E’ stato presentato oggi a Cannes l’European Media Industry Outlook, il report della Commissione Europea che esplora i trend nel mondo dei media e il loro impatto nei mercati, focalizzato sul settore audiovisivo, su quello dei videogiochi e su quello dei mezzi di informazione, e realizzato tramite sondaggi e questionari sottoposti a produttori, streamers e altri professionisti.
I ricavi del settore audiovisivo stanno risalendo rispetto al periodo pandemico, anche se con velocità diverse, con il VoD con il vento in poppa, il broadcasting tradizionale che resta resiliente (con l’84% dei ricavi), mentre il cinema, come è noto, è più lento nella ripresa e l’home video sulla via del tramonto.
Un altro capitolo riguarda la questione della proprietà intellettuale, e la necessità di trovare nuovi modelli di collaborazione fra le società più piccole che costituiscono la maggior parte dell’industria europea, e che hanno bisogno di rafforzare la loro capacità di investimento nei confronti di quei pochi player che hanno però “le tasche più profonde e accesso alle nuove tecnologie” ha sottolineato Lucia Recalde, alla guida dell’unità “Audiovisual Industry and media support programmes” della Commissione Europea. I produttori rilevano una tendenza a inserire nei contratti con gli streamers il trasferimento di tutti i diritti di proprietà intellettuale, soprattutto nei confronti dei players non europei.
La tecnologia è un altro importante pilastro del report: produzione virtuale ed extended reality sono settori con una crescita di mercato annuale prevista del 40% fino al 2026, ma anche in questo caso la competitività dei players europei è piuttosto scarsa.
Per quanto riguarda le preferenze del pubblico, il 44% degli europei indica che vorrebbe vedere più film e serie dei loro paesi (e il 45% dagli USA), mentre il 28% desidererebbe maggiori contenuti da altri paesi europei.
Molto interessanti i risultati sul fronte dei videogiochi, uno dei settori più forti: sono 125 milioni gli europei che li usano, con ricavi in continua crescita (23,5 miliardi di euro) soprattutto generati dai mobile games. Ci sono 4600 società (di cui l’80% impiega meno di 10 persone).
“Stanno diventando mainstream, e dunque formidabili proprietà intellettuali da sfruttare, basti vedere i risultati al cinema di un blockbuster come Super Mario o il successo di una serie come The Last of Us o di The Witcher sulle piattaforme VOD.- ha sottolineato Recalde. – La sperimentazione è un terreno molto fertile: è necessario focalizzarsi su queste innovazioni, e implementare le connessioni fra i diversi settori dell’industria.”