DIGITALE, CROCE E DELIZIA
E’ noto che i proiettori digitali siano ben diversi da quelli analogici. Se le prestazioni sono a vantaggio del digitale, che permette soluzioni una volta inimmaginabili, il ciclo di vita è molto più breve: in media: dopo 5 anni un proiettore digitale è ormai vecchio.
Ma come ci si orienta sul mercato tra le varie offerte?
Quali sono i criteri che orientano le scelte dei gestori?
Andrea Stratta da qualche mese è l’amministratore delegato di Notorious Cinemas, controllata di Notorious Pictures, che ha dato vita a un circuito partendo da Milano con il Centro Sarca (l’ex Skyline, al confine con Sesto San Giovanni); l’ambizione è strutturare un circuito italiano, rilevando altri cinema in Italia.
Ma Stratta è stato anche a lungo a capo di Uci Italia: la sua esperienza è preziosa per una riflessione su cosa occorra per mantenere le sale all’altezza.
«I grandi gruppi – esordisce Stratta – stringono accordi mondiali con vari fornitori: si fanno gare valutando tutti gli aspetti, dal prezzo alla qualità e all’assistenza; rispetto a un proiettore digitale, più che il risparmio è importante l’affidabilità. Fermare l’attività in un giorno del weekend può valere un 20% del costo di un proiettore nuovo».
Anche l’esercente indipendente ragiona con criteri simili:
«Si valuta con attenzione il costo di una macchina, ma anche l’assistenza. Nella nostra prima multisala a Milano ci siamo già trovati i proiettori, ma monitoriamo la situazione per essere pronti quando dovremo operare le prime sostituzioni. Faremo piccole gare, analizzando le varie proposte secondo i parametri citati. Senza escludere lampade e proiettori di seconda mano, in buona condizione, da multi- sale che chiudono. Anche per le lampade – la cui media è di 1000 ore di utilizzo – faremo una gara, e decideremo in base al rapporto costo/ durata e ai tempi di consegna del prodotto».
Francesco Santalucia è proprietario, insieme ad altri soci, e gestore del Multicinema Galleria a Bari: «L’incubo di un esercente è che un proiettore digitale si blocchi: quelli meccanici si riparavano in qualche modo, anche sul momento o in poche ore. Ora è diverso: è vero che l’assistenza è h24, ma non sempre i problemi sono risolvibili in poche ore; in alcuni casi, per fortuna rari, si è verificato il blocco per alcuni giorni, lasciando ferma una sala. Se per esempio salta un server o una scheda, magari occorre un pezzo che arriva dall’estero o da altre città; e non è detto che una nuova scheda si trovi in fretta. Sono macchine molto più delicate, e come i computer o i cellulari sono necessari aggiornamenti tecnici. Devo però dire che, a fronte di alcune problematiche e della vita decisamente più breve, sono superiori i grandissimi vantaggi del digitale: dai contenuti alternativi alla possibilità di ottimizzare i vari film perfino durante la giornata, a seconda delle presenze nelle varie sale».
Per Santalucia la parola chiave è assistenza: «Chi vende il proiettore propone anche questo servizio, che permette l’intervento rapido di tecnici specializzati. D’altronde non vedo grandi differenze di costi e prestazioni tra i vari proiettori, almeno per la tipologia che ci interessa: abbiamo schermi di dimensioni medie, per la nostra programmazione cerchiamo macchine affidabili. Abbiamo un contratto base con una società, che può intervenire direttamente o anche da remoto: è un sistema molto efficiente». Importante è anche la professionalità di chi lavora in un cinema:
«Prima il proiezionista aveva compiti limitati; adesso chi governa i proiettori è un tecnico che conosce i problemi, può interloquire con l’assistenza. Quanto a futuri acquisti, al momento non sono all’orizzonte ma mi aggiorno comunque, tra informazioni fornite dalle aziende con cui lavoriamo e visite periodiche dei responsabili commerciali».
