In questa occasione importante, abbiamo voluto fare un consuntivo sulla legge regionale sul cinema e l’audiovisivo approvata nel 2014 e operativa dall’anno successivo: un consuntivo più che soddisfacente, che rileva come promesse e visioni che avevano animato la nascita partecipativa del Fondo, abbiano visto il settore pubblico attento alle evoluzioni del mercato, pronto e dinamico e in grado di mantenere gli impegni assunti verso gli operatori e le imprese. Avevamo una visione, ovvero che l’Emilia- Romagna potesse ritornare ad essere una terra di cinema prodotto e non solo fruito, continuando una tradizione artistica di una terra che aveva ospitato, accolto e nutrito i Grandi del nostro cinema italiano, ma che doveva tornare ad essere humus fecondo per le produzioni cinematografiche e televisive, regionali, nazionali ed internazionali.
Il nostro obiettivo quindi era fare tesoro del nostro passato, su cui comunque continueremo a lavorare, come stiamo facendo per il 2020, anno del Centenario dalla nascita di un Grande Maestro come Federico Fellini, sul quale siamo concentrati con un Comitato nazionale interistituzionale, per proseguire con gli altri grandi, ovvero Bertolucci, Pasolini, Antonioni, Guareschi e altri, su cui stiamo lavorando creando suggestioni di itinerari turistici legati alla loro vita e alle loro opere più significative.
Ma è la produzione che ha caratterizzato la novità del quinquennio, con le azioni del Fondo Audiovisivo, che ci ha permesso di trasformare le nostre visioni in opere, numeri, bilanci, occupazione. Dietro ogni numero, ogni dato, vi sono delle persone, momenti condivisi sul set, scene ripetute plurime volte, curiosità delle comunità, ricerca del colore dei territori, del meteo adatto, del luogo giusto e del professionista giusto.
Quella “Visione” è oggi un “Fatto successo” e quindi oggi ci siamo presentati ai mercati con un più internazionale “we make it happen” perché con il nostro staff di collaboratori della Film Commission e con gli altri uffici amministrativi abbiamo reso possibile e ricca l’accoglienza delle produzioni per immaginare, progettare, girare e completare le opere.
I numeri sono diventati importanti e illuminanti, numeri oggettivi fatti di rendiconti e fatture delle imprese sostenute: 155 opere, del valore totale di 117.527.168,57 euro, di cui 33.184.700,60 di spesa ammissibile (ossia effettuata pagando personale residente in regione Emilia-Romagna o servizi/professionisti aventi sede in Emilia-Romagna) a fronte di un contributo di 8.828.176,72 euro.
Si possono calcolare differenti indici, comunque nessuno di questi può prescindere dal fatto che i contributi alla produzione siano passati da poco meno di 1 milione del 2015 a 2,7 milioni nel 2019 e la spesa sul territorio sia aumentata quasi del 300%; oppure dal fatto che nel primo triennio 1 euro di contributo ne implicava quasi 4 di ricadu- ta sul territorio, mentre il calcolo sul 2019 ha portato questo valore a più di 5.
Abbiamo rilanciato il ruolo della nostra Film Commission, ed oggi percepiamo la nostra Regione e il suo territorio come attrattiva ed in crescita: nel 2015 finanziavamo progetti che mediamente costavano circa 215.000 euro, con molti documentari e pochi lungometraggi, mentre nel 2019 abbiamo attratto prodotti con un costo medio di 1 milione e 400mila circa, con documentari, film importanti e serie televisive.
Quello che trovano le produzioni sul nostro territorio è una Film Commission che dialoga costantemente con i nostri enti locali e in generale con una Pubblica Amministrazione che accoglie e accompagna, ed infatti rileviamo come sempre sia più frequente la presenza sul territorio di film, documentari, serie, spot o programmi che girano con il nostro sostegno professionale, ma senza il contributo economico.
Sono stati anni importanti per la crescita del prodotto artistico: era l’autunno 2017 quando andava in sala il primo lungometraggio sostenuto dal Fondo, ovvero “Gli Asteroidi” di Germano Maccioni, prodotto da Articolture e sostenuto nel 2015, seguito dal “Made in Italy” di Luiciano Ligabue, prodotto da Fandango, e siamo arrivati ad un 2019 ricco di differenti prodotti televisivi come “I ragazzi dello Zecchino d’oro” della Leone Cinematografica, “La Guerra è finita” di Palomar, “Summertime” di Cattleya e l’imminente lavorazione di “We are who we are” per la regia di Guadagnino, solo per citarne alcuni.
