’educazione all’immagine, da questo deriva una maggior spinta del sostegno all’industria italiana dei videogames, già protagonista, il 7 luglio scorso, della giornata dedicata al primo anniversario del Creative Europe Desk (CED) Media di Bari.

Gli interventi di Simone Moraldi (FLAG – Film Literacy Advisory Group) e di Alessandro Bollo della Fondazione Fitzcarraldo hanno messo in luce come il nostro Paese sia fortemente implicato nel tema della progettazione culturale, soprattutto in una prospettiva di maggior coinvolgimento di pubblici nuovi e più vasti, dato anche l’innalzamento della domanda culturale.

La necessità odierna è quella di far partecipare attivamente il pubblico, ampliando le basi sociali ed eliminando le barriere culturali e relazionali.
L’Audience Development oggi consente di sopportare anche nuovi modelli di business e di sostenibilità sociale, essendo una componente fondamentale per la progettazione e generando nuove opportunità per costruire progetti in linea con gli obiettivi di Europa Creativa.

Tra i beneficiari del Bando di Europa Creativa Audience Development del Programma Media – Azione Film Literacy – intervenuti al Seminario torinese, oltre a Federico Spoletti di Fred Film Radio presente con il progetto Fred@School, è intervenuta anche la Cineteca di Bologna, rappresentata da Elisa Giovannelli, che ha illustrato ABCinema (abcinemaproject.eu), lavoro svolto sulla progettazione e sulla successiva creazione di film di animazione, con i bambini della scuola materna.
Oltre alla Cineteca altri sei partners europei fanno parte del progetto: Cinémathèque Royale de Belgique – Bruxelles, EYE – Amsterdam, Deutsches Film Institut – Francoforte, Les enfants de cinema – Parigi, Watershed Arts Trust – Bristol, Association des Cinémathèques Europeennes (ACE).
Cinque le fasce di età coinvolte (comprese tra i 3 i 18 anni più quella tra i 16 e i 25 anni – fuori dall’ambito scolastico), e dodici i titoli di film, presi in analisi, con annesse attività di story board e di stop motion (sul tema delle emozioni).

Sempre in area bolognese, Roberto Frabetti, de La Baracca Testoni Ragazzi, beneficiario del Bando Europa Creativa – sottoprogramma Cultura – ha raccontato il progetto Small size, performing arts for early years (www.smallsize.org), in cui ci si concentra sulla diffusione delle arti performative per i bambini da zero a sei anni, con una particolare attenzione a quelli con un’età inferiore ai 36 mesi: 17 tra teatri e centri culturali (su 15 Paesi coinvolti) che hanno sviluppato una professionalità nel campo delle Performing Arts per la primissima infanzia.
“I bambini, data la loro capacità innata di stupirsi e di essere dei piccoli esploratori, – afferma Frabetti – hanno il diritto di essere considerati spettatori di oggi e non solo del futuro”.

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