Silvano Andreini gestisce tre cinema tra Liguria e Toscana: il Nuovo a La Spezia, l’Astoria a Lerici (SP), e il Nuovo Cinema Garibaldi a Carrara, che d’estate diventano arene.
«Ero passato al digitale senza una preparazione: mi sono affidato a una società che lavora con vari marchi e mi cura l’allestimento tecnico completo dei cinema; ci seguono da remoto e anche con interventi in emergenza, che capitano spesso anche se per fortuna non siamo mai andati “in panne”. L’ultimo caso eclatante? Lo scorso anno, quando si bruciò la scheda di un proiettore in un’arena, a due ore dal debutto stagionale con “Dogman”…
Ce la siamo vista brutta, in due ore non arriva una nuova scheda. Ma i tecnici che ci seguono hanno smontato una scheda dal proiettore di un altro cinema – grazie alla disponibilità di un collega – e risolto tutto».
Anche le lampade possono essere un problema, «perché in alcune macchine bisogna smontare tutto e lo può fare solo un tecnico specializzato.
Altre invece ne montano una seconda di riserva e hanno un sistema intuitivo, è come cambiare il toner a una fotocopiatrice. Ci sono macchine che permettono modifiche a distanza, come il controllo dei livelli di luminosità. Infine, è utile avere un’azienda seria che fa assistenza perché parla direttamente con chi ci invia i film via satellite».
Walter Giacomazzi gestisce con la sua Cinemotion tre cinema in Veneto per 7 schermi complessivi: il Cristallo a San Donà di Piave (VE) e il Cinema Teatro Super a Valdagno (VI), entrambi con due schermi, e l’Eden a Porto Viro (RO), a tre schermi.
«Ho il digitale dal 2009, ho valutato sempre la performance dei proiettori in fatto di affidabilità: non ci sono particolari differenze per qualità dell’immagine, soprattutto se si hanno schermi di media grandezza; ovviamente con schermi giganteschi si cercano proiettori adatti a una grande spettacolarità. Per me è fondamentale avere una buona assistenza che eviti guai; ci appoggiamo a due società che trattano macchinari di varie aziende. Prioritaria è l’immediatezza dell’intervento, a qualunque ora. Peraltro abbiamo dipendenti che si sono specializzati, alcuni problemi si risolvono internamente».
Per le lampade, «si guarda la qualità e la durata, magari si spende un po’ di più ma alla fine il prezzo si giustifica. Abbiamo sistemi di allerta che ci avvisano quando si stanno consumando, sono poi le aziende a fornirci tempestivamente le nuove lampade».
PUNTARE SUL COMFORT
Oltre ai proiettori digitali, ci sono altri aspetti delicati da curare.
Come le poltrone, soggette a logorio. È sempre Giacomazzi a spiegare che «facciamo pulizie approfondite ad anni alterni; per farle durare occorre opportuna manutenzione. Non è una priorità, abbiamo fatto l’ultimo investimento 5/6 anni fa: quando sarà il caso valuterò il rapporto qualità/ prezzo di alcune aziende; bisogna puntare soprattutto sulla comodità, il pubblico chiede comfort».
Un aspetto importante anche per Santalucia: «Abbiamo rinnovato le sale un anno e mezzo fa, e per sicurezza abbiamo comprato 50 poltrone in più.
Ci troviamo molto bene con la società che ci fornisce, ma sul mercato mancano servizi periodici di manutenzione e di sostituzione delle poltrone rovinate (per esempio quando la stoffa si taglia). Avere poltrone di riserva è al momento l’unica soluzione. Inoltre ogni estate facciamo una pulizia generale».
Perlustrare il mercato per cercare soluzioni economiche ha poco senso:
«I prezzi dei vari modelli sono simili: con la società con cui lavoriamo da tempo c’è grande collaborazione e fiducia, è un’azienda che ci offre soluzioni economiche e flessibili, fornendoci sedute personalizzate, per colori (rosso e arancione: si sporcano di più ma danno un tono più allegro) e misure».