E mentre si è mantenuta alta e costante la qualità delle nostre imprese sulla produzione di documentari, e su tutti ci piace ricordare “Il Varco” di Kinè produzioni, in concorso a Venezia in questo 2019, penso al documentario su Monte Sole o su Cesare Maltoni, o ancora i due recenti sulla Berlino del Muro. (Ma la lista è lunga e mi fermo qua…)
Con trepidante curiosità, come ogni “zio”, aspetto la prima di “Volevo nascondermi”, sul pittore Ligabue che avrà la “faccia” di Elio Germano, girato nella bassa reggiana e diretto da Giorgio Diritti, produzione Palomar; di “Si Muore solo da vivi” opera prima realizzata da K+ con Alessandra Mastronardi e Alessandro Roia ed ancora “Oltre le nebbie” di Laura Muscardin per la produzione Movie Factory; ed ancora del road movie “Scooter” di Polis Film le cui prime scene inviate da Stefano Alpini, il regista, sembrano fresche e giovani, come i protagonisti Saul Nanni, Tobia De Angelis e Charlotte Cétaire.
E non vi nascondo una certa curiosità per quelle opere che in un modo o nell’altro, abbiamo seguito, affiancato ed agevolato grazie alla nostra rete di accoglienza, come il film girato a Riccione da Lucky Red per la regia di Vanzina, o al lavoro di Cupellini, “La terra dei figli” che ha effettuato le intense riprese sul Delta del Po in questo autunno per la produzione di Indigo Film, ed ancora del film di Sydney Sibilia, “L’isola delle rose” tra Rimini e Bologna.
E a parte vogliamo ricordare il sostegno e la collaborazione con Mompracem per “Diabolik”, che siamo tutti curiosi di vedere al più presto e che ha previsto anche alcune scene del commissario Ginko, fossero girate proprio in alcuni uffici regionali. I fratelli Manetti si sono “impossessati” dei nostri uffici ed abbiamo vissuto come dipendenti le limitazioni, l’eccitazione e le difficoltà di essere un set.
Cosa di cui non smetterò di ringraziare i singoli comuni che collaborano con noi, per accogliere al meglio.
Ospitalità per imprese nazionali quindi, ma anche opportunità per i nostri professionisti, le nostre imprese locali, che dal confronto e la collaborazione stanno elevando le proprie competenze, ridefinendo specializzazioni e trovando sempre più occasioni per lavorare in Regione e non solo.
Rivendichiamo anche la scelta di essere una Film Commission “pubblica” a 360 gradi, interna all’Amministrazione regionale, una scelta “fuori dal coro”, coerente con l’obiettivo di non disperdere risorse ed energie di sovrastrutture esterne, e allo stesso tempo finalizzata ad avere una visione d’insieme, perchè in relazione con gli altri Assessorati competenti sul Turismo, Attività Produttive e Formazione, che firmarono la Legge.
Quella legge di filiera enunciata più volte, che investe sulla formazione utile, che sostiene le fasi di sviluppo delle opere e le affianca nei Mercati, che favorisce un humus culturale e territoriale pronto a mettersi in gioco nell’accoglienza delle produzioni, e che risponde nel momento in cui i prodotti vanno accompagnati nella sala e nei festival.
Con un’attenzione sempre costante alle persone, alle reti di relazioni, alle sinergie che si vengono creando; ma anche all’evoluzione del mercato, all’analisi e monitoraggio – svolto con il nostro Osservatorio – sia dei pubblici dei festival sia delle buone pratiche dell’accoglienza nelle sale.
Abbiamo cercato di riportare nell’immaginario delle possibili location e del dialogo e confronto il nostro territorio e così siamo entrati in una costante collaborazione con le altre Film Commission tramite l’Associazione delle Film Commission, e siamo al tavolo nazionale costruito, anche con il nostro contributo politico ed istituzionale nella fase di scrittura del De- creto del Coordinamento nazionale presso il Ministero, che sta lavorando su diversi fronti di dialogo e innovazione.
Ed ora, nell’incontro del 22 abbiamo voluto fare il punto con i festival, le produzioni, gli approfondimenti formativi, i grandi appuntamenti come Il Cinema Ritrovato e Biografilm , che sosteniamo, gli esercenti, le produzioni regionali e quelle che ci hanno scelto, utilizzando il Fondo o meno, per raccontare al meglio chi siamo e chiederci quali nuove visioni – non la politica non gli assessori – ma i territori, le imprese i professionisti, il sistema cinema vogliano porsi e mantenere nella prossima avventura.
Il mio augurio è che di questo lavoro fatto si faccia tesoro, continuando ad avere visioni che producano però libertà artistica, concretezza e trasparenza.