Nel mese di luglio su “la Repubblica” ho letto un articolo in cui si parlava di Antoine Fuqua, regista di “Training Day” ( il film che valse l’ Oscar a Denzel Washinghton) che è andato a girare “Brooklyn’s finest” a Brownsville, l’ultimo ghetto di Brooklyn.
Molti ragazzi del luogo, le prime vittime del degrado, hanno fatto le comparse per il film; e interpretando quello che fanno nella vita, hanno per la prima volta fatto un lavoro onesto. Fuqua ha pure chiesto a questi ragazzini di scrivere un racconto, ai quattro migliori ha dato una telecamera e ha insegnato a girare un cortometraggio.
In questo quartiere ad altissimo tasso di criminalità sembra che nel periodo delle riprese gli episodi criminali siano diminuiti.
Un effetto molto simile lo hanno prodotto le riprese di “Gomorra” a Scampia, noto quartiere della Napoli più degradata.
” Molti spacciatori ci hanno chiesto di lavorare”, ha raccontato il direttore della fotografia Marco Onorato nello speciale “Campania, un anno di cinema” , “…e noi li abbiamo mandati all’ufficio di collocamento a farsi registrare. Era incredibile vedere quei volti così poco rassicuranti che uscivano con il cedolino in mano: era la prima volta che facevano un lavoro legale!”
“In fondo- continua Onorato – per loro essere ripresi significava quasi diventare immortali.
Sentivano forte il mito del cinema, che alla fine è come un baraccone da circo che riesce ad inserirsi in tutte le realtà : lo spettacolo inizia durante le riprese, quando la gente viene sul set a vedere, chiacchiera, si mischia, si conosce”.
Da queste raffinate osservazioni viene fuori il valore del cinema quale mezzo capace di promuovere comportamenti sociali virtuosi.
La cosa nuova è che tali “virtù” non sono prodotte dal “messaggio” della storia, ma fanno parte dell’essere stesso del cinema, nel momento in cui si fa.
E’, questo, un aspetto poco osservato, che meriterebbe forse maggiore attenzione.
Ugualmente significativo è l’episodio della fontana in vetroresina montata in una piazza romana per la realizzazione delle riprese di “When in Rome”, nello scorso giugno.
E’ successo, come racconta lo scenografo Stefano Maria Ortolani, che l’inserimento del complesso scultoreo, inizialmente avvertito come un’intrusione, sia stato poi non soltanto accettato, ma addirittura apprezzato a tal punto da generare una petizione popolare perché quella fontana “falsa” rimanesse, per rendere più gradevole la piazza. “Roma può dare una mano al cinema e il cinema può dare una mano a Roma”, ha detto Ortolani. Generalizzando, l’intera collettività può trarre benefici dal cinema, che, come abbiamo visto, è capace di incidere sui comportamenti delle persone anche prima dell’uscita in sala del film.
Il ripristino della legge sul tax shelter e sul tax credit – un provvedimento del precedente governo recepito dal nuovo “” è in sintonia con questi comportamenti “virtuosi”, poichè lo Stato mette a disposizione, in forma indiretta, risorse finanziarie per promuovere