Un eccezionale aumento del budget, che cresce quasi dell’80% rispetto a quello dello scorso settennato, ed è assolutamente necessario per venire in soccorso all’industria duramente colpita dalla Pandemia: la dotazione finanziaria del Nuovo Programma Media Europa Creativa 2021-2028, di cui ha parlato Lucia Recalde, a capo dell’Unità Media-Industria Audiovisiva della Commissione Europea in apertura dell’European Film Forum, che si è tenuto oggi, 2 marzo, nell’ambito dell’European Film Market online, sarà accompagnata dalle 10 azioni dell’Action Plan, caratterizzate da un’importante componente trasformativa.
Queste si concentreranno prevalentemente sulla sostenibilità e la trasformazione green dell’audiovisivo; sul rafforzamento della dimensione europea del programma Media, promuovendo la cooperazione su tutti i segmenti della filiera (non solo sulle coproduzioni, ma sul co-sviluppo, o la co-distribuzione); sull’iniezione di liquidità, con un nuovo strumento di equity; nel potenziamento del settore della realtà virtuale, attraverso la creazione di una ‘VR coalition’, e nella creazione di una infrastruttura dedicata alla condivisione di dati.
Il nuovo programma sarà votato questo mese nella sessione plenaria del Parlamento Europeo, ricorda Sabine Verheyen, alla guida della commissione cultura ed educazione del Parlamento Europeo, sottolineando come sia vitale che i 700 miliardi del Recovery Fund in ogni paese includano la cultura.
Questa primavera, poi sarà lanciato uno strumento interattivo che supporti i professionisti a districarsi fra le diverse opportunità offerte dal Programma.
Sul fronte delle co-produzioni, l’Italia sembra allineata sugli obiettivi europei, con “un numero record di co-produzioni che si stanno girando in questo momento, – dice Karin Anell, a capo della divisione commerciale e affari internazionali di Wildside, grazie anche agli strumenti di supporto rafforzati dal governo, come quello del tax credit, aumentato al 40%, aumento di cui attendiamo la conferma, nel prossimo decreto.”
Anell si dice ottimista, nonostante tutto, sul futuro del cinema in sala: una posizione condivisa da tutti i panelist intervenuti al Forum, come Christoph Papousek, CFO di Constantin Film Group e Cineplexx Austria&SEE (“è profondamente parte della nostra cultura), Danielle Giroux, responsabile della distribuzione di Atlas V, specializzata in produzioni in realtà virtuale (“risponde alla necessità, sempre più sentita, di superare l’isolamento e tornare a essere parte di una comunità), e Jaume Ripoll, co-fondatore e direttore dei contenuti della piattaforma streaming spagnola Filmin, che durante l’anno del Covid ha registrato un’impressionante crescita, ma che allo stesso tempo è anche distributore di film in sala, e ha portato 9 film nei cinema spagnoli (che non sono chiusi!) negli ultimi 5 mesi, con finestre da 1 a 3 mesi.