“Pulce non c’è” è la storia di due sorelle, Giovanna, una ragazzina di 13 anni come tante, e Pulce, una bambina autistica che all’improvviso viene allontanata dalla famiglia, quando il padre viene accusato di aver abusato di lei.
E’ la voce fresca e priva di retorica di Giovanna a raccontarci di questo scontro tra mondo adulto e infanzia, tra malattia e normalità , tra rigidità delle istituzioni e legami affettivi.
“Pulce non c’è” è l’esordio letterario di Gaia Rayneri e sarà anche l’esordio alla regia di Giuseppe Bonito.
Rayneri è stata coinvolta fin dall’inizio nella trasposizione in sceneggiatura, affidata alle mani esperte di Monica Zappelli.
Un contributo fondamentale in quanto questa storia, la Rayneri l’ha vissuta in prima persona:
“Mi sono stati chiesti tutti quei dettagli che servono a dare colore e profondità ad una storia” racconta la scrittrice.
“In realtà mentre scrivevo già immaginavo che questo avrebbe potuto essere materiale per un film, e speravo che lo diventasse, per poter fare un’ulteriore denuncia.
Anche per questo ho cercato di scrivere in modo visivo.
Certo – continua Rayneri – il libro è attraversato dalla voce forte di Giovanna, il film invece sarà più corale, abbiamo dovuto trovare diversi espedienti per evitare di mettere, ad esempio, la voce off che commenta la vicenda.”
Anche secondo il regista l’elemento autobiografico ha giocato un ruolo fondamentale al momento della trasposizione:
“Non mi sono mai posto il problema di quanto restare fedele al libro”, confessa Giuseppe Bonito:
“forse perché sapevo di avere davanti una storia vera; quando abbiamo lavorato alla sceneggiatura è stato come se il romanzo e i fatti reali si fondessero.”
Bonito, già aiuto regista per “marPiccolo” e “Boris il film” ha scelto dunque per esordire alla regia una sceneggiatura non originale:
“Quando la Overlook Production mi ha proposto di fare un film, avevo due soggetti originali da proporre, ma questa storia mi ha colpito particolarmente per la sua modalità narrativa dotata di forza e grande sensibilità , dove il rapporto fratello sano-fratello malato non veniva presentato secondo una dinamica di rivendicazione o senso di colpa, ma con assoluta normalità e accettazione.”
Il film verrà girato a Torino (nel quartiere San Paolo e in altre locations dislocate in tutta la città ), dal 19 settembre fino a fine ottobre, con il supporto di Film Commission Torino Piemonte.
“I luoghi “” precisa Rayneri – sono stati scelti solo in base a esigenze cinematografiche, poiché nel libro li avevo un po’ “˜sfumati’ per questioni di opportunità ”