Il target de “Il cacciatore” è quello di Raidue. Un prodotto che si inserisce nella strategia-ventaglio di Rai Fiction che lavora sulle tre reti generaliste e, dunque, sulla possibilità di rivolgersi a spettatori che non rientrano nell’alveo tradizionalmente generalista di Raiuno.
Storie sporche, personaggi complessi, con virtù e difetti, con le loro passioni profonde, un linguaggio che esce dalle convenzioni rassicuranti non solo del racconto ma del modo di raccontarlo.
Spostare il target vuol dire raccontare in modo diverso, nella scrittura, nella regia che modifica il quadro dell’inquadratura, che sceglie tagli inconsueti, nel montaggio che alterna e spezza, mescola reale e ricordo, ma anche nella recitazione, nel montaggio, e nella musica che riflettono la complessità di uno storytelling contemporaneo e in linea con la migliore serialità internazionale.
In questi anni dove non solo lo statuto realistico del racconto viene messo in discussione giornalmente, ma è la realtà tout court che, in tempo reale ci appare traballante, confusa e inconoscibile, io penso che la fiction possa invece, paradossalmente, aiutare a decifrarla.
E perché no, ridarle verità nella finzione.
Rai Fiction, che è una direzione di un servizio pubblico, non può non affrontare frontalmente e con coraggio questa scommessa narrativa.
“Il cacciatore” usa la realtà della caccia ai mafiosi degli anni ’90 per entrare anche nelle loro case come se fosse un family drama, mentre i buoni sono ambiziosi e scorretti, traditori nella vita familiare ma incorruttibili in quella pubblica e portano avanti il genere mescolando la verità con lo stile.
La soddisfazione va quindi oltre i numeri.
È la felicità di avere acquisito per Rai2 – dopo “Rocco Schiavone”, “La porta rossa” e “L’ispettore Coliandro” – un altro tassello capace di coniugare quantità e qualità, e che faccia progredire i talenti della produzione italiana verso un profilo contemporaneo e internazionale.
Un risultato che unisce agli ascolti importanti la soddisfazione di essere in concorso al Festival CanneSeries con il meglio delle serie internazionali.
“Il Cacciatore”, tratto dal libro di Alfonso Sabella, prodotto da Rosario Rinaldo per la Cross Productions, diretto da Stefano Lodovichi e Davide Marengo, interpretato da Francesco Montanari – capo la di un gruppo di eccellenti attori – è una serie fondata su una straordinaria squadra di talenti giovani, mai utilizzati prima dalla televisione generalista: dagli sceneggiatori al musicista, dal direttore della fotogra a al montatore.