Un’occhiata in giro pensa invece di darla Andreini, quando sarà il momento di intervenire. «A Lerici le ha acquistate da poco il Comune che è proprietario del cinema; dovremmo cambiarle a La Spezia ma devo valutare, devo fare prima interventi proprio sul digitale.
Quando sarà il caso, mi guarderò un po’ in giro per scegliere un’azienda seria e affidabile più che il singolo modello o il prodotto più economico.
Si deve valutare anche la possibilità di rigenerare la poltrona con il lavaggio del tessuto sfoderabile. Sull’acquisto, ci sono anche le occasioni del mercato dell’usato, dovuto ahimè ad alcune chiusure. Comunque conosciamo un paio di aziende, partiremo da queste».
Quanto ai criteri, per una monosala è più importante cercare la comodità che l’estetica, «peraltro – ironizza Andreini – nei multiplex certe poltrone sembrano comode, poi ti avvicini e il colore scuro nasconde macchie, oppure si suda per le caratteristiche del tessuto, o il poggiatesta è rigido… A volte è più comoda una bella monosala».
Notorious Cinemas sta lavorando su un totale restyling della sua prima struttura: «Per le poltrone – spiega Stratta – ci siamo rivolti a una delle aziende principali, che conoscevamo bene, facendo realizzare una poltrona super customizzata, con modifiche a un modello esistente per adattarlo alle nostre misure. Anche in questo ambito meglio puntare su aziende conosciute, che garantiscono anche un’assistenza post vendita»
LA FONTE DI GUADAGNO
È noto che i cinema che presentano un bar o un’area food possano contare un’attività importante e redditizia.
Spesso la principale, come spiega Giacomazzi:
«Abbiamo il bar in tutti e tre i cinema, è l’unica vera fonte di guadagno… Operiamo un controllo di gestione ferreo, cercando di soddisfare il cliente ma senza perdere di vista l’obiettivo della redditività.
Quindi puntiamo su quello che funziona: pop corn, bevande, caramelle sfuse, nachos. Avendo rapporti diretti con le aziende produttrici, possiamo ottenere condizioni migliori per sconti e termi- ni di pagamento».
Anche Notorious Cinemas punterà sempre di più sul bar, gestito direttamente nel cinema milanese: «Anche qui – spiega Stratta – soppesiamo le proposte dei vari fornitori in base alla qualità del prodotto, al servizio e alle condizioni commerciali.
La grande concorrenza porta vantaggi: in un mercato italiano in cui Coca Cola ha una penetrazione del 95%, Pepsi ha una quota importante nel settore grazie ai suoi prezzi. Il bar è una grande opportunità, può pesare anche il 20-25%. Con la nostra gestione, da marzo a oggi, siamo riusciti a incrementare i ricavi del 30%, ampliando soprattutto l’offerta. Ma con la ristrutturazione possiamo fare ancora di più».
Ovviamente ogni cinema fa storia a sé. «Noi abbiamo il bar solo a La Spezia» racconta Andreini. «Un bar classico, con il poc corn ma senza esagerare (a molti l’odore dà fastidio), con snack, dolce, caramelle, cioccolatini o biscotti di marca, merende biologiche.
Sono prodotti di qualità, quindi più costosi: la nostra è un’attività meno redditizia che altrove, ma anche il bar è importante nell’offerta di una sala come il Nuovo; serve a fornire un servizio, ma in sintonia con l’immagine del cinema».
Per un’area food importante occorrono anche spazi adeguati: «Il Galleria – spiega Santalucia – nasceva da una monosala, gli spazi erano ridotti, il bar di conseguenza è un po’ “costretto” e ne risente l’offerta. Ma con una programmazione che propone anche film di qualità per un pubblico over 50, i numeri – che si fanno ovunque su pochi prodotti – sono più bassi rispetto ai multiplex. Stiamo facendo alcuni tentativi, con accordi specifici per prodotti ad hoc come snack alla frutta e alla verdura. E abbiamo aperto accanto al cinema una toasteria per offrire un servizio in più. Comunque siamo contenti: il bar apporta un utile importante in più al bilancio, infatti abbiamo deciso di gestirlo direttamente».